Oro oggi

Te l'avevo detto

Il petrolio alto e le azioni basse non sono una grande consolazione, nemmeno per analisti orsi...

"LA FLESSIONE nell'economia globale perdura già da 11 mesi", scrive William Rees Mogg, "se si considera la crisi dei subprime dell'agosto 2007 come punto d'inizio".

È divampata come un incendio in California, prendendo una zona dopo l'altra e arrivandoci sempre prima dei pompieri.

La crisi immobiliare e dei mutui è ben lontana dall'estinguersi. Anche la crisi dei prezzi del petrolio è iniziata nell'agosto 2007 al tempo in cui un barile costava solo $70, la metà di quello che costa adesso. Il prezzo di altre commodities, soprattutto i beni alimentari, è aumentato assieme al petrolio. I mercati delle equity all'inizio sembravano essere immuni dalla recessione, ma questa finta è durata solo fno ad ottobre dell'anno scorso.

Da allora il mercato azionario americano ha perso il 20%. Solo il mercato dell'arte sembra essere esente dalla crisi, finora, con miliardari che comprano arte concettuale a prezzi di speculazione. Questo potrebbe riflettere il valore del denaro di questi miliardari, o potrebbe indicare il mercato dell'arte quale indicatore di ritardo tra tutti i tipi di investimento.

Tutti vorrebbero sapere per quanto tempo - e soprattutto quanto grave - sarà la recessione iniziata nel 2007. Ci sono sempre analisti che ritengono che alla fine della recessione manchino solo sei mesi. Nel 2007 c'erano quelli che si aspettavano una ripresa nella seconda metà del 2008. Quest'aspettativa ora è stata spostata al 2009 con la ripresa all'inizio della seconda metà dell'anno prossimo e per tutto il 2010.

Eppure quasi nessuno si aspetta nemmeno i primi segnali di ripresa prima delle elezioni presidenziali americane a novembre, il primo evento politico importante. Se gli elettori americani seguono i predecessori, eleggeranno un presidente democratico. Sin dal caso classico di Herbert Hoover nel 1932, una depressione economica di solito ha portato ad un cambio di partito.

Durante gli anni 30 infatti la crisi globale ha portato ad un cambio del partito in carica in quasi tutti i paesi democratici, iniziando in Gran Bretagna con la clamorosa sconfitta del partito laburista nel 1931 e poi l'elezione di Franklin Roosevelt nel Stati Uniti nel 1932. Il cambio del regime in Germania nel 1933 ha portato al potere Adolf Hitler.

Adesso sembra che l'attuale recessione porti alla sconfitta dei repubblicani nel 2008 e alla sconfitta del partito laburista in Gran Bretagna nel 2010. Gli altri governi europei possono essere considerati a rischio.

Per quanto riguarda la flessione, le recessioni possono essere a breve, medio o lungo termine così come possono essere poco, mediamente o molto forti. È già evidente che questa recessione non sarà breve e poco forte, ma non possiamo esserne certi - mancano le prove per esserlo - se sarà a medio o lungo termine e forte. Naturalmente non sarà la stessa in tutti i paesi. Come l'incendio in California, alcuni distretti saranno colpiti in misura minore, ma altri avranno chilometri quadrati interi di conflagrazione.

La base originale della recessione era finanziaria, collegata al mercato immobiliare e bancario. Le banche hanno ancora problemi, come ad esempio la Bradford & Bingley in Gran Bretagna. Io ho lavorato con Rod Kent, il presidente di Bradford & Bingley; è uno dei migliori banchieri che io abbia mai conosciuto. Quindi se questo può succedere a lui, può succedere a chiunque.

Il problema è che il piano aziendale di tutto il settore bancario globale non era sano, né in Svizzera né a New York, né a Londra né a Francoforte. In Gran Bretagna così come negli USA l'impatto dei mercati immobiliari è chiaro. Il boom insostenibile dei mutui e dei prestiti è finito.

La Gran Bretagna ha delle previsioni che la crisi immobiliare diminuisca ulteriormente il valore degli investimenti, e potrebbe continuare a farlo diminuire per i prossimi due anni. La prima previsione è quasi sicuramente corretta, la seconda quasi sicuramente sbagliata. La Gran Bretagna ha un'enorme carenza di case causata da divorzi che portano alla formazione di nuovi nuclei familiari e alle severe leggi sulle nuove costruzioni. Fra cinque anni è possibile che questa domanda non soddisfatta riemerga, ma il mercato ha ancora molto da cadere prima di raggiungere un valore ragionevole.

Sto scrivendo in un momento in cui i mercati azionari mondiali stanno adeguandosi in ritardo. In un tale momento è difficile non farsi prendere dal panico. Io credo che sia improbabile che il mercato azionario mondiale e il prezzo del petrolio si riprendano in tempi brevi, e non mi aspetto nient'altro che un mercato ribassista prima del 2010.

L'economia globale è in ribasso e lo è da solo un anno. Non è una grande consolazione poter dire che molti di noi l'avevano previsto.

William Rees-Mogg è uno dei principali editor politici. Ha lavorato come Editor in Chief presso The Times a Londra ed osservatore indipendente presso la House of Lords a Westminister.

Lord Rees-Mogg ha previsto accuratamente tra l'altro il crollo del muro di Berlino e la crisi finanziaria del 1987. I suoi commenti politici vengono pubblicati in The Times ogni lunedì. Le sue idee politiche sono raccolte in Strategic Investment, la famosa newsletter che egli fondò oltre 15 anni fa.

Leggi tutti gli articoli di William Rees-Mogg.

 

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