Oro oggi

L'oro, l'argento e la crisi monetaria

Le potenzialità di oro e argento sul mercato nel futuro prossimo

Da: The Gold Report

DAVID MORGAN è un appassionato di metalli preziosi che conta una laurea in finanza ed economia e una in ingegneria. Recentemente ha creato il sito web Silver-Investor.com e dato origine al The Morgan Report, una newsletter mensile che si occupa, tra le altre cose, di denaro, miniere e metalli.

Le sue lezioni sono richieste in tutto il mondo e i suoi articoli pubblicati dal Herald Tribune, dal Futures Magazine, e dal Wall Street Journal. Morgan ama considerarsi un marcoeconomista e il suo scopo principale è la divulgazione: aiutare le persone a capire il denaro, i benefici di un sistema finanziario solido, e l’importanza della ricerca e della pazienza negli investimenti.

David Morgan parla al The Gold Report e suggerisce che “non c’è risorsa migliore dell’oro quando sale la preoccupazione per una crisi.”

The Gold Report: La sua strategia di investimento comprende lo scovare opportunità ignorate o  sottovalutate. Quali metalli sono compresi in questo campo, secondo lei?

David Morgan: Il sottotitolo di The Morgan Report è: “Denaro, metalli, miniere”, e il mio approccio al mercato gli corrisponde, esattamente nello stesso ordine. Le miniere, ecco dove si ottiene il leverage più alto. E i metalli sono la risorsa migliore, sopratutto i metalli preziosi, in questi tempi di incertezza.

TGR: Cosa, a suo parere, è sottovalutato?

DM: Il nickel è probabilmente il metallo più sottovalutato, anche se sta cominciando a venir fuori. Tutti i metalli dovrebbero salire rispetto al dollaro, ma credo che il 2010 sarà piuttosto altalenante. I livelli di stress sono alti su entrambi i lati, da una parte il rischio inflazionario dei governi che sperano di risolvere la situazione stampando nuova moneta, dall’altra il fatto che così tanti paesi siano sull’orlo del default.

TGR: Quali sono i fattori economici chiave che tiene sotto controllo per decidere da che parte stare?

DM: La velocità del denaro. E’ stato stampato abbastanza denaro da avere una iperinflazione a tempo record, quindi ovviamente non è una questione di quantità, ma di velocità: in quanto tempo parte di quel denaro – non sappiamo quanto – comincerà a trasformarsi in qualcosa d’altro rispetto a valuta. Lo abbiamo visto con l’India, che ha acquistato 200 tonnellate d’oro. Una quantità relativamente modesta, se paragonata all’ammontare del debito, ma comunque è un segnale forte ai mercati: l’India preferisce l’oro rispetto ai dollari americani. E credetemi, non è l’unico paese a pensarla così.

Sarebbe opportuno pensare in termini più ampi rispetto a inflazione VS deflazione. Siamo in piena crisi, cosa che accade quando viene meno la fiducia nella valuta più importante. A giudicare da ciò che si legge nella stampa mondiale, è piuttosto evidente che gli altri paesi mettono in dubbio la fiducia verso il dollaro.
In situazioni economiche simili a questa, la storia dimostra che ciascuno ha un prezzo da pagare. E’ una questione di capacità produttiva. La vera ricchezza non è il denaro.  Il vero denaro è un insieme di componenti di valore. Per produrre ricchezza, bisogna produrre qualcosa che abbia valore nel mercato. La capacità produttiva degli Stati Uniti è in declino dal 1974. La capacità produttiva della Cina è invece cresciuta molto dagli anni ’70 ad oggi. Il problema oggi è che il mezzo di scambio non è più considerato autorevole da parte di chi produce. La Cina è un esempio, e non fa presagire niente di buono.

TGR: Per tornare alle opportunità ignorate o sottovalutate, in questa situazione in cui nessuno prevede cosa accadrà, che tipo di opportunità di investimento si stanno evidenziando?

DM:  Per quanto mi riguarda, niente è meglio che comprare oro se si teme una crisi, e qualunque siano le conseguenze di tale crisi, depressione o iperinflazione. Comprare argento è un investimento migliore nei periodi di alta inflazione.
La gente si infogna in dibattiti su inflazione/deflazione, ma entrambe le circostanze presentano una situazione simile: disoccupazione, scarsa capacità produttiva, sfiducia nel governo, maggiore inferenza del governo, un malessere generale dell’economia. Sopratutto, un’enorme incertezza.
Chiederei  a chiunque sia preoccupato da questo dibattito, di mettere una moneta d’oro o d’argento in una mano, e la valuta di loro scelta nell’altra, e domandarsi: quale delle due ha mantenuto più potere d’acquisto nel corso degli anni? E’ preferibile avere dei risparmi che siano in una forma che ha dimostrato di mantenere il suo valore nel corso dei secoli; o in una forma che, la storia ci insegna, ha sempre fallito? Se non si è certi, suggerisco di dividere a metà. Tenere il 50% dei risparmi nella valuta di propria scelta, e l’altro 50% in metalli preziosi.

TGR: Se si posseggono dei soldi da investire in azioni o in metalli preziosi, suggeriresti di usare tutta la liquidità per l’acquisto di metalli preziosi e poi vendere man mano che si voglia investire in azioni? O mantenere la liquidita’ a portata di mano per opportunità azionarie?

DM: Anche i metalli preziosi possono essere acquistati praticamente in qualsiasi momento. È una classe di asset differente rispetto alle azioni minerarie. Le azioni minerarie generalmente seguono l’andamento della Borsa solo fino ad un certo punto, che ancora non è stato raggiunto, quando le azioni minerarie cominciano a vivere di vita propria. In altre parole, vedremo le azioni delle miniere d’oro e d’argento prendere un corso generalmente opposto rispetto all’andamento della Borsa.  Nel prossimo futuro ritengo che le azioni minerarie seguiranno l’andamento in discesa della Borsa. Circa una settimana fa ho postato un articolo sul mio sito web su Harry Dent che prevede la crisi del mercato azionario a partire dalla fine di Febbraio.  Non avrei troppa fretta a riparare proprio adesso nelle azioni minerarie. Ma a chi ancora non ha alcun investimento in oro fisico, suggerirei decisamente di provvedere.

Per quanto riguarda vendere l'oro o l'argento per acquistare azioni, è una cosa che non sceglierei assolutamente di fare. Farei il contrario: se avessi un guadagno sostanzioso su un investimento in azioni minerarie, lo trasformerei in metallo prezioso. Trasformerei la carta in oro, piuttosto che viceversa.

TGR: Ci parlava della valuta di scelta, e dell’oro. Molte persone che hanno investimenti in oro sono in attesa che l’argento passi ad essere commerciato da metallo industriale a metallo prezioso. Molte persone usano il rapporto oro-argento per monitorare la rapidità d’ascesa dell’argento. Crede nell’efficienza di tale rapporto, e cosa prevede per l’argento?

DM: Il dibattito sul rapporto oro-argento è molto ampio. L’argento probabilmente raggiungerà ciò che io chiamo il rapporto classico, o monetario, che è 16:1. Potrebbe addirittura scendere al rapporto naturale, che in questo momento è di 10:1, ma non credo riuscirà a fare di meglio. Ovviamente questo implica che l’argento sia in questo momento sottovalutato rispetto all’oro.

Prevedere il momento in cui l’argento acquisirà esclusivamente un aspetto monetario è parte di quanto sto scrivendo per il numero di Marzo di The Morgan Report. In breve, si tratta di guardare al mercato dell’argento proiettandolo nei prossimi dieci anni. Per dieci anni la tendenza e’ stata al rialzo, e secondo il mio parere lo sarà ancora.

Al termine di queste fasi al rialzo, si giunge a una fase di euforia e ciò vale per quasi tutti i mercati. Lo abbiamo visto nel settore tecnologico, quando si compravano azioni  .com che non avevano valore.

TGR: Era la New Economy.

DM: Esatto. Accadrà qualcosa di simile. Assisteremo a una corsa impressionante verso oro e argento, specialmente per quanto riguarda le azioni, e ad un folle acquistare dettato da timore e avidità. Verrò probabilmente linciato quando suggerirò di vendere, perché nessuno vorrà scambiare oro fisico per denaro cartaceo. Per far fronte a questa situazione, ho già pianificato alcune tecniche per proteggere gli investimenti in metallo fisico, e vendere a un mercato ancora forte, ma quei giorni sono ancora lontani.

Quando arriverà il momento del panico, l’oro salirà probabilmente a $2000 all’oncia, e forse più. La gente comune improvvisamente si accorgerà di dover acquistare azioni legate all’oro; molti si rifugieranno nell’argento perché sarà ancora accessibile rispetto all’oro.

Grandi somme di denaro si muoveranno verso i metalli, e visto che il prezzo  dell’argento sarà piu’ basso rispetto al prezzo dell’oro, molto di quel denaro convoglierà nel mercato dell’argento. Assisteremo ad una discesa del rapporto da 60:1 a 50:1 a 40:1 a 35:1 a 20:1 e forse 16:1 o 10:1, perché ci sarà relativamente più denaro che si muove verso l’argento rispetto al passato. E poiché il mercato dell’argento è così limitato, persino un minimo aumento della liquidità farà lievitare i prezzi.

TGR: Da come lo spiega, tale rapporto ha validità piuttosto breve.

DM: Dipende dal periodo storico. Una delle mie prime lezioni, che ancora tengo di tanto in tanto, è proprio sul rapporto oro-argento. Nel XII secolo era di 12:1, che era esattamente il rapporto naturale in quel momento. Ovvero, 12 once d’argento vedevano la luce per ogni oncia d’oro, e questo è stato il rapporto di estrazione valido fino al XVII secolo circa.

Quindi il mercato stabilì il rapporto 12:1, e lo resse per secoli. Il rapporto oro-argento divenne monetario quando l’Inghilterra ebbe un problema simile a quello che l’economia mondiale sta vivendo adesso. Durante una turbolenta crisi monetaria, Sir Isaac Newton suggerì alla Banca d’Inghilterra di instaurare uno standard sull’oro, e ciò fu fatto. Newton asserì che il rapporto corretto nel nuovo regime monetario era di 15,5:1, il punto in cui erano i mercati in quel momento. Quel rapporto, di circa 16:1, rimase invariato per secoli.

Quindi, ha importanza? Si e no. Quando l’argento venne demonetizzato e considerato un metallo industriale, quindi non più considerato come denaro per sé, fu rivalutato. Il punto importante è se l’argento sia o no sottovalutato, e di conseguenza se si ritenga o meno che esso costituisca un’opportunità d’investimento.

TGR: L’aspetto interessante quando si parla di rapporto oro-argento è che l’argento, in quanto metallo industriale, viene consumato, mentre l’oro no. Inoltre, l’argento è un sottoprodotto di estrazione di altri metalli. Le sue previsioni a breve scadenza sono che le economie non cresceranno. Visto che l’argento viene estratto insieme ad altri metalli, l’estrazione dell’argento dovrebbe descrescere e che impatto avrebbe sui prezzi dell’argento?

DM: Si, dovrebbe descrescere e potrebbe influenzare i prezzi nell’immediato. La domanda industriale per l’argento era circa il 35% del mercato totale nel 2000. Oggi è circa il 54%. La domanda industriale per l’argento non solo è la piu’ importante, ma anche quella  che cresce in maniera più veloce. Questo dato è comunque parziale, perché dal 2006 abbiamo visto una crescita  importante nell’acquisto di argento perché la domanda di argento da investimento è cresciuta in maniera esponenziale.  Dall’avvento dei SLV, gli ETF sull’argento, un’enorme quantità di denaro viene investita nel mercato dell’argento.

Quindi abbiamo la parte industriale. Indipendentemente dall'attività di estrazione, la domanda industriale preleva costantemente argento dal mercato, e molto di quell’argento è destinato a non tornare mai sul mercato. Un ruolo significativo è svolto dal riciclaggio, ma non è onnicomprensivo. In alcuni casi, l’argento viene utilizzato, ed è perso.

Questo meccanismo erode quindi le scorte d’argento. Se a ciò si aggiunge una crescita nella domanda di argento da investimento, e  trattandosi di un mercato piccolo, la situazione che si prospetta è a dir poco esplosiva. La questione è quando accadrà.  Io stesso ho dichiarato che accadrà non prima del 2012, ma potrei sbagliarmi. Dopotutto i mercati sono prevedibili solo fino ad un certo punto, ma questi movimenti così importanti accadono per fasi, e siamo ancora in una fase che si può definire di scetticismo.

Per esempio, alcune persone che hanno acquistato oro a più di $1.000 all’oncia, in questo momento sono scettiche. Dubitano che potrà mai tornare ai $1.200. Personalmente, sono convinto che salirà ben oltre, ma più il prezzo dell’oro altalena tra $1.000 e $1.200, più è probabile che queste persona diano retta ad amici e broker e si convincano che l’oro non è un buon investimento, e vogliano tornare ad investire in Borsa. O peggio, se il limite dei $1.000 viene abbattuto, saranno così insicuri da rivendere sul mercato e causare un’ulteriore depressione.

TGR: Alcune persone suggeriscono le azioni perché sostanzialmente hanno più leverage, quindi ci sono maggiori aspetti positivi rispetto ai metalli stessi. Cose ne pensa?

DM: Abbiamo recentemente investito una certa somma in terre rare (REE), un settore molto attivo in questo momento. E’ una speculazione, quindi si tratta di denaro che potremmo permetterci di perdere. Ritengo sia piuttosto sicuro investire in questo campo, per quanto possa essere sicura una speculazione. Ad ogni modo, ritengo che questo sia il momento giusto per accumulare contante. Per i prossimi mesi si osservi l’andamento del mercato. Se si è in dubbio, è meglio starne fuori. Non c’è niente di male nel rimanere fuori dal mercato in questo momento. Sarà il mercato a indicarci cosa fare, e noi abbiamo la strategia per rientrare velocemente.

TGR: Eppure, quando si tratta di comprare, il tuo interessa cade nelle azioni sottovalutate.

DM: A chiunque piace chiudere dei buoni affari. La trattativa perfetta è comprare a 5 qualcosa che vale 10. Personalmente, sono interessato sopratutto a investimenti a media scadenza. Non faccio day trading, e per quanto riguarda la lunga scadenza, anche per chi possiede un livello di competenza adeguato, è impossibile non sbagliarsi mai.

Per l’investitore comune le analisi tecniche sono un ottimo strumento, ma non possono essere certe al 100%. E’ impossibile prevedere, per esempio, un evento quale quello dell’11 Settembre. Il mio approccio sarebbe di tenere nonostante tutto il 75% delle azioni sui metalli preziosi, e il restante 25% puo’ essere giocato sul mercato.

Fondatore del Silver Investor, David Morgan comincio' a investire in Borsa prima di compiere i 18 anni, e fu capace di investire nel mercato in ascesa dei metalli gia' dieci anni fa. Nel 2000 fece notare ai suoi lettori che la quotazione dell'argento era la migliore della storia. Laureato in Economia e Finanza e Ingegneria, David Morgan e’ un autorevole analista e opinionista sugli investimenti in argento in siti quali Gold-Eagle, SilverSeek, marketWatch e Resource Investor.

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