Oro oggi

Oro, produttività e un sistema monetario solido

Come difendere i propri risparmi in un sistema monetario non solido?

di Dan Denning – Daily Reckoning Australia

CHARLIE MUNGER, partner di Warren Buffett a Berkshire Hathaway, ha dichiarato alla CNBC ad inizio settimana:

“L’oro è la soluzione ideale se puoi cucirlo all’interno dei vestiti e sei una famiglia ebrea a Vienna nel 1939. Le persone civilizzate non comprano oro. Investono in business produttivi.”

Per capire questa dichiarazione dobbiamo focalizzarci su due parole chiave: “produttivi” e “civilizzate”.

Munger potrebbe anche avere ragione se il mondo odierno fosse davvero civilizzato. Ma forse il mondo moderno non è così civilizzato come lui ritiene. Parte di ciò che rese il mondo non civilizzato nel 1939 era un sistema monetario non solido. L’abbandono del sistema aureo rese possibile la realizzazione degli intenti di guerra nel 1914. Il sistema monetario ugualmente poco solido che emerse dalla prima guerra (compresi i trattati di Versailles) garantì virtualmente che l’instabilità monetaria e fiscale portasse all’instabilità politica. Partiti radicali come quello nazista non ebbero difficoltà a fiorire.

Eppure è difficile contraddire Munger quando dice che l’oro non è un investimento. Per noi l’oro fisico infatti è denaro vero, non un investimento. Non lo si compra per ottenere un capital gain, ma per preservare potere di acquisto. Si scambia il denaro cartaceo in cambio di oro fisico, che poi potrà essere scambiato per qualunque sarà la valuta che emergerà quando il sistema finanziario che abbiamo oggi diventerà più civile.

Considerato che le azioni di classe B di Berkshire Hathaway hanno performato peggio rispetto all’oro, si può ipotizzare che la performance storica dell’azienda abbia più a che vedere con l’espansione della base monetaria piuttosto che con una crescita vera e propria in termini di produttività. Diamo uno sguardo al grafico prima di trarre delle conclusioni.

Il grafico mostra quante azioni Berkshire di classe B servono per comprare un’oncia d’oro in dollari. La ratio diminuisce nel 1998 e 1999 nel momento in cui il prezzo dell’oro era più basso e Berkshire performava in maniera solida. L’impennata del 2000 coincide invece con la bolla internet, quando tutti ritenevano (a tort) che Buffett fosse un vecchio farneticante.

Eppure, come si nota dal grafico, dal 2001 le azioni Berkshire mostrano un declino paragonate al prezzo dell’oro: servono quindi sempre più azioni Berkshire per comprare un’oncia d’oro, cosa che potrebbe spiegare l’ostilità di Buffett e Munger per l’oro. O forse dipende dal fatto che entrambi hanno vissuto la maggior parte della loro vita in un’era in cui il sistema monetario non rischiava di disintegrarsi, e non riescono a concepire che ciò possa accadere.

Un’analisi superficiale del grafico potrebbe portare a ritenere che la Berkshire abbia avuto un rally contro l’oro che parte a fine 2011. Sia chiaro che è un risultato del calo del 14% dell’oro rispetto al record di $1900 e della spinta data ai mercati azionari dai programmi per favorire la liquidità eseguiti da Federal Reserve e Banca Centrale Europea (QE2, Operation Twist e LTRO).

Il trend degli ultimi 10 anni non lascia adito a dubbi. Ci vogliono sempre più azioni Berkshire per comprare un’oncia d’oro. È quindi ovvio che Munger remi contro!
Non vogliamo però mettere sotto accusa l’acume di Buffett o Munger. È un ragionamento più generale: una società civile fatta di persone civili ha una moneta stabile. Un’economia con una moneta stabile ha dei prezzi stabili. Tale stabilità permette una pianificazione a lungo termine e una valutazione accurata di quanto vale un business. Gli investitori vengono premiati per la capacità di identificare quali business sono più produttivi e utilizzano meglio il capitale aziendale.

In una società incivile dove il valore del lavoro viene sottratto con l’inflazione (resa possibile da un sistema monetario non solido) paga davvero investire in un business produttivo? Paga essere produttivo nel proprio lavoro, a livello personale, quando un sistema fiscale confisca la tua ricchezza personale per distribuirla a chi non è produttivo?

Non è più semplice essere un capitalista che vive di rendite, approfittando della perversione monetaria del governo, per non parlare della perversione del sistema fiscale in cui i membri della casta sono messi in grado di sfuggire all’atteggiamento predatorio dello stato?

Chi ritiene che questa sia una società civile dove il lavoro produttivo viene ripagato allora ha subito il lavaggio del cervello dalle grandi menzogne del nostro tempo. Il cervello e il portafoglio rischiano di  essere presi in contropiede.

Munger vuole che gli investitori rimangano esattamente nel punto dove si trovano. Meno si considera se il sistema monetario attuale sia civile, meno lo si mette in discussione e in pericolo (ed entrambe le cose sarebbero un’inconveniente per Munger). Noi d’altro canto raccomandiamo di adattarsi invece alla realtà del sistema monetario attuale.

Ma come ci si adatta ad un’era che impedisce la valutazione accurata dei business produttivi e sovverte la produttività dell’economia stessa incoraggiando il debito e il consumo?

Dan Denning è un analista di investimenti indipendenti a Melbourne che cura l'edizione australiana di The Daily Reckoning. È l'autore del best seller The Bull Hunter  (Wiley & Sons). Precedentemente era editor presso Strategic Investment con Lord William Rees-Mogg.

Leggi tutti gli articoli di Dan Denning.

 

Segui BullionVault

Facebook  Twitter

 

Domanda e offerta di oro e argento