Oro oggi

ESM, il negoziato virtuale ed i retroscenisti della catastrofe

Considerazioni a margine del recente summit europeo

a cura di Phastidio.net

IN UNA GIORNATA altrimenti avara di notizie, siamo lieti di segnalarvi l’avvio del fuoco di sbarramento da parte dell' "euro del Nord" contro gli esiti del Consiglio europeo. Le danze sono ufficialmente aperte dalla Finlandia, che minaccia il veto all’acquisto di titoli di stato sul mercato secondario. Senza spingersi a tanto, anche l’Olanda segnala la propria contrarietà a tali acquisti. La cosa più surreale è che stiamo parlando del nulla, per un paio di buone ragioni.

La prima è di ordine pratico: i finlandesi non hanno capito da subito che, dopo il Consiglio europeo, l’ESM è atteso cambiare pelle, ed investire non più esclusivamente in titoli di debito sovrano con priorità massima nel rimborso in caso di dissesto del debitore, bensì in azioni di imprese private quali sono le banche; le quali azioni sono per definizione collocate nel punto più rischioso della struttura di capitale. Sempre che le cose vadano in questo senso, visto che avere l’ESM azionista di banche fa un certo effetto, e probabilmente a Berlino e dintorni si faranno cogliere dalle vertigini. Anche osservatori italiani come Roberto Perotti sono estremamente scettici sulla possibilità che questo esito si concretizzi, e pensano che alla fine tutto tornerà a gravare esclusivamente sulle tasche dei contribuenti spagnoli.

Dimenticando, tuttavia, che se le cose andassero effettivamente così, la Spagna tornerebbe ad essere messa al muro dal plotone di esecuzione del mercato, e servirebbero nuovi meeting di emergenza a Bruxelles. Forse gli economisti, così concupiti dalla politica in questa contingenza, dovrebbero fare un piccolo sforzo per incorporare anche valutazioni politiche nei loro vaticini, oltre a staccarsi dal feticismo verso la modellistica economica, che continua ad ignorare bellamente variabili fondamentali quali la liquidità di mercato.

Il secondo problema legato all’iniziativa finlandese, è che essa astrae completamente dalla realtà. E la realtà ci dice che l’ESM (che nemmeno è operativo, peraltro) semplicemente non ha i soldi, una volta considerato il fabbisogno di ricapitalizzazione delle banche, come bene illustra il calcoletto di Charles Forelle del Wall Street Journal. E quindi prima o poi il tema di dare più risorse all’ESM, magari dotandolo di una licenza bancaria, tornerà a riproporsi con forza.

Che significa, tutto ciò? Che presto la realtà testerà se la Germania sta bluffando. Resta il fatto che tornare indietro da questo sentiero, peraltro imboccato con drammatico ritardo, equivarrebbe a far finire anche Berlino sotto le macerie. Per questo sarebbe opportuno evitare di lanciarsi in difese d’ufficio di Angela Merkel, soprattutto da parte dei filotedeschi di casa nostra. Perché non è che serva dimostrare la nostra expertise in retroscenismo ed ésprit florentin, e proiettarla sugli assai più lineari tedeschi: qui o si imbocca (e pure ad elevata velocità) la strada aperta la scorsa settimana, oppure solo i babbei avranno modo e tempo di rallegrarsi, da sotto le macerie, per la “vittoria” della Merkel. Però volete mettere l’effetto che titoli su chi ha “vinto” e chi ha “perso” hanno sui giornali italiani, già noti per la loro profondità analitica?

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