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Debito pubblico: verso l'aumento maggiore di tutti i tempi

I dati Bankitalia sembrano suggerire che l'Italia sta finendo l'ossigeno...

a cura di MazzieroResearch

IL DATO sul debito pubblico di maggio pubblicato dalla Banca d’Italia è un dato che non ci può lasciare indifferenti per una serie di motivi:

- Rappresenta il record storico del debito pubblico a 2.074,7 miliardi di euro.

- Corrisponde a un incremento di 33,4 miliardi nel solo mese di maggio.

- Proietta l’aumento del debito nei soli primi 5 mesi del 2013 a 86 miliardi; nell’intero 2012 era aumentato di 81 miliardi.

Ma la cosa inedita e che dovrebbe far tremare le gambe a ogni individuo dotato di capacità di intendere e di volere è che il ritmo con cui cresce il debito aumenta sempre di più:

È plausibile che quest’anno vengano bruciati 100 miliardi di debito.

 

 

Un altro record superato nel 1993 e 1994, quando si arrivò in entrambi gli anni a 110 miliardi; nel 2009 ci si fermò invece a 97 miliardi.È davvero possibile un tale scenario? Siamo forse già arrivati al punto di non ritorno?

I numeri fin qui esaminati sono piuttosto evidenti e non vi sono apprezzabili segni di inversione di rotta; se si osservano le variazioni del debito mensili si potrà constatare che:

- I mesi in cui il debito aumenta (segmenti rossi) sono maggiori del numero dei mesi in cui questo diminuisce.

- Inoltre quando il debito diminuisce la lunghezza del segmento, eccetto in un caso, è molto inferiore all’ampiezza del segmento rosso; ciò significa che un mese di virtuosismo viene subito vanificato nel mese successivo.

Il quadro d‘insieme mostra un debito strutturale, ben inclinato verso l’alto che non accenna a perdere d’intensità, anzi accelera.

Cosa significa tutto questo?

- Che l’accumulo di debito è cronico e non vi è possibilità di cambi di rotta se non con shock di natura strutturale.

Gli shock strutturali potrebbero essere di due tipi:

- Un default parziale sui titoli di Stato.

- Una misura che colpisca il patrimonio, principalmente abitativo e/o un prestito/prelievo forzoso sui capitali, nella forma più fantasiosa che il legislatore sarà in grado di escogitare.

Non si tratterebbero di pochi denari, ma di una somma capace di riportare il debito/Pil tra il 100 e il 110%; una lunga strada dato che siamo diretti oltre il 132%.

La tentazione di raccogliere una cinquantina di miliardi, cosa assai difficile di questi tempi, probabilmente questa volta non sortirebbe effetto; in quanto avrebbe il solo scopo di rimandare di un anno una manovra ancor più dolorosa e che potrebbe aggirarsi intorno ai 200-300 miliardi.

Una Via Crucis capace di togliere il sonno a ogni carica elettiva…

Quindi nel frattempo l’unica cosa che resta da fare, elezioni tedesche permettendo, è calciare la lattina sul marciapiede, sperando di riuscire a farla andare più in là, almeno finché si può evitare di restare con il cerino in mano.

Un cerino però che sta finendo l’ossigeno.

Mazziero Research è una società di ricerca finanziaria indipendente, fondata da Maurizio Mazziero, esperto di finanza con una lunga esperienza in diversi mercati. Maurizio Mazziero si occupa di materie prime da diversi anni, ha diretto la società ClubCommodity.com e coordinato il Comitato Scientifico che ha realizzato COMMIN, COMModity INdex, l’indice europeo sulle materie prime.

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