Rally dell’oro e dell’argento prima della dichiarazione della Fed

Il prezzo dell’oro è salito al massimo di una settimana in tutte le valute durante gli scambi di mercoledì a Londra, superando i 1.075$/oz prima della tanto attesa dichiarazione di oggi sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve americana. 

 

Anche l’argento ha gudagnato il 3,3% rispetto al minimo di 6 anni toccato questo lunedì, venendo scambiato nella giornata odierna sopra i 14,20$/oz. 

 

La posizione dei trader nel mercato futures fa intuire che l’incremento dei tassi di interesse dello 0,25% da parte della Fed dopo 7 lunghi anni sia certo. 

 

“Valuterei l’acquisto di oro subito dopo la decisione sui tassi di interesse della Fed”, ha affermato David Govett della Marex Spectron di Londra, “per attendere poi il successivo rally”.

 

“L’oro potrebbe scendere come reazione normale e immediata all’incremento dei tassi”, concorda in una nota la banca HSBC, “ma dal momento che l’incremento è dato per scontato, crediamo che qualsiasi attività di vendita sia relativamente di breve durata”, affermano gli analisti della BNP Paribas e della ICBC Standard Bank.

 

“Il dollaro potrebbe incontrare delle difficoltà a seguito della decisione della Fed”, afferma un broker della INTL FCStone.

 

“Ad ogni modo”, va avanti la INTL FCStone, “nel mercato dell’oro continua a ravvisarsi l’assenza di nuovi investimenti attraverso fondi ETF sull’oro, mentre la domanda proveniente dall’industria continua a rimanere abbastanza debole”.

 

“I prezzi dell’oro in India, primo mercato al mondo per consumi, sono al momento inferiori ai prezzi internazionali di Londra, in quanto rivenditori al dettaglio e gli intermediari stanno rimandando gli acquisti a dopo la dichiarazione della Fed sui tassi di interesse”, conclude la INTL FCStone. 

 

La giornata di domani sarà di notevole importanza per capire la reazione dei mercati alla decisione della Fed di oggi, ma il clima che accompagna l’ultima riunione dell’anno è di estrema incertezza, situazione resa ancor di più instabile dalla decisione da parte della Banca Popolare cinese di portare lo yuan ai nuovi minimi.