Oro oggi

L’oro in India

I governi possono veramente obbligare le persone a rifiutare l’oro fisico in favore della moneta cartacea...?

IN BASE AI DATI UFFICIALI la banca di riserva indiana (Reserve Bank of India, RBI) ora possiede 357.75 tonnellate di oro, corrispondente al 6% del valore corrente di tutte le riserve di cambio estere.

L’evoluzione della politica della RBI sull’oro da investimento sin dall’indipendenza del paese era concentrata su alcuni obiettivi principali, ovvero allontanare le persone dall’oro in mani private, regolare l'offerta di oro, ridurre la domanda e i prezzi nazionali e diminuire il contrabbando.

In seguito alla guerra cinese nell’ottobre 1962, alcune persone pensavano che fosse fattibile attaccare frontalmente la domanda di oro in India, obbligando così i cittadini indiani ad usare la Rupia per custodire il proprio patrimonio.

L’oro in India: l’ordine per il controllo dell'oro

In base a questo nel 1962 venne emesso l’Ordine per il Controllo dell’Oro (Gold Control Order) ch proibiva la produzione e la vendita di gioielli con oro oltre i 14 carati, e rendendo obbligatoria la registrazione ufficiale dei produttori di gioielli, che da quel momento in poi dovevano tenere e fornire i dati contabili di tutto l’oro ricevuto e da loro utilizzato.

Queste misure vennero accolte con notevole resistenza e critiche che, assieme a complessi meccanismi politici, portarono al fallimento del Gold Control Order stesso.

Vennero proibite anche le importazioni e le esportazioni di oro, cosa che portò a fiorire le importazioni illegali assieme ai cambi illegali di valute estere.

Nel 1977 venne discussa l'eventualità di importazioni legali di oro al fine di contrastare quelle illegali, ma le riserve di valuta non erano sufficienti a rendere fattibile questa eventualità. Il governo decise quindi di vendere in piccole quantità l’oro confiscato tramite la Reserve Bank of India, ma anche questo non ebbe nessun effetto considerevole sull'attività illegale di oro.

L’oro in India: schemi di mobilizzazione

Il governo e la Reserve Bank of India presero così alcune iniziative per bilanciare tutto l’oro in mani private in India, consentendo alle banche commerciali di pagare interessi su obbligazioni emesse in cambio di lingotti, monete e gioielli d'oro.

Nel novembre 1962 vennero introdotte obbligazioni in oro di 15 anni con un interesse del 6,5% annuo, ma queste riuscirono a mobilitare solo 16.7 tonnellate di oro. Un altro tentativo di accumulare oro venne portato avanti nel marzo del 1965 con uno schema di obbligazioni in oro al 7% (Gold Bond 1980 Scheme). Ma anche questo tentativo riuscì a mobilitare solo 6,1 tonnellate di oro.

In seguito vi furono le National Defense Gold Bonds 1980, sempre del 1965, che portarono al governo 13.7 tonnellate di oro, il Gold Bond Scheme 1993 che ne portò 41 e il Gold Deposit Scheme lanciato nel 1997 che portò solo 7 tonnellate nei primi due anni.

E tutto questo contro il totale dell’oro in mani private in India, stimato tra le 13.000 e le 15.000 tonnellate.

L’oro in India: perché i privati non convertono oro in denaro?

Nel budget dell’anno 1999-2000, il governo indiano annunciò una nuova iniziativa nel tentativo di accaparrarsi una parte dell’oro in mani private. Questa volta l’idea fu quella di permettere alle banche commerciali di incassare gli interessi sotto forma di lingotti, monete e gioielli d'oro.

Tutte le banche possono fissare il proprio livello dei tassi di interesse con periodi di deposito variabili dai tre ai sette anni. Gli interessi e qualsiasi reddito di capitale sull’oro sono esenti da tasse, e le banche possono prestare l'oro a produttori di oro locali o venderlo sul mercato dell'oro indiano principale oppure a banche locali.

Eppure anche questo schema non sembra aver avuto un particolare successo. La banca centrale indiana (Bank State of India) fu la prima ad accettare questi depositi, ma finora l'oro totale raccolto tramite questo schema è di sole 10 tonnellate.

Perché? Innanzitutto chi deposita l'oro deve dichiarare la provenienza del metallo. Questo obbligo esclude tutto il metallo importato illegalmente prima dell'alleviamento dei controlli sull'importazione nel 1992. Inoltre il prezzo della fabbricazione dei gioielli va in fumo visto che le banche convertono l'oro in lingotti prima di accettarlo in deposito.

In secondo luogo bisogna tenere in conto che la purezza della maggior parte dei gioielli indiani è molto bassa in confronto al 99,5% o maggiore ammessa per i lingotti d'oro professionali, ad esempio quelli denominati Good Delivery.

Con il prezzo dell’oro in fortissima crescita contro la rupia indiana, i tassi di interesse devono essere convincenti per i privati che possiedono oro in India per convincerli a vendere il loro oro proprio ora che potrebbe aumentare notevolmente di valore.

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