Oro: effetto Trump svanito, scambi sui 1.264 dollari per oncia

L'effetto Trump per il mercato dell'oro è durato poco. Alla chiusura degli scambi di ieri l'oro aveva già perduto il +4,5% realizzato dal metallo alla notizia della vittoria elettorale su Hillary Clinton.

 

Il metallo ha continuato il suo percorso ribassista anche nel primo pomeriggio di oggi a Londra, con scambi intorno ai 1.264 dollari per oncia, il minimo di oltre due settimane.

 

In Giappone l'indice Topix ha chiuso in rialzo del 5,8%, recuperando le perdite del giorno prima, mentre le Borse europee guadagnavano lo 0,5% al momento dell'apertura dei mercati a New York.

 

I prezzi dei principali titoli di stato, al contrario, sono scivolati nuovamente portando i rendimenti dei buoni del tesoro americano a dieci anni sopra il 2% per la prima volta da gennaio.

 

L'oro aveva toccato i 1.270 dollari per oncia in chiusura degli scambi nella giornata di ieri, prima di rimbalzare di 20 dollari per oncia in Asia ieri notte e questa mattina all'apertura del mercato a Londra.

 

"Crediamo che la vittoria di Trump possa essere positiva per l'oro", afferma un analista della compagnia Metal Focus, "ma non crediamo che sia un fattore determinante nel cambio di direzione del prezzo dell'oro".

 

Metal Focus conferma la previsione di 1.350 dollari per l'oro da qui alla fine dell'anno con un picco di 1.460 dollari durante il 2017, aggiungendo che "l'incertezza che potrebbe derivare dall'elezione di Trump nel mercato interno e nei rapporti  commerciali con partner esteri potrebbe fornire supporto al mercato".

 

La domanda di ETF ha portato il gigantesco fondo SPDR Gold Trust (NYSEArca:GLD) ad acquistare ulteriori 5,3 tonnellate di oro a garanzia delle azioni emesse dal fondo. 

 

Il totale complessivo di oro del fondo è salito a 955 tonnellate, il picco di tre anni.