Oro oggi

Porto sicuro: dollaro e metalli preziosi

È ancora il dollaro l'asset prediletto nei momenti di crisi?

Di Steve Sjuggerud - Daily Wealth

FINO A POCO TEMPO FA, senza eccezioni, il dollaro è stato l’ultimo rifugio nei momenti di crisi politica o economica internazionale. La recente crisi in Medio Oriente sembra in questo senso un punto di rottura, perché il dollaro durante le ultime settimane è invece andato in flessione.

Iniziamo col considerare perché i grandi capitali si sono spostati verso il dollaro nei momenti di crisi, e poi col vedere perché nel futuro potrebbero spostarsi invece in direzioni diverse. È un cambiamento che sembra lieve, ma le cui implicazioni sono piuttosto serie. Se agli investitori internazionali non interessano i dollari durante una crisi, quando dovrebbero interessarli? Con la crisi interna legata al debito non è difficile capire perché il dollaro venga snobbato, e perché i bond USA abbiano perso di appetibilità.

Nei momenti di crisi, però il dollaro ha sempre funzionato come strumento di rifugio. Così è stato durante la crisi venuta dopo il crollo delle Torri gemelle, così con il crollo di Lehman Brothers e durante il crollo nel NY Stock Exchange nello scorso maggio. Il dollaro, nelle tre occasioni, ebbe un rally dell’8/10% in poche settimane.

Perché questa volta è differente? Perché durante questa crisi il dollaro non si rafforza, anzi diventa più debole?

Sembra che i grandi investitori internazionali stiano scegliendo asset diversi, spingendo il prezzo di oro e argento ai rispettivi massimi storici. Sembra quindi che i metalli preziosi stiano sostituendo il dollaro nel ruolo di bene rifugio, dopo decenni durante i quali questo ruolo è stato svolto dal dollaro.

Una spiegazione diversa potrebbe essere che Tunisia, Egitto e Libia non sono così importanti agli occhi della finanza internazionale, e quindi i grandi investitori non stanno in realtà cercando riparo. Un’ipotesi azzardata, ma se la situazione è vista in prospettiva può avere senso: se il sistema bancario europeo è in crisi, i capitali di spostano verso il dollaro. Se la Libia collassa, è praticamente irrilevante, perché i capitali che gravitano tra Londra e New York non sono a rischio.

La debolezza del dollaro potrebbe quindi essere dovuta al fatto che gli investitori internazionali hanno scelto di rifugiarsi verso oro e argento, o al contrario perché la crisi non li preoccupa affatto.

Di certo, se la situazione nel Medio Oriente precipitasse in modo da incidere sull’economia globale e al contempo il dollaro non si rafforzasse, potrebbe veramente significare l’inizio della fine per il biglietto verde.

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Steve Sjuggerud ha avuto una lunga carriera nella finanza prima di fondare True Wealth, del quale è anche redattore. Lanciata nel 2001, è adesso una delle newsletter finanziarie più quotate. True Wealth fornisce anche analisi e idee gratuite tramite la newsletter Daily Wealth.

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