Oro oggi

Domanda di oro in aumento nel 2018 secondo gli analisti

Ritorno della Cina all'acquisto di oro dopo il minimo di sette anni mostrato da dati ufficiali…
 
Secondo gli analisti più accreditati, gli acquisti di oro da parte delle banche centrali continueranno ad aumentare nel 2018, in ripresa dal ritmo di acquisto più lento a partire dal 2010. 
 
“Si stima che la spesa pubblica da destinare agli acquisti di oro possa scendere del 5% quest'anno, segnando il minimo di sette anni per un equivalente di 370 tonnellate",riporta l'ultimo Precious Metals Weekly, l'aggiornamento settimanale della Metal Focus sui metalli preziosi.
 
Ma questo calo “non rappresenta un enorme cambiamento nella fiducia riposta nell’oro da parte delle banche centrali”, continua la Metal Focus, aggiungendo che “la volontà di diversificare da capitali principalmente in dollari americani continuerà ad avvantaggiare l’oro”.
 
“Anche i rischi geopolitici continuano ad essere fonte di preoccupazione”.
 
Già l'anno 2016 aveva fatto registrare l'incremento minimo  nelle riserve d'oro a partire dal 2010, secondo Thomson Reuters GFMS, con acquisti netti in calo del 42% rispetto all’anno precedente ed equivalenti a 258 tonnellate.
 
“Anche durante questi avvenimenti”, conferma GFMS nell'ultimo aggiornamento relativo al terzo trimestre, abbiamo ripetutamente avvertito che questo non sarebbe stato l’inizio di un cambiamento di rotta, rispetto ai forti acquisti delle banche centrali di questo decennio”.
 
Al contrario, secondo quanto affermato da nuovi aggionamenti, la contrazione dell’anno scorso è stata “una fluttuazione...dovuta in parte anche alle vendite effettuate dalla Banca Centrale venezuelana...e per questo il confronto tra i due anni mostra un un brusco rialzo fino a questo momento nel 2017”.
 
In particolare  per il 2018, prevede il GFMS, le riserve della Banca Popolare cinese “torneranno ad aumentare, seppur non in modo drastico, e probabilmente la BPC ricomincerà a fare acquisti” dal momento che è dall'ottobre 2016 che non ne effettua. 
 
“Questo contribuirà all'incremento della domanda mondiale di oro”.
 
 
Osservando la domanda complessiva di oro da parte delle banche centrali, “dopo il record pluridecennale del 2013 di 646 tonnellate, gli acquisti netti sono diminuiti”, riporta un aggiornamento del World Golg Council, l’associazione che rappresenta le più importanti aziende aurifere al mondo.
 
Questo rallentamento, rispetto al 2010-2013, continua il WGC, è stato causato da un cambiamento della domanda, in precedenza supportata dalla maggior parte delle piccole banche centrali del mondo, sempre più dipendente da due soli stati: Cina e Russia”.
 
Entrambi sono grandi produttori auriferi, la Banca Centrale russa acquisisce sempre maggiori quantitativi di oro, secondo gli analisti un metodo per far fronte alle sanzioni internazionali alle banche e società russe dopo l’annessione della Crimea nel 2014 e la crisi con l’Ucraina.
 
La Russia concluderà ufficialmente il 2017 come il maggior acquirente mondiale di oro per il sesto anno consecutivo, secondo il GFMS, avvicinandosi molto all’ammontare di oro dichiarato dalla Cina, pari a 1.842 tonnellate.
 
L’aggiornamento del terzo trimestre del GFMS riporta: ”Se Pechino non riprenderà gli acquisti d’oro, la Russia potrebbe superare la Cina in soli tre/quattro mesi collocandosi tra i cinque paesi più importanti al mondo per riserve auree". 
 
Il Venezuela, colpito dalla crisi, questo mese ha lasciato scadere un contratto di deposito di oro a garanzia presso la Deutsche Bank, non ripagando alla banca tedesca 1,2 miliardi di dollari, perdendo così 43 tonnellate del proprio capitale aurifero, secondo l’analisi di Metals Focus.
 
“Teniamo conto anche di questo nelle stime riguardanti la spesa pubblica del terzo trimestre del 2017”.
 
Il Venezuela, fino a 5 anni fa il tredicesimo maggior detentore di oro al mondo, finora ha dimezzato il suo capitale aurifero. 
 
Lo stato socialista ora si posiziona al ventiduesimo posto, dietro il Regno Unito, il Libano, il Kazakistan e le Filippine.

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