Oro oggi

L'oro e il destino dell'euro

Il record storico del prezzo dell'oro contro l'euro la dice lunga sul destino della moneta unica

Di Adrian Ash - BullionVault.it

Il quotidiano finanziario tedesco FAZ pochi giorni fa ha intervistato lo storico Barry Eichengreen, che ha dichiarato che la disgregazione dell’Eurozona “riporterebbe l’Europa indietro di 50 anni. Non posso credere che accada, è inconcepibile.” 

In Germania sembra che la pensino diversamente, visto che ancora si conservano 13 miliardi di marchi fisici (per un valore che corrisponde a circa l’1% del totale di banconote e monete in euro in circolazione) nonostante si possano cambiare per il controvalore in euro - così come negli ultimi 10 anni. 

Inoltre, la domanda di oro fisico da investimento sembra non avere sosta e anzi continua a livelli da record, come dimostra il grafico presentato all’ultima edizione della Conferenza Annuale della LBMA da Wolfgang Wrzesniok-Rossbach del gruppo Heraeus. 

 

 

 

Come si può notare, la Germania rimane il mercato principale per l’acquisto di lingotti d’oro. La bandiera svizzera indica che una parte larga ma non quantificabile degli investimenti in oro situati in Svizzera sono di proprietà tedesca, di investori che preferiscono conservare il metallo fisico fuori dall’Eurozona.

Il nuovo record storico dell’oro contro l’euro, stabilito la scorsa settimana, la dice lunga sul destino della più artificiale delle monete legali. 

 



Il triplicarsi del prezzo dell’oro dopo un lungo periodo di valutazione stabile attorno ai €10.000 al Kg (o meglio, DM 20.000 al Kg) getta ulteriori dubbi sul “patto di stabilità” dell’Euro. Non è necessario essere degli esperti per accorgersi che il prezzo dell’oro, usato come denaro per 5.000 anni, sia indicativo rispetto al valore della moneta che è in vigore in Europa da appena dieci anni.

Le rigide regole sulle quali si era basato l’Euro (imparate e messe in pratica in 50 anni di disciplina teutonica)  sono state invece stravolte ad ogni occasione:

- L’obiettivo per la crescita della base monetaria della Banca Centrale Europea è stato prima declassato a “valore di riferimento” e poi completamente ignorato. Stabilito a 4,5% all’anno, è giunto ben oltre il 12% durante il biennio 2006-7

- Fatta eccezione per il Lussemburgo, tutti gli stati membri (inclusa la Germania) hanno sfondato i tetti stabiliti per il deficit interno, costringendo Bruxelles a imporre “misure speciali” che sono state ulteriormente ignorate

 - Impossibilitata dal trattatato fondativo a finanziare direttamente i debiti nazionali, la BCE si è trovata prima a salvare le banche commerciali prestando denaro dietro garanzie fatte di bond governativi, e poi a comprare direttamente i bond stravolgendo le regole iniziali

I sistemi monetari possono fallire, e lo fanno; gli interessi del commercio senza frontiere non possono garantire un patto valutario che è stato trasgredito da 15 nazioni su 16. I tecnocrati si tengono impegnati formulando ipotesi su cosa potrebbe accadere, e l’impossibilità di una secessione sembra adesso superabile. L’ammonimento di Eichengreen (enormi costi di trasferimento, più una fuga di capitali verso la Germania che causerebbe un rialzo della valuta tedesca, nuocendo agli export) sembra da solo un’ottima ragione per garantire all’euro ciò che gli è sempre mancato: uno stato sovrano unico che sottenda alla moneta unica.

Già Aristotele e Platone, così come Alexander del Mar 24 secoli dopo, sapevano che la moneta è ordinata da uno stato sovrano. Il tentativo sembra essere la creazione di una sovranità sulla moneta, piuttosto che viceversa, un super-stato con l’obiettivo di salvare l’Europa dai suoi debiti stampando moneta.

Facendo aleggiare lo spettro di un’iperinflazione alla Weimar.

 

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Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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