Premio dell'oro in Cina ai minimi, Covid-19 minaccia il PIL mondiale
L'oro si dirige verso il sesto aumento settimanale sulle 7 settimane del 2020, ed ha raggiunto un nuovo record in euro tra le preoccupazioni per l'epidemia Covid-19.
Il prezzo dell'oro è salito di quasi $10 questa settimana, a 1.577$/oncia all'inizio del trading di New York, dopo il sorprendente dato di ieri dell'inflazione core aumentata del 2,3% a gennaio.
In Europa, a San Valentino i lingotti hanno toccato i 1.465€/oncia, salendo ad un nuovo record storico.
Il traffico nelle città cinesi non è ancora ricominciato due settimane dopo la fine del Capodanno lunare, e meno della metà delle aziende ha ripreso il lavoro, secondo un sondaggio della banca CICC.
"Anche se ora il Coronavirus ha causato più vittime della SARS, gli investitori rimangono convinti che gli effetti sull'economia saranno gli stessi: u colpo all'economia cinese e poi un fortissimo rimbalzo", dice The Economist, indicando l'epidemia del 2003 e i picchi azionari odierni.
Ma questo trimestre sarà il peggiore per la crescita economica cinese dal 2009, se non dagli inizi degli anni '90, secondo un sondaggio di Reuters su economisti con base in Asia orientale.
Secondo l'agenzia di ricerca Ind-Ra, "rispetto al 2003 il mondo oggi dipende molto di più dalla Cina come centrale manifatturiera", indicando il fatto che la Cina rappresenta ad oggi un sesto del PIL mondiale.
L'oro a Shanghai questa settimana è costato solo 50c in più rispetto alle quotazioni di Londra.
Questo è il premio minore di 18 mesi, ed un decimo del tipico sovrapprezzo dei lingotti nel primo consumatore mondiale di oro, secondo i dati del World Gold Council.