Oro, inflazione e rendimenti negativi

L'oro potrebbe avere davanti a sé ancora una buona prospettiva di crescita

Di Carlo Vallotto - Metalli-Preziosi.it

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LA CRISI DEL DEBITO SOVRANO europeo e l’insostenibilità del deficit pubblico americano sono problemi che non hanno una soluzione né facile né veloce. L’incertezza che aleggia nei mercati finanziari mondiali e le basse prospettive di crescita delle economie occidentali rimangono dei macigni  insormontabili per gli investitori che cercano un porto sicuro dove  investire la liquidità.

L’oro è il bene rifugio per eccellenza proprio perché soddisfa le  caratteristiche di questa ricerca. Da sempre mantiene inalterato il potere di acquisto, al contrario delle valute che sono soggette a perdita di valore a causa della svalutazione. L’inflazione, negli ultimi anni e ancor più nel momento attuale, ha eroso notevolmente il potere di acquisto. Anche se i dati mondiali dei Paesi occidentali evidenziano che è sotto controllo e, in riferimento all’area Euro e America, si attesti intorno ai valori tra il 2% e 3%, nella realtà è molto superiore.

La quantità di denaro che è stata iniettata nel sistema economico è enorme e i tassi di interesse delle Banche Centrali di queste due macro zone sono a livelli molto bassi. Secondo le dichiarazioni degli stessi istituti, i valori resteranno bassi ancora per un lungo periodo se non addirittura si ipotizza una loro ulteriore diminuzione, come dichiarato dallo stesso neopresidente della Bce, Mario Draghi.

Quindi un’ulteriore diminuzione livello di interesse, produce in sostanza molti eventi che vanno a favore di un rialzo del prezzo dell’oro e dei metalli preziosi più in generale.

Per restringere il cerchio di studio, consideriamo due importanti fatti conseguenti al mantenimento di tassi bassi o ad una loro diminuzione: aumento dell’inflazione e  conseguenti  tassi reali di rendimento negativi.

Questi due fattori  saranno i principali driver ancora per un lungo periodo per le decisioni che gli investitori prenderanno nei loro acquisti di oro.

La scorsa settimana il presidente della Fed Ben Bernanke ha annunciato che il tasso dei fondi federali resterà prossimo allo zero almeno  fino al 2013. Questo significa che gli interessi reali, che sono gli interessi che un investitore riceve acquistando Us Treasury, al netto dell’inflazione resteranno negativi per un altro anno e mezzo.
Per chi investe in oro, tassi reali negativi sono sempre stati associati ad un trend storicamente molto forte.

Studiando  questo rapporto nel corso degli ultimi  quarant’anni, si nota come l’oro abbia offerto ritorni annuali molto positivi quando il tasso di interesse reale scendeva sotto il 2%. E più in basso scende questo valore maggiore è la performance dell’oro.

Da più parti inoltre si ritiene che la Fed dovrebbe mantenere eccezionalmente bassi i federal fund fintantoché  il tasso di disoccupazione americano, resterà al di sopra del 7% e/o la previsione dell’inflazione nel medio periodo non salirà oltre il 3%.

Quindi con tassi negativi in termini reali e inflazione crescente soprattutto nelle economie in via di sviluppo, l’oro  potrebbe essere una delle commodity con davanti a sé ancora una buona prospettiva di crescita.