Oro stabile tra sanzioni alla Russia e dazi dalla Cina
Il prezzo dell’oro ha avuto oscillazioni ridotte intorno ai 1.214$/oncia giovedì, durante le tensioni conseguenti alle sanzioni americane alla Russia, i nuovi dazi della Cina e la sterlina in caduta libera per le preoccupazioni riguardanti la Brexit senza accordo.
Dmitry Polyanskiy, in rappresentanza della Russia alle Nazioni Unite, ha definito le nuove sanzioni da parte di Washington “il teatro dell’assurdo”.
Le sanzioni saranno effettive dal 22 agosto, e colpiranno le esportazioni di componenti elettronici ed altre tecnologie.
Il rublo è diminuito al livello minimo di due anni in dollari ieri.
Secondo l’ultimo rapporto del World Gold Council della scorsa settimana, la Banca Centrale Russa ha acquistato 53,2 tonnellate d’oro nel secondo trimestre del 2018, il 49% in più rispetto allo stesso trimestre del 2017.
Gli acquisti netti della prima metà dell’anno sono così saliti a 105,3 tonnellate, e le riserve totali ammontano ora a 1.944 tonnellate. L’oro è passato dal 2,5% al 17% delle riserve totali russe negli ultimi dieci anni.
Il report indica che “l’appetito della Russia per l’oro è strategico, in una situazione di tensione, per diversificare allontanandosi dal dollaro”.
La guerra commerciale tra USA e Cina sembra aggravarsi con nuove tariffe da parte di Pechino su 16 miliardi di dollari di importazioni dall’America.
Lo yuan quest’anno ha perso circa il 5% sul dollaro.
Il prezzo dell’oro nel Regno Unito continua al picco di tre settimane, sostenuto dalla sterlina debole e dalla paura di una Brexit senza accordo.