Oro stabile, platino +6% nel 2018 nonostante il “colpo di grazia” al Diesel
Il prezzo dell’oro è rimasto sui valori minimi mercoledì, con il dollaro che ha smesso di aumentare e le Borse mondiali che hanno reagito negativamente, insieme con Wall Street, all’annucncio di Jerome Powell riguardo alla crescita del tasso d’interesse.
Estendendo il calo più veloce del 2018 fino ad oggi, l’oro è diminuito di altri 20$/oncia martedì, toccando il minimo di due settimane a 1.314$/oncia.
Mercoledì il prezzo è oscillato intorno ai 1.318$/oncia, mentre le materie prime ed i maggiori bond sono aumentati, spingendo in basso i rendimenti a lungo termine.
Dando una “visione marcatamente rialzista dell’economia americana”, secondo i giornalisti, nel suo primo intervento al Comitato dei servizi finanziari da presidente della Fed, Powell martedì ha dichiarato: “Le prospettive per l’economia sono migliorate rispetto a dicembre”.
“Alcuni degli ostacoli dell’economia americana..si sono trasformati in vantaggi. La Fed continua a sostenere l’equilibrio tra evitare un’economia surriscaldata e sostenere l’inflazione al 2%”.
L’inflazione americana ha superato il 2% annuale tutti i mesi da settembre, estensione di questi valori paragonabile al 2011-2012 e ad inizio 2017.
I rendimenti dei titoli di Stato americani a due anni sono aumentati al picco di nove anni e mezzo ieri al 2,27%, mentre i rendimenti a dieci anni hanno subito una correzione al 2,89% dopo aver sfiorato il valore della scorsa settimana del 2,94%, picco di quattro anni.
Le equity ed altri capitali ad alto rischio potrebbero vacillare quando i rendimenti crescono, ma la crescita dovrebbe avvantaggiare i guadagni aziendali”, osserva BlackRock.
La banca italiana Unicredit sostiene: “non crediamo che l’intervento di Powell possa influenzare i capitali a rischio, almeno non in modo sostenuto, se la Fed non alza il tasso d’interesse più del previsto”.
L’euro non è cambiato molto rispetto alle svendite di ieri contro il dollaro, sfiorando il minimo di tre settimane a 1,22$.
L’oro in sterline è salito al di sopra del livello di chiusura di settimana scorsa a 953£/oncia, mentre il governo di Theresa May ha rifiutato una proposta dell’UE do permettere all’Irlanda del nord di restare all’interno del mercato unico europeo, in modo da evitare un “confine fisico” con la Repubblica Irlandese.
La sterlina ha perso il 5% dei guadagni sul dollaro di gennaio, tornando ai livelli post-referendum sulla brexit.
Da un giorno all’altro in India il premio dell’oro è salito a +1,5$/oncia rispetto alle quotazioni internazionali, incentivo maggiore alle importazioni di questo mese.
Il premio di Shanghai è invece stabile a 8,25$/oncia rispetto al prezzo internazionale, circa il 10% del valore medio, con la caduta dello yuan in concomitanza con quella del prezzo dell’oro.
L’argento ha superato in velocità l’aumento del prezzo dell’oro in dollari, riducendo la perdita di questa settimana a 10 centesimi, e assestandosi ad un valore di 16,45$/oncia.
In contrasto il platino è rimasto su valori bassi dopo che la Germania martedì ha messo al bando i vecchi veicoli diesel, “dando il colpo di grazia ai veicoli diesel in Europa con gravi perdite per i proprietari ed i produttori”, secondo il giornale Handelsblatt.
Il consumo finale del platino dipende per il 40% dalla produzione di marmitte catalitiche per i motori diesel, che servono a ridurne le emissioni nocive.
“Questo crea un altro ostacolo al prezzo del platino, oltre alla disponibilità non utilizzata a livello industriale e quindi crescita del surplus fisico”, secondo Metal Focus.
Anche in diminuzione del 4,8% rispetto nal picco di undici mesi di gennaio, il platino conserva un guadagno del 6,1% nel 2018 fino ad oggi.