Oro sostenuto dalle Banche Centrali, Italia in recessione e nuovi scontri sulla Brexit
Il prezzo dell’oro ha prolungato i rialzi di quest’anno, dopo che la Federal Reserve ha mantenuto il tasso chiave invariato, ed i nuovi dati hanno segnlato che l’Italia è in default tecnico.
Jerome Powell, il presidente della Fed, ha promesso che la politica centrale resterà “paziente” sul tema dei nuovi rialzi, ed ha anche indicato che il QE potrebbe terminare prima del previsto.
Il prezzo dell’oro in dollari è salito al picco di otto mesi a 1.324$/oncia.
In Europa preoccupano i nuovi dati sul quarto trimestre del 2018 in Italia, dove il PIL si è ridotto dello 0,2% dopo la perdita dello 0,1% nel terzo trimestre.
Tecnicamente, due diminuzioni consecutive del PIL indicano una recessione, che per l’Italia è la terza in un decennio.
Il presidente del consiglio Conte ha puntato il dito sul rallentamento economico di Germania e Cina e sulla guertra commerciale in corso tra quest’ultima e gli USA, mentre la stampa internazionale ha offerto una prospettiva più ampia.
Andrea Iannelli, analista di Fidelity International, concorda con Conte sull’influenza negativa della domanda estera in calo, ma ha anche osservato che la posizione di sostanziale debolezza economica dell’Italia è stata esacerbata dal testa-a-testa con Bruxelles sul bilancio, durato diversi mesi e che ha causato la perdita della fiducia economica e l’ aumento del costo del debito.
L’oro è aumentato più marcatamente nell’Eurozona, al picco di 19 mesi a 1.150€/oncia, con le Borse europee in difficoltà al contrario di Wall Street, in rialzo dopo la decisione della Fed, che ha trascinato al rialzo anche le Borse asiatiche.
I nuovi dati del World Gold Council mostrano come la domanda di oro del 2018 sia stata in gran parte supportata dalle Banche Centrali.
L’anno scorso infatti queste hanno aumentato gli acquisti del 73%, per un totale di 681 tonnellate.
Secondo Alistair Hewitt del WGC, “le incertezze economiche e la guerra commerciale hanno sostenuto gli investimenti in oro nel 2018, ma il rovescio della medaglia è che alcuni elementi del mercato ne hanno risentito”, cioè minore fiducia dei privati e costo più alto dell’oro dato dalla debolezza delle valute locali.
Questo ha colpito le altre componenti della domanda dell’oro nel 2018, ridotta a 4.000 tonnellate (minimo dal 2009).
Intanto nel Regno Unito il ministro degli esteri Jeremy Hunt ha indicato che la Brexit potrebbe essere rimandata, dipendentemente dalle necessità di legiferare sui nuovi accordi per un’uscita coordinata dal blocco UE.
Le divisioni nel governo si fanno sempre più marcate, con il leader del partito di estrema destra UKIP che ha scritto alla Regina, chiedendole di sospendere il parlamento perchè non si “contravvenga alla volontà popolare” del referendum e addirittura indicanto la firma del trattato di Maastricht nel 1992 come “alto tradimento”, mentre i laburisti hanno respinto nuove concessioni da parte della May definendole “mazzette”.
Il prezzo dell’oro in sterline è così tornato al picco di metà gennaio a 1.005£/oncia, 28£ in più rispetto a sei giorni fa, quando la sterlina volava sulle aspettative di una sospensione della Brexit fino al raggiungimento di un accordo.