Oro oggi

Oro sfiora i 1.300$/oncia ma è supportato dalla domanda cinese

Il prezzo dell’oro a Londra ha cancellato il guadagno del 2018, ritornando vicino ai 1.300$/oncia, dopo che i nuovi dati americani hanno mostrato un’inflazione più forte delle previsioni.

L’indice della spesa per i consumi individuali (PCE) è salito dell’1,7% a gennaio rispetto allo stesso mese del 2017, stesso aumento di dicembre.

I dati dell’Eurozona mostrano un’inflazione dei prodotti industriali al picco di 82 mesi, nonostante un rallentamento dell’aumento dei costi di produzione, ed un’attività in generale positiva.

Le Borse mondiali sono cadute di nuovo in attesa del secondo intervento di Powell sulla politica monetaria, che potenzialmente correggerà il tiro rispetto al tono aggressivo di martedì.

I prezzi dei titoli di Stato sono cresciuti, riducendo i rendimenti a dieci anni al minimo di due settimane al 2,83%. I rendimenti a due anni invece sono rimasti vicini al picco di nove anni e mezzo raggiunto questa settimana, al 2,24% annuo.

A 1.305$/oncia, l’oro ha conservato solo 3 dei 60 dollari all’oncia guadagnati da inizio anno, parzialmente a causa del dollaro in ripresa.

Il platino è diminuito ulteriormente, segnando una perdita di 30$/oncia da lunedì verso i 966$/oncia, minimo di tre settimane, e riducendo il guadagno del 2018 al 4,1%.

L’argento è al minimo di tre settimane a 16,28$/oncia, per un guadagno del 3,9% nel 2018 fino ad oggi.

Dopo aver raggiunto il picco di due anni a 21$/oncia appena dopo il referendum sulla brexit, le oscillazioni totali dell’argento ad oggi segnano un -23% in dollari ed un -30% in euro.

L’oro intanto ha perso il 5% in dollari ed il 14% in euro.

“Il ritorno della domanda cinese dopo il Capodanno lunare ha aiutato a sostenere il prezzo dell’oro”, ha osservato Jonathan Butler di Mitsubishi.

La domanda per i contratti 99.99Au del Shanghai Gold Exchange post-Capodanno cinese supera quella dello stesso periodo dell’anno scorso di più di un sesto.

“Il prezzo medio è solo di 2$ inferiore all’anno scorso, il che indica che l’aumento della domanda non dipende solo dal prezzo minore, ma anche da un maggiore consumo in un periodo tradizionalmente più calmo”.

I dati di mercoledì mostrano che mentre l’attivo della bilancia commerciale per i beni è sempre in crescita, il passivo dei servizi si è ampliato a gennaio, per il terzo mese consecutivo.

“Il passivo è stato misurato in 21,8 miliardi di dollari a gennaio, in crescita rispetto ai 21,6 miliardi di dicembre”, secondo Xinhua.

Questi valori rendono la Cina un importatore netto, visto che il passivo dei servizi supera, di poco, l’attivo dei beni.

“La Cina potrebbe dover affrontare una bilancia commerciale dei beni in passivo nei prossimi 5-10 anni”, ha osservato il South China Morning Post a gennaio, citando l’ex consigliere di governo Zhan Yansheng.

Taiwan potrebbe organizzare un referendum per formalizzare l’indipendenza dalla Cina ad aprile 2019, secondo quanto dichiarato da un gruppo di politici ed ex politici dell’isola. Taiwan è considerata parte della Cina da Pechino, ma di fatto è stata indipendente dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

La caduta di giovedì nelle Borse mondiali ha visto l’EuroStoxx 50 tornare al livello di un anno fa, più del 6% al di sotto del prezzo al primo marzo 2015.

Il Dax tedesco ha perso il 5,9% da inizio febbraio, e nello stesso periodo il MIB italiano ha perso il 4,7% e l’Ibex spagnolo ha perso il 6,5%.

Anche le materie prime hanno perso terreno in gruppo per il secondo giorno di seguito, spingendo in basso il prezzo del greggio Brent a 64$ al barile anche se il prezzo del gas naturale ha avuto supporto dall’ondata di freddo in Europa.

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Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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