Oro salta, argento in stallo per una settimana e dollaro sprofonda dopo i dati "delicati" sull'inflazione americana

Il DEBOLE DOLLARO AMERICANO ha visto i prezzi dell'oro salire a 35 centesimi da 1910 dollari l'oncia all'inizio della giornata, guadagnando più del 3% rispetto a venerdì scorso. Nel frattempo, l'argento si è mantenuto stabile durante la settimana, nonostante i dati più delicati sull'inflazione statunitense di ieri abbiano rafforzato le aspettative che la Federal Reserve rallenti, cessi e poi inverta la sua politica di rialzo dei tassi d'interesse nel 2023.

I prezzi dell'oro in dollari sono scesi al di sotto dei 1900 dollari, mentre i costi di prestito a lungo termine sono aumentati sul mercato obbligazionario. Il rendimento offerto ai nuovi acquirenti del debito del Tesoro americano a 10 anni è salito di 5 punti base dal minimo di 5 settimane di ieri del 3,44%. Il tutto avviene dopo che il Bureau of Labor Statistics ha dichiarato che l'inflazione nella più grande economia del mondo è rallentata al livello più basso dalla fine del 2021 sia per l'indice CPI principale che per quello "core".

Il tasso d'inflazione di fondo, esclusi i carburanti e i generi alimentari, si è comunque attestato al 5,7%, il peggior livello di un intero anno dal 1981.

I contratti Comex sui futures dell'oro per il regolamento di dicembre presso la borsa dei derivati CME hanno toccato i 1992 dollari l'oncia all'inizio di venerdì, vedendo i prezzi dell'oro in euro invariati rispetto alla settimana scorsa, quando avevano raggiunto i 1758 euro.

L'oro per gli investitori britannici ha invece aggiunto 10 sterline l'oncia per avvicinarsi dell’1,2% dal suo massimo storico di 1580 sterline, raggiunto durante la prima ondata della crisi Covid e poi due volte nel 2022.

Con la sterlina in calo sul mercato odierno, nonostante la sorprendente notizia che l'economia britannica non si sia ristretta a novembre, il prezzo dell'oro britannico in sterline l‘oncia ha toccato i £1557 intorno all'asta di riferimento di questa mattina a Londra, il massimo storico al di fuori dei record di riferimento del 5-7 agosto 2020.

Secondo i dati del CME, le scommesse sui futures sui tassi d'interesse statunitensi vedono ora più di 9 su 10 la possibilità di un "piccolo passo" di 0,25 punti alla riunione della Fed del mese prossimo, mentre più di 1 su 2 scommette che i tassi di fine anno non subiranno variazioni o saranno tagliati rispetto all'attuale tasso del 4,50%.

Mentre il fondo fiduciario IAU, il prodotto negoziato in borsa numero 2 per l'oro, ha chiuso la giornata di giovedì con 0,6 tonnellate in più di lingotti per sostenere le sue azioni rispetto allo scorso fine settimana, il gigantesco ETF sull'oro GLD si è ridotto di 3,2 tonnellate, raggiungendo il livello più basso da metà dicembre.

Dopo aver toccato venerdì nuovi minimi di 8,5 mesi in termini di lingotti d'oro, il dollaro è sceso oggi ai minimi da fine aprile rispetto alle altre principali valute mondiali, come indicato dal Dollar Index ponderato per gli scambi.

Le borse europee hanno faticato a prolungare il loro rally di Capodanno e il mercato azionario giapponese è sceso mentre lo yen è balzato ai livelli di maggio 2022 rispetto al dollaro dopo i dati sull'inflazione statunitense di ieri.

La cosiddetta criptovaluta Bitcoin si è mantenuta nel frattempo al di sopra dei 18.800 dollari, estendendo i guadagni del nuovo anno 2023 al 13,4% dopo il crollo di oltre 3/5 nel 2022.

 

Editing e traduzione a cura di Douglas Da Silva