Oro -10$ con la crisi dei paesi emergenti
L’oro è diminuito insieme alle Borse mondiali martedì, segnando -10$/oncia dopo il Labor Day americano, con il dollaro in risalita.
Le valute dei paesi emergenti sono diminuite, con i dati sul PIL brasiliano che mostrano uno stallo nel secondo trimestre e le notizie sul Sud Africa in recessione.
Colpito dalla fuga di 2,3 milioni di cittadini e da un’inflazione di un milione per cento all’anno, il governo venezuelano ha ordinato oggi agli istituti commerciali di credito di depositare il 100% delle proprie riserve frazionarie presso la Banca Centrale, fermando di fatto tutti i prossimi prestiti mentre il presidente Maduro ha iniziato ad offrire ai risparmiatori dei certificati con sottostante in oro.
L’Argentina si è attivata in difesa della propria valuta, tagliando il numero dei ministri ed imponendo una nuova tassa alle esportazioni, con l’annuncio del presidente Mauricio Macri che ha auspicato che “Questa non è una delle solite crisi, deve essere l’ultima”.
L’argento oggi è ai minimi di 21 mesi a 14,16$/oncia, spingendo in alto il rapporto oro/argento a 84,5, al di sopra dei livelli di crisi del 2008.
Negli ultimi 50 anni la media di questo rapporto è stata di 55,5.
“La crisi dei mercati emergenti ha reso le valute molto deboli, avvantaggiando il dollaro e pesando sui metalli preziosi”, ha indicato Reuters citando Peter Fung di Wing Fung Precious Metals.
“L’oro dovrebbe ora seguire l’andamento del dollaro, con le aspettative sui tassi d’interesse che si aggiungono agli ostacoli”.
All’apertura di New York, l’oro aveva un prezzo di 1.193$/oncia. Il prezzo è diminuito in nove delle ultime dodici settimane, seguendo specularmente l’avanzata del dollaro nello stesso periodo. In altre valute, il prezzo dell’oro non ha subito grandi cambiamenti dalla sessione tranquilla di lunedì, scendendo a 1.032€/oncia e restando al di sopra di 930£/oncia.