Miniere d'oro in Sudafrica
Molto spesso ci viene chiesto se le azioni di miniere d'oro in Sudafrica sono ancora un buon investimento.
LA NOSTRA RISPOSTA adesso è sì, a lungo termine. Ma coma facciamo a dire lo stesso delle miniere del Sudafrica quando è chiaro che la situazione politica ed economica di questo paese sta peggiorando e non sembra migliorare in futuro?
Basta prendere in considerazione Randgold Resources. Molti credono che sia una miniera sudafricana, ma non lo è. È attiva in Mali e nell'Africa occidentale, due economie con tutti gli aspetti negativi tipici dell'Africa.
Eppure questa miniera aurifera ha successo e ha la competenza per continuare ad averlo grazie ai suoi dirigenti e alla sua capacità di risolvere i "problemi africani".
Cosa sono esattamente questi problemi? Innanzitutto il fatto che tutto il continente non è in grado di fornire infrastrutture affidabili sotto forma di elettricità, acqua e talvolta reti stradali. A prescindere da questo l'Africa, come tutte le altre zone povere, ha governi che credono di aver diritto a buona parte dei guadagni - se non addirittura a tutta la miniera - una volta avviata la produzione.
Questo furto politico indica la direzione delle difficoltà per le miniere africane. Ma allora come fa Randgold Resources a fiorire così?
Innanzitutto Randgold accetta che questi problemi fanno parte della vita nel continente africano, e che l'azienda deve risolvere da sola questi problemi. Non ha un atteggiamento di dipendenza dal governo nella costruzione di strade. È in grado di fornire da sola queste cose, e prende qualsiasi infrastruttura già esistente come un bonus. Il risultato è che se le cose non vanno molto bene, la colpa è solo sua e deve rimediare da sola.
E in Sudafrica quali sono i problemi?
In passato il Sudafrica aveva un'infrastruttura ben sviluppata, pianificata, costruita e gestita professionalmente. Adesso non più, e proprio qui si sono visti i primi segni di decadimento in Africa: energia insufficiente a soddisfare il fabbisogno presente dell'industria mineraria e anche di tutti gli altri.
Le società minerarie hanno iniziato a dipendere eccessivamente da queste fornitura, sono stati presi alla sprovvista quando il decadimento li ha raggiunti a gennaio di quest'anno. Ora stanno correndo ai ripari per assicurarsi la loro indipendenza parziale in caso di tagli dell'elettricità. Probabilmente diventeranno completamente autosufficienti in modo che se il Sudafrica dovesse collassare al livello dei suoi vicini sub sahariani, le miniere avranno adeguato le loro risorse e forniture ad una base autosufficiente e ad una sorgente alternativa.
Una cosa è certa: le miniere del Sudafrica sono tra le più competenti, autosufficienti ed innovative in tutto il mondo. Un esempio classico è la GoldFields che ha annunciato di voler spendere 200 milioni di Rand (16 milioni di euro) per installare forniture elettriche di emergenza pronte ad essere utilizzate per far fronte ad eventuali corti circuiti nelle sue miniere del Sudafrica.
GoldFields dice di pianificare l'installazione di questa tecnologia entro la fine dell'anno, in grado di generare oltre 50 megawatt di elettricità in caso di un black out a livello nazionale. L'equipment è stato acquistato e al momento viene testato in Inghilterra. Tuttavia ci vorrà prima che gli adeguamenti fatti raggiungeranno un livello di indipendenza come quello di Randgold. Ma ci arriverà.
Ma allora, perché nutriamo maggiore fiducia nelle aziende minerarie come investimento? Prendete un'azienda mineraria come GoldFields. Poco tempo fa il suo CEO Ian Cockerill è passato alla Amcoal, che produce carbone e forse è attiva in un settore migliore a breve termine e comunque meno difficile e costoso delle miniere d'oro. Ma la miniera di GoldFields a Deep South è quella più ricca di oro tra quelle conosciute e ha un'aspettativa di vita di 55 anni.
Metà dell'elettricità di Deep South, tuttavia, viene usata per mantenere aperta la miniera e l'altra metà per la produzione di oro, motivo per cui quest'anno ha sofferto a causa di Eskom, il fornitore di elettricità che ne detiene il monopolio in Sudafrica.
Non solo GoldField impiegherà del tempo prima di far arrivare a produzione piena queste risorse tramite la sua altra miniera, Kloof, ma ora dovrà diventare ancora più autosufficiente in tutti i settori in cui al momento è dipendente da forniture governative. Riteniamo che il notevole costo e col tempo sarà in grado di produrre oro con un buon profitto.
Farà anche capire al suo nuovo management l'importanza di attenersi a queste nuove condizioni e tecniche per ottenere maggiore produzione per il suo investimento.
Nel frattempo le sue azioni sono calate notevolmente riflettendo il processo di "africanizzazione" con un buon punto d'ingresso per investitori ad alto rischio che cercano dividendi più alti che gli investitori stranieri. Mentre vengono fatti questi adattamenti riteniamo che anche il prezzo delle sue azioni cresca, facendo diminuire i dividendi.
L'azienda continua ad essere un'azienda in crescita in Sudafrica e pianifica di raggiungere il 50% del suo cash flow al di fuori del Sudafrica. Se inoltre dovesse riuscire a trasferirsi ad esempio a Denver (così era programmato) riuscirà a vedere il tutto riflesso nel prezzo delle sue azioni, offrendo agli investitori le basi di un'azienda in crescita a lungo termine che produce una commodity il cui prezzo crescerà notevolmente nel corso del tempo. La sua reputazione e il suo attuale livello di competenza assicurerà anche un facile accesso a capitale futuro.