Marco Polo si muove verso ovest
Iniezioni di denaro all'inizio sembrano sempre una buona idea...
di Adrian Ash - BullionVault.it
CREARE DENARO dal nulla per tentare di mantenere salda l'economia è tutt'altro che un'invenzione moderna....
Confondere il denaro in eccesso con il suo rispettivo valore è stato molto frequente nell'arco della storia, dalla svalutazione del 99% delle monete romane nel 2º e 3º secolo d.C. fino all'iperinflazione del denaro cartaceo durante la Repubblica di Weimar in Germania negli anni 20 del secolo scorso.
Anche l'orrore delle conseguenze dell'eccesso di denaro è una caratteristica molto frequente. Eppure i politici e i potenti credono ancora che le loro azioni siano più efficaci di quelle dei nostri antenati... e creare benessere dal nulla con maggiore successo di tutti gli altri.
914 anni fa, ad esempio, l'impero persiano ha subito le conseguenze di un tale eccesso di denaro deciso dal suo governo nell'inverno del 1294. Migliaia di capi di bestiame morirono nel paese che oggigiorno è il Kazakistan. Di fatto sono morti talmente tanti animali che le casse dell'imperatore si sono svuotate degli introiti delle tasse di cui aveva tanto bisogno.
L'imperatore decise quindi di stampare grosse quantità di "chao" - la parola cinese per indicare la moneta cartacea inventata in Cina quasi 3 secoli prima. E "il 13 agosto 1294, un proclama impose la pena di morte a tutti coloro che si fossero rifiutati di accettare la nuova valuta."
"Notevoli quantità di chao vennero preparate e messe in circolazione il 12 settembre." L'esperimento durò meno di due mesi, scrive Glyn Daview nel suo imponente History of Money (= Storia del Denaro). "Risultò essere un totale disastro con mercati e bazar vuoti e il commercio immobilizzato."
In altre parole puoi imporre alle persone di accettare del denaro pena la morte, ma non puoi imporre che lo utilizzino per comprare e vendere - perché potrebbero scegliere di non comprare o vendere più niente!
Ma creare denaro dal nulla a quel tempo sembrò un trucco talmente meraviglioso che è difficile dare ai persiani la colpa di averci provato.
"In questa città di Kanbula si trova la zecca del Gran Khan, di cui si può assolutamente dire che sia in possesso del segreto degli alchimisti in quanto egli possiede l'arte di produrre moneta di carta..."
Questo è quanto scrisse Marco Polo in Il Milione (1275-1292), raccontando della magia della valuta mongola in Cina - una magia che l'impero persiano tentò di ripetere. E per i suoi lettori a Venezia la storia di Marco Polo di produrre moneta dalla carta deve essere sembrata solo una fantasticheria come le sue storie di mostri a tre teste e divinità con otto gambe.
L'oro e l'argento fisico, naturalmente, a quei tempi erano la normale moneta. Limitati dalla quantità estratta nelle miniere, le persone avevano fiducia nel loro valore - sia come mezzo di scambio che come riserva di potere d'acquisto per il futuro. Ma se il Gran Khan avesse stampato denaro per lo stesso valore del suo oro ed argento non ci sarebbero stati problemi. Finché avesse ristretto qualsiasi eccesso di carta, infatti, egli avrebbe potuto sperare di prevenire il crollo del suo valore quando contadini e coltivatori di riso si fecero prendere dall'ansia.
"Questa valuta di carta viene fatta circolare in ogni parte dei domini del Gran Khan", scrisse il viaggiatore italiano, "e nessuna persona osa - pena la sua stessa vita - rifiutare di accettarla come pagamento... In breve tempo tutto l'esercito dell'imperatore venne pagato in questa valuta, che per loro ha lo stesso valore dell'oro e dell'argento."
"Con questa premessa si può indubbiamente dire che il Gran Khan abbia un potere finanziario più esteso di qualsiasi altro sovrano al mondo."
Ma ahimè! Queste ricchezze si infossarono sotto il loro stesso peso - proprio così come era successo tre volte o ancora di più in precedenza da quando sono state inventate attorno al 1032. Avevano bisogno di una continua rivalutazione e la stampa di nuove banconote fino al crollo finale alla fine del 15º secolo, periodo in cui nel 1448 il Ming valeva solo lo 0,3% del suo valore nominale.
Dopo averci provato per 400 anni ed aver sempre fallito, per lo meno gli imperatori cinesi lasciarono stare il tutto. Le valute cartacee e l'inflazione che ne conseguì non vennero più utilizzate nell'Impero di Mezzo fino all'inizio del 20º secolo.