L’oro scivola contro lo yen, dollaro sale con la “guerra commerciale “di Trump
L’oro è diminuito di prezzo con le ampie oscillazioni delle valute di oggi, mentre le Borse sono cadute dopo che Trump ha apertamente supportato pesanti tariffe d’importazione per acciaio e alluminio negli Stati Uniti, aggiungendo che “le guerre commerciali fanno bene”.
Proponendo una tassa del 25% per l’importazione dell’acciaio ed un 10% per l’importazione dell’alluminio, questa mattina Trump ha esposto la sua idea senza mezzi termini su Twitter.
L’oro questa settimana ha cancellato tutto il guadagno del 2018, ma è risalito oggi a 1.323$/oncia. In Euro è rimasto quasi invariato.
Il dollaro è salito contro lo yuan cinese ed ha raggiunto il picco di dieci settimane in dollari canadesi, ma in yen giapponesi è arrivato al minimo dalle ultime elezioni americane, a 105¥.
La caduta maggiore è stata quella del prezzo in yen giapponesi, -2% questa settimana. Ma l’oro è in carreggiata per un aumento in dollari australiani e canadesi, e il prezzo in sterline ha recuperato tutta la caduta dell’ 1% della scorsa settimana per arrivare oggi ad un valore di 960£/oncia.
Il Primo Ministro Theresa May sta preparando un intervento sulla futura relazione commerciale del Regno Unito con il resto dell’ Europa, anticipando che intende “riunire il paese” riguardo alle politiche da adottare dopo la brexit tra un anno.
C’è un nuovo supporto a 1.301,80$/oncia, secondo l’ultima analisi di Russell Browne di Scotia Mocatta a New York, che indica il tracciamento Fibonacci al 50% del minimo di settembre fino al massimo di gennaio, che coincide quasi con la media a cento giorni.
“La resistenza a breve termine è a 1.324,60 , la media mobile a cinquanta giorni”.
Sia le equity europee che quelle asiatiche hanno esteso il ribasso seguendo Wall Street, e dopo la proposta di Trump le azioni della Nippon Steel hanno perso il 4% in un giorno.
Accusata di sovraccaricare i mercati mondiali di acciaio, a gennaio il governo cinese ha vietato categoricamente qualsiasi nuovo ampliamento della produzione, dichiarando inoltre che i vecchi impianti produttivi saranno eliminati.
La bilancia commerciale cinese è ormai in passivo, grazie all’aumento delle importazioni di servizi.