L’oro sale contro l’euro. Delegati della LBMA "cautamente rialzisti" per l’oro

Il prezzo dell’oro è rimasto stabile nelle principali valute durante gli scambi di giovedì a Londra, recuperando la metà della perdita dell’1,1% di ieri contro l’euro mentre la Banca Centrale Europea ha mantenuto invariata la sua politica sui tassi e sul QE.

 

Le borse europee sono rimaste invariate e i prezzi dei tioli governativi dell’Eurozona sono scivolati, mentre il prezzo dell’oro in euro è arrivato fino a 1031€/oz. 

 

Il prezzo dell’oro in dollari ha tenuto intorno ai 1167$/oz, circa 100$ sopra il minimo di 5 anni e mezzo realizzato alla fine di luglio. 

 

"La possibilità che il prezzo dell’oro vada al di sotto dei 1.000 dollari per oncia è stata presa in considerazione”, ha affermato una nota della UBS svizzera dopo la conferenza tenutasi a Vienna, ma "altri partecipanti alla conferenza erano certamente di tutt'altro avviso per l'oro”, ha aggiunto, menzionando la “delusione conseguente alla mancata decisione della Fed di alzare i tassi nel mese di settembre”.

 

James Steel della HSBC si è invece mostrato cautamanete ottimista sul fatto che l’oro possa arrivare alla fine del 2015 sul livello di 1205$/oz, con un incremento fino a 1255$/oz durante il 2016.  

 

"A medio termine", afferma il gruppo di raffinazione della MKS, "ci aspettiamo di vedere ancora una volta l’oro spingersi in direzioone dei 1200$/oz, ma “vale la pena far notare come ci siano futures e opzioni in scadenza il prossimo martedì, con un buon numero di posizioni aperte intorno ai 1150$/oz che tengono potenzialmente il prezzo dell’oro sotto pressione”.

 

Le vendite della Polyus Gold – la più grande azienda di estrazione russa e la terza al mondo per capacità estrattiva – sono scese del 2% da luglio a settembre per il terzo trimestre di fila quest’anno. 

 

L’inizio della stagione chiave per le festività in India – primo paese al mondo per consumi fino al 2013, anno in cui venne superata dalla Cina – ha visto l’interesse per l’oro da investimento seriamente diminuito proprio a causa dei ripetuti minimi pluriennali, ha affermato un rivenditore intervistato da Reuters.

 

La Cina invece, primo paese al mondo per importazioni, nel lungo periodo sta fornendo al mercato una solida base per un periodo rialzista a lungo termine.