L’argento si accumula nei magazzini durante la svendita di FANGs, rapporto oro-argento al picco di due anni
L’oro è sceso a 1.340$/oncia mercoledì mattina a Londra, l’argento è tornato al minimo da venerdì, mentre le Borse mondiali seguono la scivolata delle equity americane dell’1,7% di ieri.
I prezzi delle materie prime diminuiscono per il secondo giorno consecutivo, mentre i bond americani sono saliti nuovamente di prezzo, spingendo il rendimento a dieci anni al 2,76%, il minimo da inizio febbraio.
Ieri l’oro aveva toccato il picco di cinque settimane a 1.356$/oncia quasi alla chiusura trimestrale massima dalla caduta del 2013, mentre l’argento aveva toccato il picco di sole due settimane e mezza, tornando poi a 16,46$/oncia e segnando una perdita del 2,6% nel 2018 fino ad oggi.
Con l’argento e l’oro che perdono terreno a pari passo oggi, il rapporto oro-argento resta a 81,3, appena sotto il picco mensile.
“La resistenza è a 81,86”, scrive l’ufficio di New York di Scotia Mocatta in una nota tecnica, indicando il picco di due anni.
“Il supporto è a 80,27, al 23,6% del tracciamento Fibonacci della corsa tra gennaio e marzo” nella valutazione dell’oro confrontata con quella dell’argento.
Con l’uso industriale che occupa il 55% della domanda annuale, secondo il Silver Institute di Washington, l’argento è più suscettibile dell’oro alla crescita economica ed alla fiducia, in quanto la domanda d’oro è composta solo per il 10% dall’uso industriale.
L’ultima volta che il rapporto tra oro ed argento era superiore a 80 era il 2016, quando la crescita della Cina subì un rallentamento.
Prima del 2016 è successo nel 2008 durante la crisi, ma il rapporto massimo è stato raggiunto all’inizio degli anni 90 durante una recessione globale.
“Semplicemente non ci sono molti investitori intenzionati ad acquistare argento al momento”, ha osservato Walter Pehowich, vice presidente di Dillon Gage, indicando il recente aumento della quantità di argento nei depositi approvati dal Comex negli Stati Uniti.
I depositi di Londra sono aumentati dell’11% nei dodici mesi terminati a novembre, secondo gli ultimi dati disponibili della LBMA.
“È possibile che siano avvenute molte vendite allo scoperto durante il recupero dei prezzi”, riporta la nota settimanale di Jonathan Butler di Mitsubishi, in quanto “prima delle notizie della scorsa settimana sul rialzo del tasso d’interesse della Fed, gli investitori nei futures dell’argento sono diventati estremamente ribassisti” .
“Le posizioni ribassiste totali erano al punto più alto da luglio 2017 ed al 95% di quel valore, che rappresentava un record storico. Le posizioni nette lunghe sono state spinte al minimo storico, con il rischio per il mercato di diventare ribassista”.
Contando sia i futures che le opzioni, gli speculatori del Comex hanno avuto la scorsa settimana le posizioni più ribassiste di cui si abbiano i dati.
Martedì il prezzo collettivo delle cosiddette FANG - Facebook, Apple, Netflix e Google – ha subito il peggior calo giornaliero, trascinando l’indice Nasdaq nella diminuzione giornaliera maggiore dal 2016.
Mercoledì i mercati azionari asiatici hanno subito un calo dell’1% a Tokyo, del 2,5% a Hong Kong e dell’1,8% a Shanghai.
Le equity europee nella tarda mattinata hanno segnato un calo dell’1% a Francoforte, più del 5% al di sotto di un anno fa nell’indice EuroStoxx 50.