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La Cina compra oro ed il prezzo crolla!

Giovedì, 7/30/2015 10:12

La Cina compra oro e i prezzi crollano! Non sarebbero dovute andare così le cose, scrive Adrian Ash di BullionVault.

Ad ogni modo, questo è il punto...L’incremento delle proprietà in oro della Banca Popolare cinese è stato pari a 604 tonnellate secondo dall’ultimo aggiormento risalente al 2009, ha annunciato venerdì 17 la banca stessa. Nonostante tutto, i prezzi del prezioso metallo sono crollati in tutto il mondo del 4% il 20 luglio per poi scendere ancora, fino ad arrivare ai nuovi minimi di 5 anni il 24 luglio durante la sessione di scambi della scorsa settimana. 

Il crollo della mattina del 21 luglio è stato simile a quello avvenuto nel periodo ribassista di 15 anni fa, che portò il Primo Ministro inglese Gordon Brown a vendere la metà delle riserve auree del Regno Unito. Poi venne il momento della Svizzera, adesso sembra essere arrivato il turno dei banchieri cinesi che, non tanto tempo fa, nell’oro stesso riponevano fiducia.  
 
Nel 1999 la Svizzera stupì il mercato dell’oro votando il referendum che mise fine al sostegno della moneta con l’oro, tagliando le riserve della nazione. Dal canto suo Pechino ha invece deluso chi aveva pensato che gli acquisti nel primo paese importatore al mondo potessero incidere e invertire il sentiment ribassista che sta invece ha preso piede tra i manager occidentali. 
 
Gli analisti dovranno trovare delle spiegazioni plausibili per poter spiegare la politica cinese sull’oro. Pechino ha appena rivelato quanto oro è stato comprato. Eppure i prezzi sono scesi fino ad arrivare ai minimi in dollari dal marzo del 2010. 
 
Il mercato ha reagito come se la Cina avesse venduto, e non acquistato, 604 tonnellate di oro. Ciò è probabilmente accaduto perchè Pechino non ha mostrato quell’appetito per l’oro che analisti e trader si aspettavano. 
 
Quello che è emerso dalle notizie di venerdì non ha fatto guadagnare posizioni alla Cina nella speciale classifica sulle proprietà aurifere che, con le sue 1.658 tonnellate, si colloca ampiamente dietro Stati Uniti, Germania, Italia e Francia. 
 
Sei anni fa, l’ammontare di 1.054 tonnellate d’oro, era pari all'1,5% dell’enorme riserva di valuta estera di Pechino. Gli ultimi dati, che vedono la Cina possedere 1.658 tonnellate, portano quelle stesse riserve in valuta all’1,7% (quasi 4 trilioni di dollari di riserve in valuta estera) – un misero aumento se raffrontato al peso d’oro acquistato.
Mentre questo incremento moderato non collima con quanto avevano pronosticato molti analisti occidentali da più parti (chi ha affermato 3.000, chi 5.000 o addiriuttura 10.000 tonnellate), ciò si colloca perfettamente in linea con quanto affermato dalla Banca Popolare cinese stessa riguardo agli acquisti di oro. Se solo il mercato avesse ascoltato quanto affermato da Pechino, invece delle stime operate dagli analisti occidentali...  
 
Annunciando i nuovi dati sulle riserve auree nella giornata di venerdì, per fare un esempio, la Banca Popolare cinese ha affermato: 
"La capacità del mercato dell'oro è piccola rispetto alla scala di riserve cinesi in valuta estera. Un gran numero di operazioni di acquisto d’oro a breve termine potrebbe facilmente influenzare il mercato".
Quell’affermazione ha ripetuto quanto il Vice-Governatore Yi Gang affermò nel 2010, non molto tempo dopo essere diventato il capo dello State Administration of Foreign Exchange (SAFE), l'agenzia che in realtà gestisce le operazioni del Governo nel FX  - e che acquista l'oro prima di essere spostato nel libro mastro della Banca Centrale, per ciò che ora sembra un ciclo di 7 anni.
 
Poche persone sono più coinvolte nella politica d'oro ufficiale della Cina di quanto non lo sia Yi Gang. Possiamo confrontare e contrappore quanto aveva affermato nel marzo del 2010: "Se la Cina acquista oro su larga scala, i prezzi nel mercato internazionale raggiungeranno il picco, il che, a sua volta, influenzerebbe i consumatori privati nazionali"... con ciò che la Banca Popolare cinese ha affermato venerdì: 
 
"Allo stato attuale, la Cina è già diventata il più grande produttore di oro al mondo, e ne è anche un grosso consumatore, con una continua politica di incoraggiamento all’acquisto di oro tra i privati. E' importante continuare a considerare il futuro della domanda di investimento di parte privata, così come mantenere un funzionamento flessibile dell’allocazione delle riserve delle proprietà internazionali".

La domanda di oro da parte dei privati, in altre parole, rimane un fattore fondamentale per la Banca Popolare cinese quando arriva il momento di iniziare l’attività di acquisto d’oro.

 
Politicamente, si potrebbe definire una sorta di privatizzazione...molto leggera, che tuttavia lascia ai cittadini la possibilità di fare la parte del leone. Da quando la Banca Popolare cinese ha annunciato le proprietà complessive dopo l’ultimo aggiornamento del 2009, stime più accurate suggeriscono che i privati hanno acquistato tre volte il quantitativo di oro di quanto lo Stato ha affermato di aver acquistato nella giornata di venerdì, ossia oltre 4.800 tonnellate.
 
Non è certo una “novità”...


 
... così come abbiamo detto in precedenza, le proprietà di oro sembrano parte dello stesso progetto, volto a costruire le riserve nazionali complessive di ciò che rimane uno stato a partito unico.

Mentre la domanda privata in Cina potrebbe dimostrarsi sensibile ad un rallentamento del PIL, le prospettive a lungo termine di import per la prima nazione al mondo rimangono forti, ma nel breve periodo il sentiment è importante per i prezzi e quello stesso sentiment è nuovamente diventato ribassista sull’oro, in quanto i trader sono rialzisti su altri prodotti.
 
Due piccole speranze per un recupero a breve termine vengono fornite da atteggiamenti di tipo speculativo: in primo luogo, il calo dei prezzi dell'oro a partire dal 2011 non è coinciso con i grossi acquisti operati dalla Banca Centrale cinese nel mercato internazionale. (In media, sono stati acquistate appena 8,1 tonnellate al mese dall’aprile del 2009 e la domanda d'oro dalla Cina ha rappresentato solo il 25% della produzione minieria della nazione stessa).
 

In secondo luogo, questi nuovi minimi pluriennali realizzati dall’oro coincidono con rinnovati guadagni rialzisti in altri settori, in genere prodotti con un migliore rendimento. Il punto più basso dell’oro alla fine del ventesimo secolo è coinciso con il culmine della bolla Dot Com e con l’apice raggiunta dall’arroganza politica che pretendeva di aver risolto problemi quali il ciclo di crescita e contrazione (per non parlare della lotta politica di gruppo poco prima dell’11 settembre). I disastri del Nasdaq e le bolle bancarie che ne sono conseguite hanno fatto dell’oro l’unico asset attraente per i risparmiatori e per gli investitori che si erano scordati che ne avrebbero potuto aver bisogno. In attesa della prossima occasione, la classe politica pare che sia sulla vecchia strada nuovamente, una strada dimostratasi estremamente pericolosa.

 
Evitare l’uscita della Grecia dall’Eurozona ed il messaggio di Pechino volto a incutere stabilità nel mercato azionario di Shanghai, in seguito al tracollo del 30% di quest’estate, sta portando tutti a fidarsi di questi “secchioni” della politica. Chi ha necessità dell’oro?  
Tecnicamente, questo calo potrebbe peggiorare durante il corso dell’estate. Lo scivolamento sotto i 1100$/oz può solo incoraggiare a vendere nel breve termine, il che si traduce in scommesse ribassiste contro l’oro operate da fondi speculativi e da altri operatori americani che giocano con i derivati.
 
Contratti futures e opzioni nel Comex generalmente non hanno nulla a che vedere con il metallo fisico. A New York, meno del 2% dei futures sull'oro è stato interessato dalla consegna di metallo a partire dalla metà del 2013, in ribasso rispetto al precedente 5% (o giù di li). Eppure, di settimana in settimana, niente è più strettamente correlato con il prezzo dell'oro in dollari del numero di posizioni “nette speculative a lungo termine', cioè il numero di scommesse al rialzo meno il numero di scommesse al ribasso da parte dei trader al di fuori dell’industria. In gergo statistico, r = 0.70 in media dal 1995. Nemmeno i prezzi dell’argento si muovono in una così stretta correlazione con l'oro (media r = 0,59 su base settimanale dal 1995...).
 
Fondamentalmente, i principali mercati di consumo come l'India sono ben forniti per l’estate del 2015, e la domanda rimarrà bassa fino alla stagione dei matrimoni e fino a raggiungere il picco sia durante le celebrazioni del Diwali che durante il Capodanno cinese. L’estrazione, invece, deve ancora raggiungere il picco dopo i nuovi investimenti realizzati durante il mercato rialzista nel 2011/12. Se si è alla ricerca di un supporto, bisogna considerare che i costi di estrazione stanno diminuendo. Bisogna inoltre considerare che gli stessi seguono  i prezzi in ogni caso, e non il contrario.
 

Considerando quanto accaduto, i risparmiatori occidentali - in ansia per il crollo del 21 e del 24 luglio - si saranno pentiti di non aver venduto prima. Anche il prezzo successivo al crollo del 2013 appare un prezzo interessante per la vendita, ma se si è preoccupati per la propria posizione, vale la pena rivedere le ragioni per le quali si è investito e valutare se le stesse sono ancora valide.

Complessivamente, l’acquisto di oro della Cina rimane fenomenale. La domanda proveniente dai privati è quasi sei volte tanto gli acquisti della Banca Popolare cinese a partire dall'inizio del 2000. Quello che la domanda non ha fatto, fino ad ora, è stato spingere i prezzi più in alto. I tassi di interesse globali non sono mai stati inferiori, e le banche centrali di tutto il mondo vogliono creare inflazione per cercare di spingere la crescita economica. Il QE, ad ogni modo, non ha ancora fornito una spinta ai prezzi fuori dai mercati finanziari. La crescita del credito sta ritornando, ma l'inflazione dei salari rimane un “assente ingiustificato” nella parte ricca dell’Occidente. I grandi default del debito sono stati evitati finora grazie alle garanzie date dai contribuenti, con un peggioramento ulteriore degli squilibri cronici del mondo tra produttori e consumatori e tra esportatori e importatori. Il tutto va bene, fino a quando non avviene il contrario.
 
Nell’attesa, l'oro continua ad agire come assicurazione finanziaria per chiunque detenga una buona diversificazione degli investimenti, salendo quando altri beni si comportano male, ma diminuendo quando i mercati azionari vanno bene.
 
Come tutte le assicurazioni, ha un costo. L'acquisto di oro ha costantemente ridotto le perdite tra gli investitori del Regno Unito e degli Stati Uniti negli ultimi 40 anni, ed il suo possesso ridurrà probabilmente i guadagni nel momento in cui altri prodotti si comportano meglio.
 
Nessuno può negare che i prezzi dell'oro siano in calo e che rappresentino un costo per gli investitori, ma tra i suoi meriti questo metallo continua a svolgere la funzione per la quale si caratterizza: sale quando se ne ha necessità e scivola quando il mercato finanziario globale pensa sia un’inutile materia prima.
 
Alla luce dell’incremento dei mercati azionari e del recupero immobiliare, c’è qualcuno che ha scelto di acquistare oro aspettandosi che la Banca Popolare cinese le avrebbe permesso di divenire ricco? 

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cina_24072015.jpg
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Michele Tedde è il responsabile per il mercato italiano di BullionVault, la più grande piattaforma online per lo scambio di oro e argento fisico da investimento. E' anche l'editore della pagina sulle notizie riguardanti i metalli preziosi.

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