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Debito pubblico in Italia: cosa succede?

Quali saranno le strategie della BCE per salvare il Bel Paese?

Di Ben Traynor – BullionVault

VENERDÌ SCORSO l’Italia ha richiesto l’intervento del Fondo Monetario Internazionale i cui rappresentanti giungeranno a Roma per monitorare le riforme in favore dell’economia. La decisione è stata presa in occasione del G20, durante il quale si è anche discusso di incrementare la liquidità con l’utilizzo dei Diritti Speciali di Prelievo (anche detto Fondo salva-Stati).

Il grafico mostra come le dinamiche del debito italiano siano particolarmente pesanti, in particolare per quanto riguarda il recente picco nel rendimento dei BOT annuali:

Alcuni rumors dicono che il picco nei rendimenti dei BOT sia il risultato di una vendita delle posizioni del broker statunitense MF Global, avvenuta per il fallimento del broker stesso. Potrebbe essere una delle cause scatenanti del picco, ma di certo gli investitori in questo momento stanno alla larga dal debito italiano per molte buone ragioni, anche più profonde di quanto appare quotidianamente sui titoli dei giornali.

Lo scorso luglio Tremonti fece una mossa interessante, cancellando l’asta dei bond a scadenza a medio e lungo termine prevista per il mese di agosto, e sostituendola con aste di titoli di Stato a scadenza annuale.

Secondo il ministero, l’Italia ha più di €280 milioni di debito in scadenza nei prossimi 12 mesi (oltre i due terzi del fondo di stabilità europeo). Inoltre, più della metà del debito scade a marzo dell’anno prossimo.

La scadenza media del debito sovrano italiano è di circa sette anni. In più, Tremonti ha deciso di emettere sopratutto bond a scadenza a breve termine, in un momento in cui i rendimenti sui bond messi all’asta toccano picchi mai visti durante l’era euro. Non passerà molto tempo prima che il costo dei prestito diventi tale da rendere impossibile la restituzione.

Non c’è dunque da stupirsi se i mercati guardano con sospetto alle dinamiche del debito in Italia, visto che sembra impossibile che gli interessi sul prestito scendano senza un intervento di qualche tipo.

La Banca centrale europea sta già comprando debito italiano sul mercato. Farà un ulteriore passo in avanti, comprando il debito direttamente alla fonte, ovvero stampando denaro per coprire il prestito più i dovuti interessi?

In che modo la presenza un italiano a capo della BCE può influire su questa decisione? D’altro canto, ricordiamo che la monetizzazione del debito è proibita per legge alla Banca Centrale Europea. Infatti, secondo l’articolo 104 del Trattato dell’Unione Europea:

“È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate “Banche centrali nazionali”), a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali.”

Eppure volere è potere, anche in seno all’Unione europea. Si potrebbe trovare un modo, forse con il coinvolgimento del Fondo salva-Stati. Una soluzione che coinvolga la BCE in questo senso è stata considerata da molti l’unica uscita possibile. I problemi dell’Italia nell’onorare i propri debiti lasciano credere che il momento sia ormai vicino.

Laureato in economia a Cambridge, già giornalista per la Fleet Street Letter ed esperto di economia monetaria, Ben Traynor fa parte del team di ricerca di BullionVault.

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