Considerazioni per chi intende investire in argento
Quattro distinzioni di fondo per chi intende investire in argento.
Di Adrian Ash- BullionVault.it
CONSERVARE IL PROPRIO DENARO in banca è di certo un’operazione a basso rischio. È anche vero che, vista la ristrettezza degli interessi concessi dalle banche a fronte di un tasso di inflazione sempre in crescita, tenere un capitale fermo in banca significa, alla fine dei conti, andare in perdita.
Interessi bancari inferiori all'inflazione reale costringono a rischiare chiunque sia interessato a conservare il valore d'acquisto del proprio denaro. Una delle scelte possibili è comprare argento, un investimento che sta pian piano acquistando popolarità, per lo meno tra gli investitori che prevedono che la politica monetaria in atto determinerà una crescita dell'inflazione.
Più di 250 clienti di BullionVault hanno contattato l'azienda nell'ultimo anno per chiedere quando l'offerta avrebbe incluso anche l'argento. Nessuna richiesta da parte dei nostri 16.500 clienti è mai stata così frequente. Adesso è quindi possibile compravendere argento fisico ai prezzi in tempo reale del mercato ufficiale, e custodirlo in assoluta sicurezza in camere blindate professionali esterne al circuito bancario.
Per iniziare, offriamo ai nuovi clienti un'oncia d'argento gratuita. Comprare argento è un investimento che non viene influenzato da crisi né nazionali né del sistema bancario: dipende esclusivamente dal prezzo dell'argento.
Quali sono le ragioni per investire in argento?
Le ragioni per investire in oro sono chiare e sempre più ovvie, come scrive Dylan Grice, stratega di Société Générale, sul Popular Delusion di questa settimana.
Interessi bancari molto ridotti e deficit pubblici vasti e irreparabili, ai quali si pretende di porre rimedio stampando moneta, rendono l'oro l'investimento più richiesto del mercato. Come accade ormai da 7000 anni, anche il momento di crisi attuale vede l’oro diventare l’investimento chiave per chi vuole proteggere la propria ricchezza.
L'argento, d'altra parte, venne scalzato dall'oro come ancora monetaria mondiale nella metà del IXX secolo. Rimase comunque un mezzo di scambio fino al XX secolo, quando l'oro smise di circolare, e iniziò a venir custodito nelle camere blindate delle banche ed essere sostituito nello scambio di tutti i giorni dalle banconote cartacee.
Poiché l'argento è disponibile sulla terra 17 volte più dell'oro, il suo uso come moneta di scambio è stato storicamente molto più comune. Ancora oggi l'argento, al pari dell'oro, crea notevole interesse negli investitori. È però opportuno sottolineare alcune distinzioni che caratterizzano gli investimenti nei due metalli:
1. Il rapporto oro/argento
Storicamente, ovvero dall'inizio degli scambi monetari fino al 1900, un'oncia d'oro valeva quanto 15 o 16 once d'argento, più o meno in tutto il mondo. Oggi questo rapporto è di 65/1, nel mercato ufficiale a pronti dell'oro e dell'argento. (Il rapporto cresce considerevolmente quando si commerciano lingotti piccoli o monete, a causa dei margini di guadagno dei rivenditori). Molti analisti e investitori si aspettano che il rapporto cambi, per avvicinarsi, se non addirittura raggiungere, il suo valore classico. Per raggiungere la media del XX secolo, l'argento dovrebbe raddoppiare il suo valore contro l'oro – del quale molti adesso prevedono la crescita contro dollaro, euro e sterlina.
2. Il consumo
Mentre l'oro che è stato estratto nei secoli è ancora quasi interamente disponibile, ben custodito ma a portata di mano sotto forma di gioielli, lingotti e monete, l'argento è in qualche modo più simile alle materie prime come il petrolio, la soia o le arance, perchè viene usato e quindi si consuma.
L'oro raramente si consuma, e il valore meno alto dell'argento implica che il riciclaggio e il recupero non sempre sono convenienti. Inoltre, visto che l’argento tende ad essere un sottoprodotto di altre estrazioni (sopratutto oro e rame) più che venire estratto di per sé, gli analisti non ritengono che le riserve d’argento reagiscano ai cambiamenti di prezzo così prontamente come l’oro o i metalli vili.
3. La domanda industriale
Diversamente dall'oro, l'argento è usato prevalentemente a livello industriale. Quindi, mentre investire in oro può proteggere il capitale in caso di deflazione (come è accaduto di recente dopo il collasso di Lehman Brothers), investire in argento è l’ideale in caso di inflazione. L'uso dell'argento è in crescita sia nelle economie sviluppate che in quelle emergenti, e ciò significa che investire in argento è conveniente anche in caso di crescita economica. Pur senza contare la richiesta di argento da investimento, gli analisti del VM Group di Londra prevedono una crescita della domanda d'argento di 350 milioni di once entro il 2020, causata dall'uso industriale dell'argento per:
- i tag Rfid per l'anti taccheggio e le carte di identità
- i pannelli solari, di cui si prevede una crescita di 20/40 volte in 10 anni
- i conservanti del legno in sostituzione dell'arsenico
- uso medico, igiene alimentare e tessuti anti-odore grazie alle proprietà antibatteriche dell'argento
Tale crescita potrebbe essere controproducente per il mercato industriale, perchè spingerebbe il prezzo ad un forte rialzo, con conseguenze sulla domanda stessa. Eppure, le previsioni di VM Group partono dal dato del Silver Institute, che stabilisce in 450 milioni di once la domanda industriale totale per il 2008. Le ragioni per investire in argento insomma non riguardano soltanto la crisi monetaria in atto.
4. Volatilità
In media, e per gli ultimi 42 anni, un movimento dell'1% nel prezzo dell'oro corrisponde ad uno dell'1,75% nel prezzo dell'argento, sia in crescita che in ribasso. In altre parole, chi si aspetta un buon guadagno con l'oro, dovrebbe aspettarsi un guadagno ancora più forte con l'argento, ma esponendosi ad un rischio maggiore. Ne è prova il picco del gennaio 1980. Il prezzo dell'oro triplicò in 6 mesi, mentre il prezzo dell'argento si moltiplicò per 5,7, con un picco di $50 all'oncia. Il ribasso che ne seguì fu altrettanto notevole, e durò più a lungo.
Perchè il prezzo dell'argento è così più volatile rispetto al prezzo dell'oro? Come scoprirono i fratelli Hunt, tycoon del petrolio, quando 30 anni fa quasi monopolizzarono le riserve d'argento forzando il prezzo a salire a $50 all'oncia, il mercato dell'argento ha poca profondità. Il mercato ufficiale dei metalli preziosi di Londra, cuore del trading dell'oro e dell'argento, muove quotidianamente 18 volte più denaro nel mercato dell'oro rispetto a quanto faccia in quello dell'argento. La domanda di argento fisico ogni anno, sebbene di 8 volte maggiore in peso, è appena l'11% di quella dell'oro, valutata in $15,2 miliardi.
Inoltre, la quantità d'oro da investimento (lingotti, monete e gioielli) arriva all'87% del totale della domanda annua, secondo la GFMS Metal Consulting di Londra. Nel mercato dell'argento, solo il 35% dell’acquisto annuo è relativo all'investimento. Questo fatto significa che il prezzo dell'argento è molto più dipendente dalla domanda industriale, e spiega perchè, occasionalmente, il prezzo dell'argento è legato più al prezzo del rame che a quello dell'oro.
Nonostante questo, gli investitori che possiedono oro e intendono comprare argento, non dovrebbero farlo per diversificare il proprio portafoglio. La correlazione media quotidiana tra oro e argento dal 1968, è stata di +0,62 (media mobile mensile). Sarebbe +1,0 se i prezzi di oro e argento si muovessero simultaneamente, e -1,0 se si muovessero in direzione completamente opposta. La correlazione dell'oro con le riserve USA negli ultimi 40 e 10 anni, per esempio, è quasi pari a zero. La ben nota correlazione dell'oro con l'euro è stata +0,51 dall'inizio del 2000. Invece, durante il mercato Toro degli ultimi 10 anni, il coefficiente statistico tra oro e argento è salito a una media di +0,68, e ha toccato i +0,77 negli ultimi 5 anni.
In breve, l'andamento del prezzo dell'argento tende a seguire l'oro molto da vicino, e la loro relazione è la più stretta esistente tra una qualsiasi coppia di asset. Eppure bisogna tenere alta la guardia perché il rischio rimane. In ogni caso, tenere i contanti in banca non è certo esente da rischi, e l'interesse a comprare argento per trarre profitto dall'inflazione appare decisamente in crescita.