Il prezzo dell’oro sale a 1740$, i mercati azionari mondiali stabiliscono nuovi record
I prezzi dell’oro hanno raggiunto le massime di due settimane, oltre i 1740$ l’oncia nel mercato di Londra questo martedì, ignorando i deflussi di investitori dagli ETF sull’oro e guadagnando 10$ a fronte di nuovi dati economici statunitensi inaspettatamente deboli.
I mercati azionari mondiali sono saliti a massimi storici dopo l’incontro della Federal Reserve, dove sono stati discussi tasso d’interesse a zero e politiche record per l’acquisto di obbligazioni di QE, in seguito allo storico stimulus package per l’emergenza Covid di 1.9 trilioni di dollari approvato dal presidente Biden.
La soglia dei 1700$ rappresenta un “livello importante” per i prezzi dell’oro, afferma il team dei metalli preziosi della banca francese e market maker del mercato di Londra BNP Paribas.
“Ha interrotto i ribassi di questo mese, e guardando indietro di un anno rappresenta un livello chiave intorno al quale l’oro è stato scambiato per un periodo, dopo il crollo del mercato causato dalla pandemia.”
Guardando agli ETF sull’oro “continua la lunga liquidazione”, prosegue BNP, “ma il flusso è in diminuzione e questo potrebbe segnalare che gli attuali detentori di oro siano a proprio agio con le loro posizioni.”
Il gigante GLD ha visto ieri il nono giorno consecutivo con deflussi di investitori, riducendosi al minimo da aprile 2020 e scendendo di oltre 1/10 finora quest’anno, seguito in questa sorte dal suo concorrente IAU.
“Il dato più preoccupante”, afferma BNP, “è l’importante diminuzione dei rialzi tra hedge funds e altri gestori di denaro che scommettono su futures e opzioni sull’oro Comex”, che si trova ora al livello più debole da giugno 2019.
I prezzi del platino sono scesi di 20$ in un’ora dalla massima di tre settimane di questa mattina a 1237$, e anche i prezzi dell’argento si sono ritirati sotto i 26$ l’oncia, mantenendosi invariati dalla scorsa settimana.
La produzione industriale giapponese di gennaio ha mostrato un calo annuale del 5.2%, in linea con le previsioni degli analisti.
I dati di Francia e Italia – seconda e terza tra le più grandi economie dell’Eurozona – hanno rispettato le previsioni del mese scorso con inflazioni nei prezzi del consumo rispettivamente dell 0.8% e 1.0%.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i dati affermano che la più grande economia mondiale ha visto aumentare i prezzi sia delle importazioni che delle esportazioni più rapidamente di quanto previsto dagli analisti, la produzione industriale scendere del 2.2% da gennaio e le vendite al dettaglio diminuire del 3.0% in questo mese.
“Almeno parte della produzione debole e dei dati della vendita al dettaglio sono legati alle condizioni metereologiche” sostiene un asset management strategist, riferendosi alle catastrofiche tempeste di neve che hanno colpito gli Stati Uniti sudoccidentali a febbraio.
Griddy Energy, la compagnia elettrica che ha inviato bollette a quattro cifre alle famiglie texane che tentavano di riscaldare le loro case durante la tempesta con i loro sistemi di aria condizionata, ha dichiarato ieri bancarotta, affermando che “la regolamentazione statale ha distrutto la nostra attività e causato danni finanziari ai nostri clienti” permettendo ai prezzi all’ingrosso di salire oltre il limite legale di 9$ per kw/h.
Editing e traduzione articolo a cura di Alessia Ceccarelli.