ETF sull'oro ridotti, il prezzo arranca e la promessa di Powell di aumentare i tassi

Mercoledì il prezzo dell'oro è rimasto invariato a Londra, mantenendosi di 30 dollari al di sopra dei minimi di 17 settimane di lunedì rispetto al forte dollaro americano, nonostante i nuovi deflussi dai principali ETF d'investimento sull'oro. I mercati azionari e i prezzi delle obbligazioni occidentali sono scivolati ancora una volta dopo che il capo della Federal Reserve Jerome Powell ha giurato di continuare ad aumentare i tassi d'interesse fino a quando l'inflazione non scenderà dai massimi di quattro decenni.

Dopo aver aumentato il tasso dei Fed Funds di mezzo punto questo mese  (la prima mossa di questo tipo in più di due decenni), "continueremo fino ad arrivare al punto di avere condizioni finanziarie appropriate e un'inflazione in calo", ha dichiarato il capo della banca centrale statunitense al Wall Street Journal in un'intervista rilasciata martedì scorso.

"Arriveremo a quel punto. Non ci sarà alcuna esitazione al riguardo".

 

Dopo aver guadagnato il 4,1% alla chiusura di martedì sera rispetto ai 6 mesi di giovedì scorso, l'indice MSCI World è sceso dello 0,4% questa mattina, mentre i futures di New York sono scesi dopo i commenti di Powell.

I rendimenti obbligazionari statunitensi sono tornati al di sopra del 3% annuo sui Treasury decennali, mentre anche i costi di prestito britannici e tedeschi sono risaliti verso i massimi pluriennali della scorsa settimana a seguito dei nuovi massimi pluridecennali delle stime ufficiali sull'inflazione.

Il mese scorso, secondo l'Office for National Statistics, il costo della vita nel Regno Unito è aumentato del 9,0% annuo sull'indice CPI, il ritmo più veloce dal marzo 1982, in quanto il ritorno dell'imposta sulle vendite IVA al 20% sui pasti fuori casa ha coinciso con un aumento record dei prezzi della benzina.

Eurostat ha confermato oggi un'inflazione del 7,4% per l'Eurozona nel mese di aprile, secondo la misura HCIP.

L'inflazione dei prezzi al consumo negli Stati Uniti si è mantenuta il mese scorso vicino ai massimi di quattro decenni, scendendo all'8,2% rispetto all'8,6% di marzo.

L'aumento di mezzo punto della Fed questo mese ha portato il tasso di interesse di riferimento all'1% annuo.

I prezzi dell'oro britannico in sterline l’oncia oggi sono saliti di 10 sterline da un nuovo minimo di 7 settimane a 1450 sterline, mentre il prezzo dell'oro in euro si è avvicinato al minimo da fine marzo a 1720 euro.

Il gigantesco ETF sull'oro quotato negli Stati Uniti, il prodotto SPDR (NYSEArca: GLD), ha registrato ieri una vendita netta da parte degli azionisti per la nona sessione consecutiva, riducendosi di un altro 0,4% e raggiungendo la dimensione più piccola dall'inizio di marzo.

Anche l'ETF sull'oro numero 2 al mondo, il prodotto di iShares (NYSEArca: IAU), si è ridotto a causa delle vendite degli investitori, perdendo lo 0,1% delle azioni emesse e raggiungendo la dimensione più piccola in quasi 5 settimane.

Con il rialzo dei rendimenti obbligazionari di mercoledì, le scommesse sull'aumento di 0,75 punti del tasso di interesse di riferimento da parte della Fed nella riunione del mese prossimo sono tornate a favore di un altro aumento di mezzo punto.

Ma le scommesse sul fatto che il tasso obiettivo dei Fed Funds finisca nel 2022 al 3,00% o oltre (il livello più alto dal crollo di Bear Stearns nel marzo 2008) sono aumentate, raggiungendo una certezza superiore a 3 su 4 secondo lo strumento FedWatch della borsa dei derivati CME.

 

Editing e traduzione a cura di Douglas Da Silva