Oro oggi

L'albero dei soldi e l'assenza di inflazione

Di Adrian Ash - BullionVault
 
Ecco qua. I soldi veramente crescono sugli alberi, almeno secondo i titoli dei giornali di oggi.
 
L’oro, niente poco di meno, è stato trovato in piccole quantità in alberi di eucalipto in Australia. Analizzare foglie e corteccia potrebbe portare alla scoperta di depositi di oro fino a 30 metri al di sotto del suolo, dicono i geochimici specializzati.
 
Buone notizie, forse, per il settore minerario. Ma tirare fuori quel minerale potrebbe non essere facile come cogliere una foglia. Fare soldi non accade mai senza un costo. E neppure chi stampa i soldi sta facendo molti profitti, diversamente da come si potrebbe immaginare.
 
L’azienda britannica De La Rue oggi ha emesso il secondo profit warning dell’anno. Per quanto possa sembrare strano, c’è un’eccessiva capacità di stampa di denaro nel mondo al giorno d’oggi. Difficile da credere, con il quantitative easing che continua a livelli di record. Stampare denaro non è però più il business di una volta, anche durante questi giorni di grande inflazione. E De La Rue è indietro rispetto ai target decisi nel 2010, quando il quantitative easing stava procedendo a grandi passi.
 
De La Rue Plc è l’azienda più importante al mondo per la stampa di banconote. Ha stampato 150 valute differenti negli scorsi 5 anni, occupandosi del design di due quinti delle nuove banconote emesse nel mondo dal 2008.
 
Licenza di stampare denaro? I volumi di stampa sono però caduti quest’anno, annuncia De La Rue, il 10% in meno nella prima metà del 2013.
 
Di sicuro il quantitative easing significa che ci sono più soldi in circolazione? Tassi di interesse vicino allo zero stanno anche portando più credito e possibilità di spesa nell’economia, giusto? E per quanto riguarda la rinascita dell’inflazione immobiliare, sopratutto per le case nel Regno Unito e persino gli affitti a Berlino?
 
Sono soldi però che non hanno forma cartacea, ma solo elettronica. Le zecche delle banche centrali sono oggi un “equivalente elettronico” come sottolineò Ben Bernanke della Federal Reserve nel 2002, suggerendo al Giappone di svalutare lo Yen proprio come ha fatto lui con il Dollaro da allora. Ma fu il denaro cartaceo, non bit trasferiti da un conto bancario a un altro, che innescarono l’inflazione in Zimbabwe al momento del discorso di Bernanke di dieci anni fa. Stessa cosa nell’Argentina di oggi. I soldi digitali, invece, sono ormai diffusi dappertutto, come spiega Edward Luttwak, stratega militare, consulente e storico, in una nota sul crimine organizzato in Italia.
 
Dal 1990, spiega Luttwak, le famiglie calabresi che portavano la cocaina del Nord Europa e fino ai nuovi mercati costituiti dagli stati della vechia Unione Sovietica, scoprirono che “i colombiani rifiutavano di accettare cash, perché non poteva essere utilizzato per investire nel mercato immobiliare di Miami o per comprare hotel o ristoranti. Ai calabresi servivano soldi veri: non mazzette di banconote, ma depositi in conti corrente che possono essere trasferiti elettronicamente.”
 
Il problema è che le aziende legittime non possono utilizzare i contanti. E in tutto il mondo, secondo i dati di Mastercard (che ha chiaramente un interesse esplicito in merito) le transazioni tra aziende sono oggi l’89% del valore di tutti i pagamenti. I consumatori, nel frattempo, stanno anche essi lasciando il contante (per lo meno al di fuori del mercato nero, e anche i guadagni del mercato nero in ogni caso devono essere riciclati ed entrare nel circuito digitale alla fine dei conti). Come proporzione delle transazioni tra privati, i pagamenti eseguiti senza l’utilizzo di contanti sono adesso l’80% negli Stati Uniti, l’89% nel Regno Unito e il 93% in Belgio secondo Mastercard. Volendo anche ignorare la strategia PR dell’azienda di carta di plastica, quasi la metà delle transazioni nel Regno Unito sono fatte senza contanti, con i pagamenti in valuta che crollano a quasi il 10% in valore nel 2012 rispetto all’anno prima, secondo il British Retail Consortium. La maggior parte della crescita delle transazioni senza contanti è giunta da metodi alternativi di pagamento, sopratutto PayPal, con “nuovi modi di pagare e nuovi modi di acquistare che modificano il panorama degli acquisti al dettaglio come mai successo prima.”
 
Potrebbe questo spiegare perché l’inflazione al consumo non ha decollato in Occidente? Sì, c’è molto più denaro in circolazione. Sì, si continua a comprare oro per proteggersi. Poiché le leggi base dell’economia dicono che il prezzo generale dovrebbe salire, man mano che il valore di ciascuna unità monetaria si riduce. Tutto questo denaro in più però si trova in dischi rigidi, server e nel cloud, invece che in tasche e portafogli. È anche dove il denaro viene scambiato, in codici intangibili. Senza una presenza fisica, forse questo muro di soldi perde impatto.
 
 
Ci sono molte altre ragioni plausibili per spiegare perché l’inflazione non sia aumentata come conseguenza del quantitative easing. Il denaro è chiuso nelle riserve delle banche, per esempio, non entra nell’economia reale. La crescita di potere d’acquisto dal 2008 è andata quasi interamente all’1% più ricco, che lo utilizza sopratutto per comprare azioni, immobili e arte piuttosto che prodotti da supermercato. O forse le banche centrali hanno davvero mantenuto quella credibilità che hanno lottato per ottenere dopo l’inflazione del 1970. I privati in Occidente sono sicuri adesso che il costo della vita non sarà più lasciato crescere a dismisura.
 
Però la nascita del denaro avvenuta nell’antica Grecia ha modificato il nostro modo di pensare e il nostro mondo. Ha reso re chiunque emanasse monete, e il cosidetto ”equivalente universale” segna l’inizio della fine della società feudale nello stesso modo in cui ha creato un metro per misurare tutti i valori, mercantili, religiosi e personali. È questo il mito di Re Mida dopotutto.
 
Il cervello umano e il modo che ha di concepire il mondo è stato modificato nuovamente dalla digitalizzazione. Basta chiedere a un ventenne (chiedergli qualsiasi cosa, e vedere se riesce a rispondere senza controllare online, e vedere poi invece la reazione di un 45enne). Molte persone si preoccupano che la digitalizzazione ci stia cambiando per il peggio, e propagandano le paure sull’utilizzo di internet ovviamente utilizzando internet. Molti altri idioti ritengono che il mondo postumano si dimostrerà un nuovo Eden dove tutte le opinioni, le chiacchiere, la confusione e la stupidità hanno lo stesso valore. Esattamente come nel medioevo le opinioni dei contadini che non sapevano leggere valevano quanto tutte le altre. Il mondo di oggi, con informazioni che si mischiano a intrattenimento e i commenti dei lettori che plasmano e spostano conoscenza esattamente nello stesso modo in cui accadeva prima dell’invenzione della stampa! A chi serve l’Illuminismo?
 
In un modo o in un altro, forse il nuovo mondo digitale rievoca la legge di ferro del denaro. Forse il flusso di nuovo denaro non risulterà questa volta in costi di vita più alti nel modo in cui è sempre successo (SEMPRE) nel passato. Perché il denaro che non possiamo toccare non può a sua volta toccare i prezzi come invece sicuramente fa il denaro cartaceo o il metallo.
 
Si, certo. E i soldi crescono sugli alberi.

Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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