Oro oggi

Oro? Ma quale bolla!

Marc Faber parla alla conferenza della LBMA

Di Adrian Ash – BullionVault

LA CONFERENZA ANNUALE DELLA LBMA propone sempre interventi dei player più interessanti sul mercato dell’oro e dell’argento. Quella di quest’anno svoltasi ad Hong Kong ha incluso tra gli altri importanti istituzioni asiatiche, tra cui la ICBC e la Banca Popolare Cinese.

“Quando parla la Banca Cinese è bene stare ad ascoltare” si è detto, tirando le somme della conferenza. “Sopratutto quando parla d’oro.”

La star della conferenza per acclamazione è stata però un’altra, ovvero lo svizzero (ora residente in Tailandia) Marc Faber.

Chi lo conosce non ha difficoltà ad immaginare quale possa essere stato il tema, ovvero il “doom & gloom” economico e il boom dell’oro. Partendo, com’è ovvio, dalle conseguenze non volute di una costante ingerenza governativa.

“I continui interventi dei governi con misure monetarie e fiscali, invece di agevolare il ciclo economico hanno piuttosto peggiorato l’instabilità. Gli aggiustamenti a breve termine dei neo-keynesiani hanno avuto un impatto molto negativo, particolarmente negli Stati Uniti.”

Il problema maggiore per Faber è il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke. Anche se “in confronto a molti dei membri della Fed, Bernanke sembra una volpe”. Né ha alcuna importanza chi corra per la Casa Bianca. Perché grazie al budget militare e del welfare “la spesa è fuori controllo, le tasse basse, e la maggior parte delle spese sono obbligatorie.”

Per questa ragione la politica della Federal Reserve è inevitabile, ha continuato Faber, e anche se non abbiamo ancora i tassi di interesse negativi richiesti dal membro della Fed Janet Yellen, abbiamo tassi di interesse reali negativi. Sia gli Stati Uniti che l’Occidente hanno già avuto una situazione di tassi di interesse inferiori all’inflazione negli anni ’70, e anche in quel momento abbiamo assistito ad un boom dei prezzi delle materie prime. È di fondamentale importanza notare però che al giorno d’oggi, a differenza di 40 anni fa, non ci sono i controlli valutari che c’erano invece al tempo:

“Ben Bernanke può far piovere dollari in questa stanza” ha detto durante la conferenza della LBMA ad Hong Kong, “ma non sa come poi questi dollari verranno usati. Non è detto che l’aumento dei prezzi sia uguale in tutti i settori: potrebbe riguardare solo le materie prime, o i metalli preziosi, o i beni finanziari. Sopratutto, le porte di questa stanza dove piovono dollari non sono chiuse, le banconote volano via e hanno un impatto altrove, non in questa stanza.”

Questo altrove negli ultimi anni è stato ovviamente l’Asia emergente, in particolare la Cina. In casa, intanto, i tassi di interesse reali negativi stanno costringendo le persone a speculare, perché devono pur fare qualcosa con il proprio denaro, ha continuato Faber. Tassi artificialmente bassi, molto al di sotto della media degli ultimi 200 anni.

Le conseguenze sono disastrose per i risparmi dei cittadini americani e quindi per i capitali che dovrebbero essere destinati agli investimenti. “Non si diventa ricchi perché si consuma. È necessario formare il capitale” ha detto Faber. Diversamente da un’investimento in una fabbrica per avere profitti e ripagare il prestito, “il credito al consumo è completamente diverso. Lo spendi una volta, e hai soltanto anticipato una spesa futura.”

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Finora quindi, le solite previsioni funeste a cui Faber ci ha abituato. Notando che il debito statunitense ammonta al 379% del PIL, “se includessimo i passivi non finanziati la linea di questo grafico salterebbe al quinto piano di questo hotel!” ha detto Faber, direzionando la luce rossa del suo puntatore laser al soffitto. Dopo che il settore privato ha “risposto razionalmente” alla crescita del credito del 20% nel 2006 lasciando collassare il credito negli anni dal 2007 al 2009, il governo USA si è fatto avanti, se non che “il credito del governo è il credito più improduttivo che si possa realizzare.”

In breve, i prestiti facili e i bailout che ci hanno portato fin qui (dal salvataggio ad opera della Fed di Goldman Sachs negli anni ’80 durante la crisi del debito Messicana, fino a quello della LTCM negli anni ’90 e poi lo scoppio della bolla tecnologica) hanno portato gravi conseguenze. “Le bolle sono disastrose da un punto di vista sociale” ha detto Faber. A guardare il grafico dello spostamento della ricchezza generazionale, è impossibile non essere d’accordo (a meno di non essere un membro della Fed).

“Solo quelli della Federal Reserve non mangiano e non guidano!” ha incalzato Faber parlando dell’obiettivo di inflazione della Fed, prodotto dal “Ministero della Verità, il Bureau of Labor Studies: è una frode vera e propria.” Però, anche se le politiche americane ripetutamente sbagliate fanno in modo che le potenze emergenti lo evitino (“Siamo in un mondo nuovo: le esportazioni della Cina verso le nazioni che producono materie prime, come Australia e Brasile, sono maggiori rispetto a quelle verso gli Stati Uniti; le esportazioni dalla Corea del Sud verso le nazioni che producono materie prime sono maggiori rispetto a quelle combinate di Stati Uniti e Europa!”), ci sarà un rallentamento nella domanda di materie prime e un livellamento dei prezzi con il tempo.

“Rimango long sui metalli preziosi piuttosto che sulle materie prime industriali” ha detto Faber, suonando come musica per le orecchie degli operatori della LBMA. Meno piacevole è stato il suggerimento che sarebbe meglio non custodire metalli negli Stati Uniti e nemmeno in Svizzera,  visto che “se è solo una minoranza a possedere oro, allora in caso di crisi il governo lo confischerà.” Eppure lo stesso Faber ha confermato che il 25% della sua proprietà di metalli preziosi è ancora in Svizzera, nonostante egli da 30 anni viva in Asia.

Quando il collasso deflazionario finalmente arriverà (impossibile sapere quando, come confermato da Faber) ci saranno grandi opportunità in asset reali e produttivi. Cosa fare fino a quel momento? E quali sono le considerazioni di Faber per quanto riguarda il prezzo? Eccole: “L’oro non è nemmeno vicino ad una fase di bolla.”

Certo di questi tempi è forte la tentazione a vendere per monetizzare:
“In bagno ho una foto di Bernanke” ha concluso Faber. “Ogni volta che penso di vendere la guardo, e cambio idea!”

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Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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