Oro oggi

Oro, fiducia e indipendenza. Parte 1°

Di Adrian Ash - BullionVault
 
“Fede e religione sono i temi chiave” ha dichiarato Edel Tully di UBS, banca di investimento e bullion bank svizzera, riassumendo la conferenza della LBMA di quest’anno.
 
Temi difficili da ignorare, visto che la conferenza si svolgeva a Roma, in un hotel a Monte Mario da cui si poteva ammirare la cupola di San Pietro. E qualsiasi bene che non da rendimenti, e che è crollato di prezzo per più di due anni, deve sembrare un investimento basato sulla speranza e sulla preghiera più che sulla fredda logica.
 
Invece che fede e religione, però, le parole che ho scritto sul mio quaderno di appunti sono state “fiducia e indipendenza” come temi chiave della conferenza. Perché mentre Edel Tully sentiva sussurri di credi eterni, in dio o nell’oro, io dovevo invece tapparmi le orecchie per le urla fine troppo terrene in merito a sicurezza, sovranità, fiducia e libertà.
 
L’oro forma un triangolo con queste idee lungo tutta la storia. Fiducia e indipendenza hanno nuovamente incontrato l’oro a Roma la scorsa settimana a Roma. Perché la folla odierna di moderni cittadini che pagano le tasse, rappresentanti di governo, prestatori, trader, alti prelati e il resto devono ancora avere fiducia gli uni negli altri ma richiedono anche indipendenza. E come la conferenza della LBMA ha mostrato, il modo in cui l’oro e l’argento sono trattati spiega la fiducia delle persone nelle altre persone, e la libertà di scegliere come agire.
 
Prendiamo per esempio i banchieri centrali. Tendono a vendere l’oro quando costa poco, e comprare e tenerlo quando non è così. Come ha commentato giustamente Terence Keeley di Blackrock durante la conferenza, “non è il modo di diversificare un portafoglio.”
 
 
 
 
L’oro delle banche centrali però non serve a raddrizzare bilanci o portare avanti i profitti. L’oro è più che altro un valore di indipendenza, anche se una tale indipendenza mette in dubbio la fiducia della banca centrale nei confronti delle altre istituzioni. Istituzioni come per esempio l’unione monetaria che in teoria la banca centrale dovrebbe approfondire e sviluppare.
 
Non che alcuno dei rappresentanti delle sei banche centrali che hanno parlato alla conferenza abbiano osato dire nulla di simile. Nessuna dichiarazione esplicita. Ma non c’è bisogno di un traduttore simultaneo per capire cosa è stato detto.
 
“La fiducia è il bene più importante per una banca centrale” ha annunciato Salvatore Rossi di Bankitalia. Il secondo bene più importante, è sembrato che implicasse, è l’oro. E vista la recente storia dell’Italia e dell’oro della banca centrale, sembra certamente che supporti la fiducia dell’opinione pubblica nella banca centrale. Come ha detto Rossi, l’oro chiaramente supporta l’indipendenza della banca dal governo.
 
“Non devo ricordarvi il ruolo unico che ha l’oro nelle riserve delle banche centrali” ha detto Rossi, ricordando comunque ai 700 e oltre delegati riuniti a Roma che l’oro “è unico tra i beni perché non è emesso da nessuno”. Non porta con sé nessuna passività e non ha bisogno di una controparte per dimostrare il proprio valore intrinseco.
 
Il rappresentante della banca centrale italiana ha poi indicato “ragioni psicologiche” per il ruolo chiave dell’oro. Ragioni sottolineate anche da Clemens Werner della Bundesbank, la banca seconda al mondo per riserve totali d’oro, dopo gli Stati Uniti. Oltre 40 anni dopo la fine dello standard aureo e ottanta anni dopo che il sistema monetario toccò il fondo, ha menzionato “fiducia” e “precauzione” come i due motivi fondamentali per continuare a possedere oro.
 
Perché come Rossi ha spiegato nel suo discorso, l’oro “potenzia la capacità di ripresa” delle riserve complessive delle banche centrali, che aumentano di valore tipicamente quando gli altri beni crollano. Sopratutto, l’oro “costituisce l’indipendenza della banca centrale” dal governo. Come lo faccia, Rossi non lo ha detto. Ma mentre cinque minuti di taxi più in là Berlusconi cercava di mettere fine al governo, il punto era chiaro per chi conosceva la storia.
 
Il Cavaliere nel 2009 attentò all’oro della Banca d’Italia, che lo invità ad andare sapete dove. La BCE, alleata di Bankitalia, reiterò l’invito. Provare a tassare i profitti non realizzati della banca centrale sull’oro era illegale secondo il trattato dell’Euro, e violava più di un trattato sull’indipendenza dal governo che le banche centrali devono conservare. L’allora governatore di Bankitalia Mario Draghi è adesso capo della BCE, e il suo comportamento nel 2009 sembra un buon esempio di come la BCE, e le banche centrali più importanti in Europa, reagirebbe oggi ad un eventuale attacco simile alle riserve d’oro.
 
Rimane certo che né le riserve dell’Italia, né quelle della Germania sono in vendita quest’anno. Alexandre Gautier ha confermato che ciò è vero anche per le riserve francesi. È vero anche però che alla fine degli anni ’90 la Banca di Francia diceva lo stesso per poi avvantaggiarsi dei prezzi in rialzo durante i primi anni del nuovo millennio. Anche Gautier ha parlato alla conferenza, sia di compravendite che di prestiti, per dire soltanto che le prime sono molto limitate e gli ultimi sono da escludere. Almeno fino a quando ci sarà chi è in grado di offrire un buon collaterale al prestito d’oro. Cosa che è improbabile quanto necessaria ora che (paragonato a 10 o 15 anni fa quando i prestiti d’oro da parte delle banche centrali erano di gran moda, così come lo erano le vendite, escludendo Roma e Francoforte), “l’ambiente è completamente diverso. Non sono sicuro che si potrebbe accettare un prestito di un anno senza collaterale.”
 
E questo ci riporta alla fiducia... come vedremo nella seconda parte di questo articolo.
 

Adrian E. Ash è a capo del Reparto di Ricerca presso BullionVault, il più grande servizio di investimento in oro al mondo. Adrian ha pecedentemente ricoperto il ruolo di Editorial presso la Fleet Street Publications Ltd e di redattore economico dalla City di Londra per The Daily Reckoning; è un collaboratore regolare della rivista finanziaria per investimenti MoneyWeek. I suoi commenti sul mercato dell'oro sono stati pubblicati su Financial Times, Bloomberg e Der Stern in Germania e molte altre pubblicazioni.

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