Oro: report settimanale del 27/07/12
Di Ben Traynor – BullionVault
L'ORO HA MESSO A SEGNO l’aumento settimanale più consistente in sei settimane, con il fixing pomeridiano di venerdì a $1618,25 all’oncia, ovvero il 2,7% in più rispetto alla settimana precedente.
L’argento ha seguito il movimento rialzista dell’oro lungo tutta la settimana, con il fixing di venerdì a $27,73 all’oncia, un rialzo settimanale del 2,4%.
L’oro ha iniziato la scalata mercoledì dopo che il Wall Street Journal ha pubblicato un report che suggeriva che la Federal Reserve si starebbe avvicinando a nuove decisioni in supporto dell’economia. L’oro è poi balzato in avanti anche giovedì, così come i mercati azionari e l’Euro, dopo che il presidente della Banca Centrale Europea Draghi ha dichiarato che la BCE “farà quanto necessario” per salvare l’Euro. L’oro è stato probabilmente aiutato dagli acquisti che si sono rivelati necessari per coprire le posizioni short, visto che giovedì sono venute a scadenza le opzioni di agosto del Comex.
I commenti di Draghi sono stati interpretati come un segno che la BCE potrebbe ricominciare a comprare bond governativi sul mercato principale, come già accaduto l’anno scorso per Italia e Spagna. Rimane da vedere quanta sostanza ci sia dietro le parole di Draghi, ma si può star certi che più la BCE interverrà, meno la Germania avrà di che essere felice.
È stata una settimana piuttosto stressante per l’Europa. I bond decennali spagnoli hanno toccato un nuovo record storico al 7,75% dopo la divulgazione del fatto che due regioni spagnoli hanno chiesto aiuti al governo centrale. È probabile che la lista delle regioni che necessiteranno di aiuti (da un governo già fortemente indebitato) si allungherà.
In settimana è giunta anche la notizia che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato l’outlook per tre nazioni con rating di tripla A, tra cui la Germania.
Fuori dall’Eurozona, le previsioni sul PIL in Gran Bretagna indicano che per il terzo trimestre consecutivo la crescita è stata negativa, ponendo ulteriore pressione sul governo e le politiche di austerità.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le ipotesi di ulteriore quantitative easing nel prossimo futuro si sono leggermente indebolite venerdì, visto che le previsioni sul PIL, per quanto indichino comunque una crescita economica più lenta, sono state leggermente migliori delle aspettative.
La prossima settimana verranno divulgati i dati sui nonfarm payrolls degli Stati Uniti, come sempre tenuti d’occhio da mercati. Ci saranno anche i dati sul settore manifatturiero per le maggiori economie del mondo, e la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse.