L'oro tocca i 2.500 dollari, mentre diminuiscono le aspettative di un taglio dei tassi a settembre e la Cina fatica a riprendere gli acquisti.

Il prezzo dell'oro è salito a 2.500 dollari lunedì, tornando a livelli record raggiunti solo tre settimane fa, nonostante l'aumento delle speculazioni secondo cui la Federal Reserve ridurrà i tassi di interesse statunitensi di soli 0,25 punti percentuali nella riunione di settembre della prossima settimana. Nel frattempo, la banca centrale cinese ha annunciato di non aver acquistato oro per le proprie riserve per il quarto mese consecutivo ad agosto, riporta Atsuko Whitehouse di BullionVault

 
Dopo aver superato i 2.500 dollari per oncia, in seguito ai dati contrastanti sui posti di lavoro negli Stati Uniti, l'oro è salito oggi di 16 dollari per oncia troy rispetto, al precedente calo dello 0,5% a 2.485 dollari, registrato durante le contrattazioni cinesi. Il prezzo dell'oro nella Borsa di Shanghai, invece, ha continuato a mostrare un calo rispetto alle quotazioni di Londra, suggerendo una domanda debole  prinicpale mercato di consumo, del metallo prezioso.
 
“Il rapporto sui posti di lavoro negli Stati Uniti di venerdì non si è rivelato abbastanza debole da giustificare un taglio di 50 punti base il 18 settembre”, afferma il team di strategia sulle materie prime della piattaforma di derivati Saxo Bank.
 
Questo crescente consenso “segnala potenzialmente rischi al ribasso per i prezzi dei titoli di Stato [statunitensi] che potrebbero pesare sull'oro nel breve termine” aumentando il costo del prestito a lungo termine.
 
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Con i prezzi del debito in calo lunedì, il rendimento del titolo del Tesoro USA a 2 anni, sensibile ai tassi, è salito di 5 punti base rispetto al minimo di 18 mesi di venerdì (3,65% annuo). Ma è rimasto al di sotto dei tassi del Tesoro a 10 anni, mantenendo la curva dei rendimenti USA positiva dopo che, due settimane fa, è terminato un periodo record di 25 mesi di “curva dei rendimenti invertita” che metteva in guardia dalla recessione.
 

 
Secondo lo strumento FedWatch del CME, le scommesse sul mercato dei futures sui Fed Funds indicano che la probabilità di un taglio dei tassi di 50 punti base alla settimana, mercoledì, è scesa da oltre 1 su 2 un mese fa ad appena 1 su 4 lunedì.
 
Ma la probabilità di un taglio totale di 1,25 punti da qui a Natale è salita dal 25% al 40%, suggerendo che se la Fed taglierà solo di 25 punti base questo mese, il mercato dei tassi d'interesse ora si aspetta un taglio più drastico di 50 punti base in ciascuno dei mesi di novembre e dicembre.
 
“È ora opportuno che la banca centrale riduca i tassi d'interesse”, ha dichiarato il presidente della Fed di New York John Williams subito dopo il rapporto sui salari non agricoli di venerdì, pur sottolineando l'importanza di osservare attentamente i nuovi dati economici.
 
Il momento è arrivato”, ha concordato il governatore della Federal Reserve Christopher Waller in un commento separato, aggiungendo, poco prima del periodo di ‘blackout’ in cui i responsabili politici potranno parlare prima della decisione della prossima settimana, che ‘se i dati suggeriscono la necessità di tagli più consistenti, allora sosterrò anche questo’.
 
Guardando ai dati statunitensi di questa settimana, “un rapporto sui prezzi al consumo o alla produzione più debole del previsto non sarà sufficiente a stimolare un taglio dei tassi più consistente”, ritiene Vincent Deluard, direttore della strategia macro globale presso il brokeraggio Stone X Group Inc.
 
Giovedì si terrà la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea, il cui consenso di mercato prevede che la BCE, composta da 20 paesi, ridurrà il tasso di interesse sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3,50% e segnando così il secondo taglio dei tassi di quest'anno.
 
Le borse europee sono salite lunedì, con lo Stoxx 600 paneuropeo che ha guadagnato lo 0,8%, mentre i futures sulle azioni statunitensi sono saliti dopo essere scesi tutta la settimana scorsa.
 
Ma le azioni asiatiche sono scese nella notte, con il CSI 300 della Cina continentale che è sceso dell'1,2% ai minimi da febbraio, dopo che i dati sull'inflazione dei prezzi al consumo di agosto sono risultati inferiori alle aspettative, pari allo 0,6% annuo, mentre l'indice dei prezzi alla produzione ha mostrato una deflazione annua dell'1,8%, quasi mezzo punto in più rispetto alle previsioni degli analisti.
 
I prezzi dell'oro alla Borsa dell'oro di Shanghai hanno continuato a mostrare uno sconto rispetto a Londra lunedì, scoraggiando nuove importazioni di lingotti. Ma il divario è sceso al minimo da metà agosto, a 1 dollaro per oncia troy, estendendo la tendenza che ha visto la media della scorsa settimana ridursi a 5 dollari.
 
La Banca Popolare Cinese non ha acquistato oro in agosto, come hanno mostrato i dati sulle sue riserve nel fine settimana, dopo aver acquistato 316 tonnellate nei 18 mesi consecutivi fino a maggio, portando il suo patrimonio aureo della banca centrale a 2.264 tonnellate.
 
Ma il nuovo record dei prezzi dell'oro del mese scorso ha comunque fatto salire il valore delle riserve auree ufficiali della banca centrale cinese del 3,6%, raggiungendo un nuovo record di 183 miliardi di dollari, pari al 5% delle riserve totali della PBoC - la quota più alta dal 1996.
 
Il greggio è rimbalzato leggermente lunedì, dopo aver registrato il maggior calo settimanale degli ultimi 11 mesi a causa delle continue preoccupazioni sulla domanda globale.
 
I prezzi dell'argento, metallo principalmente industriale, sono saliti dello 0,7% dopo aver toccato un minimo di tre settimane venerdì sotto i 27,70 dollari per oncia troy.
 
L'oro in euro è salito dello 0,3% lunedì, raggiungendo i 2261 euro, mentre il prezzo dell'oro britannico in sterline per oncia è salito dello 0,4% a 1908 sterline.