Oro in ripresa in attesa del budget di Trump

Il prezzo dell'oro ha mostrato una ripresa lunedì a Londra, dopo che il dollaro ha perso terreno rispetto ai rialzi della scorsa settimana ed in attesa dei budget e piani per l’ inflazione del presidente Trump.

La settimana è iniziata con un aumento tra i 1.316 ed i 1.319$/oncia, dopo due chiusure settimanali in ribasso.

I mercati attendono i piani per le infrastrutture ed i dati sui consumi americani, che verranno pubblicati mercoledì, in cerca di indizi riguardo all'inflazione ed alla possibilità di un innalzamento del tasso d'interesse. La causa della caduta delle Borse della scorsa settimana è stata indicata nelle preoccupazioni riguardo all'inflazione in aumento ed un'altra chiusura temporanea del governo in meno di tre settimane.

Le Borse asiatiche ed europee hanno mostrato un rialzo questa mattina, con Stoxx 600, FTSE e Daxx che segnano un +1%.

Gli speculatori hanno mostrato preoccupazione riguardo alla volatilità dell'ultima settimana, la maggiore dal 2015, che ha visto una liquidazione mille miliardi di capitali azionari.

L’indice di volatilità CBOE è aumentato di volte durante le ultime turbolenze del mercato.

Il greggio, invece, è in ripresa dopo la caduta settimanale maggiore in due anni.

Oggi il presidente Trump dovrebbe annunciare il piano da 200 miliardi per le infrastrutture, inclusi i fondi per il muro sul confine con il Messico. Anche se questo budget ha lo scopo di stimolare l’economia, gli oppositori indicano l’incoerenza con il programma repubblicano di bilanciamento del budget nei prossimi dieci anni.

“Il futuro sarà determinato principalmente dalla politica monetaria e dal dollaro”, ha scritto Carsten Menke della banca privata svizzera Julius Baer. “La crescita economica degli Stati Uniti è più solida, gli stipendi sono in crescita e la Fed potrebbe essere costretta ad aumentare il tasso d’interesse più del previsto”.

“L’aumento del prezzo dell’oro che vediamo oggi non è dato dalla crescita della domanda dell’oro come assicurazione, ma da operazioni di vendita allo scoperto da parte degli speculatori”, osserva Barnabas Gan, analista della banca OCBC. “Specialmente dopo la liquidazione della scorsa settimana, operazioni di vendita allo scoperto indicano solo buonsenso”.

Anche se la volatilità della scorsa settimana non ha causato un aumento del prezzo dell’oro, Mike Dudas di Vertical Research ha predetto un ritorno dell’oro come assicurazione, “dato che la volatilità e l’andamento imprevedibile del mercato sono situazioni sempre più comuni”.

“Non appena la situazione si sarà ristabilizzata, dopo i crolli delle Borse della scorsa settimana, l’oro riemergerà in un mercato molto volatile”, ha aggiunto Dudas, prevedendo un aumento a 1.355$/oncia e un prezzo alla fine dell’anno di 1.400$/oncia.

Wang Tao di Reuters non è della stessa opinione, ed indica che il prezzo dell’oro potrebbe incontrare una resistenza a 1.325$ e 1.330$/oncia, per poi tornare al minimo dell’8 febbraio a 1.306$/oncia.

L’argento ha mostrato un piccolo aumento dai 16,37$/oncia venerdì, ai 16,42$/oncia di lunedì, mentre il platino, dopo un piccolo aumento dello 0,7% è tornato sotto il livello di chiusura della scorsa settimana a 965$/oncia.

Le posizioni lunghe nette di tutti i metalli preziosi sono diminuite il giorno successivo al crollo delle Borse, dei quali il Dow ha avuto il peggiore crollo nella storia.

Le posizioni nette lunghe in oro del Comex sono diminuite dell’11% nella settimana terminata il 6 febbraio - la prima diminuzione in otto settimane, secondo i dati di venerdì della CFTC.

Anche le posizioni in argento del Comex sono diminuite al punto minimo di sei settimane.

Il sottostante in oro fisico di SPDR Gold Trust si è ridotto a 820 tonnellate, il volume minore dalla fine di agosto.