Oro al picco di tre mesi, lo "stimolo cinese" scompare, l'UE boccia il Def
L’oro è saltato ai massimi da metà luglio martedì, a 1.236$/oncia con le Borse mondiali in rosso ed il maggiore indice cinese che ha perso la corsa di ieri, stimolata dall’aiuto di Pechino.
L’argento non ha seguito il rally dell’oro, salendo solo al picco di una settimana a 14,80$/oncia, mentre le altre commodity sono in perdita ed il greggio è al minimo di un mese.
L’indice CSI 300 di Shanghai è diminuito del 2,7%, e lo yuan cinese è sceso al minimo di 21 mesi contro il dollaro, nonostante la recente iniezione di 17 miliardi di liquidità del governo cinese alle banche e le promesse di supporto e tagli alle tasse.
Secondo i broker di CLSA “le ultime due settimane di correzioni pesanti indicano che il mercato azionistico è nel panico”.
Con la caduta dell’EuroStoxx 600 dell’1,1% e del FTSE-100 sotto 7.000, l’oro da investimento ha guadagnato l’1,3% questa settimana fino ad oggi in sterline ed euro.
I prezzi dei titoli di Stato dei paesi emergenti sono diminuiti, aggiungendo stress al debito dei governi.
La corsa ai bond ha spinto in basso il rendimento dei titoli a dieci anni americani, ora al 3,15%.
Anche il rendimento dei titoli italiani è diminuito, ed ancora di più quelli degli altri paesi della zona Euro, dopo l’approvazione al Consiglio dei Ministri del piano per il deficit del 2019.
La commissione europea ha formalmente respinto il Documento Programmatico di Bilancio e ne ha richiesto uno nuovo, entro tre settimane, con saldi che rispettino gli impegni di riduzione del debito presi in precedenza dall’Italia.
Subito dopo la bocciatura, lo spread è aumentato a quota 310.