Oro oggi

Oro: 5%in più di acquisti per ogni incremento dell'1% del PIL

L’acquisto di oro è maggiormente incoraggiato dall’incremento del prodotto interno lordo e del reddito piuttosto che dalla crisi finanziaria, come emerge da alcuni studi di professori di economia di fama mondiale.
 
Sfidando il sentore comune di stampo occidentale, che considera l’oro utile solo in cattivi periodi, il report conferma ciò che il World Gold Council - l’organizzazione mondiale per lo sviluppo del mercato dell’oro - ha definito “il dualismo positivo dell’oro”, ossia l’abilità dello stesso di avvantaggiarsi sia delle fasi di contrazione che di espansione del ciclo economico.
 
Lo studio econometrico condotto da Avinash Persaud - professore emerito del Gresham College, Rettore della London School of Economics – e commissionato dal World Gold Council, ha analizzato il comportamento dei consumatori di oro da investimento nel mondo, concentrandosi su undici nazioni definite “chiave”.
 
Durante gli ultimi 5 anni, la domanda di oro da gioielleria ha rappresentato il 48% degli acquisti annuali ed un’ulteriore 10% ha interessato i prodotti elettronici come PCs e smartphones. Le banche centrali hanno acquistato il 7% in media, e nonostante la crisi finanziaria, l’oro da investimento è stato meno della domanda dei consumatori - circa il 35% all’anno dal 2009.
 
 “La nuova analisi”, afferma il WGC, nel mostrare i risultati del Prof. Persaud, “mostra che a ciascun incremento dell’1% del PIL è corrisposto un incremento del 5% di consumo di gioielli”. “I gioielli d’oro sono definiti dagli economisti come beni superiori”, afferma Persaud, “dove la domanda cresce proporzionalmente più del reddito”.
 
La stessa relazione di 5:1 si applica alla domanda di beni elettronici, se raffrontata alla crescita del prodotto interno lordo.
 
Sebbene la domanda di oro da investimento sia molto inferiore rispetto all’acquisto di gioielli, “le variazioni della domanda del prezioso metallo da investimento possono essere elevate e recitare un ruolo importante nel mercato”, fa notare Persaud. 
 
L’oro da investimento, concorda il World Gold Concil, “può esercitare una forte pressione sui prezzi nel breve (e potenzialmente medio) termine. 
 
 “Tuttavia, il trend di lungo periodo è maggiormente collegato al consumo globale, ai risparmi e, allo stesso tempo, dalla disponibilità della fornitura”. 
 
 
Durante lo scorso anno, complessivamente,  India e Cina hanno guidato la domanda di acquisto d’oro, con un’ocia acquistata per ogni due vendute. La propensione all’acquisto da parte dei privati in Asia è molto più lontana dai consumi occidentali”, afferma il report, in quanto gli asiatici “si contraddistnguono per un maggiore risparmio”, mediamente il 30% dei guadagni.
 
 
Anche negli Stati Uniti la metà degli acquisti di oro “è collegata ai consumatori”. La produzione di gioielli subirà un incremento del 6% quest’anno rispetto al 2013, secondo l’ultimo aggiornamento sull’oro del 2014 da parte dell’agenzia di consulenza Thomas Reuters GFMS.
 
Per ciò che concerne la fornitura, afferma GFMS, la vendita di oro reciclato negli Stati Uniti – il quale fece registrare un incremento dei prezzi durante la crisi finanziaria – è diminuita del 17% nella prima metà del 2014 rispetto allo scorso anno.  
 
”Questo flusso di oro riciclato proveniente dai consumatori  di tutto il mondo è diminuito del 9% nel momento in cui la necessità di avere fondi derivati dalla vendita di oro è diminuita, a seguito del miglioramento delle condizioni dell’economia americana”, afferma la compagnia di consulenza.
 
 
“Data la forte elasticità del prezzo e della domanda in molte nazioni”, afferma il professor Persaud – riferendosi alla forte richiesta d’oro a seguito del crollo dei prezzi del 30% - “la triplicazione del prezzo dell’oro (dal 2009 al 2014) avrebbe dovuto portare ad un declino maggiore nella richiesta di gioielli e, se i prezzi fossero rimasti alti, ad un continuo declino della domanda.
 
 “Ad ogni modo, il consumo di gioielli è molto sensibile (ed elastico) in funzione dell’incremento del reddito”, afferma Persaud. 
 
In sintesi, conclude il World Gold Council, “sembra opportuno affermare che il dato positivo del PIL non sia necessariamente negativo per il mercato dell’oro”.

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