L’oro in ribasso con il petrolio nonostante la minaccia iraniana, l’argento vicino ad una flessione con il Comex rialzista
L’oro e l’argento sono diminuiti di prezzo lunedì in dollari insieme alle altre materie prime, con la valuta americana che guadagna terreno e le Borse in rialzo.
Il greggio Brent è caduto a 73,50$ al barile, 2$ al di sotto del picco di tre anni e mezzo della scorsa settimana, dopo che i dati americani hanno mostrato un aumento importante delle estrazioni di petrolio, ma l’Iran, quinto produttore di petrolio al mondo, ha minacciato di arricchire l’uranio ad un livello ancora maggiore rispetto al periodo precedente al patto del 2015, nel caso Trump dissolvesse l’accordo.
I nuovi dati tedeschi hanno mostrato un grande rallentamento dell’inflazione ad aprile.
Il prezzo dei maggiori bond americani è rimasto stabile, causando una correzione dei rendimenti a lungo termine rispetto al picco di quattro anni della scorsa settimana al 3%.
L’oro è diminuito dello 0,9% a 1.312,50$/oncia mentre l’agento ha perso un ulteriore 1,5% dopo -3,5% della scorsa settimana, arrivando a 16,26$/oncia.
In euro e sterline i due metalli non hanno subito oscillazioni paragonabili al prezzo in dollari, e l’oro in dollari australiani ha perso solo lo 0,3%.
“I mercati sono tranquilli oggi, con Cina e Giappone in vacanza”, ha osservato una nota del raffinatore svizzero MKS Pamp.
“L’oro è sprofondato nuovamente al di sotto della media mobile a cento giorni e al di sotto del livello di supporto a 1.315$/oncia, avvicinandosi al livello psicologico dei 1.300$”.
Nuovi dati dopo la chiusura di venerdì hanno mostrato andamenti contrastanti nelle scommesse su oro ed argento, con i derivati sull’argento che la scorsa settimana hanno terminato la corsa delle posizioni nette negative più lunga dall’inizio dei grafici nel 2006.
Con il picco di tre mesi, poi perso, del prezzo dell’argento in dollari, al Comex le posizioni corte sono state ridotte quasi del 25% nella settimana terminata lo scorso martedì, il taglio più veloce alle posizioni ribassiste di quest’anno.
Le posizioni rialziste sono aumentate del 15%, trascinando le posizioni nette in territorio rialzista per la prima volta in undici settimane.
Le posizioni nette lunghe del Comex Gold al contrario sono al minimo del 2018 fino ad oggi.
iShares Silver Trust (NYSEArca:SLV) la scorsa settimana è rimasto invariato al minimo di due mesi, mentre SPDR Gold Trust (NYSEArca:GLD)si è espanso al massimo dall’elezione di Trump nel 2016.
“Con l’entrata nel mercato di sette nuovi trader ribassisti, il netto del numero degli speculatori è ribassista”, ha riportato l’analisi settimanale di Societe Generale.
L’argento si è mosso nelle ultime due settimane da una discrepanza all’altra, cioè da una situazione di numero netto dei trader rialzista ma con il netto delle posizioni ribassista, ad una situazione in cui il netto degli speculatori è ribassista, ma i contratti che sono passati al netto positivo”.
“Questo non è mai capitato prima, è potrebbe indicare che siamo ad un punto di flessione”.