L'oro perde l'incremento di 15$/oz, scambi intorno ai 1.085$/oz

L’oro perde il precedente incremento di 15$ per oncia durante gli scambi nel primo pomeriggio di lunedì a Londra. Le borse occidentali hanno recuperato le perdite iniziali, mentre i prezzi dei titoli del tesoro americano sono saliti con il dollaro, spingendo i rendimenti al ribasso. 

 

I rendimenti dei titoli decennali americani sono scesi del 2,25%, appena sotto il livello in cui stavano un anno fa.

 

A metà pomeriggio il prezzo dell’oro in dollari ha tenuto intorno a 1.085$/oz – appena 1$/oz al di sopra del prezzo di chiusura di venerdì. 

 

Il prezzo del petrolio aveva avuto un precedente rimbalzo vicino al livello minimo di 3 anni, mentre l’argento ha ritracciato i prezzi di oro nei movimenti al rialzo e al ribasso, perdendo un incremento dell’1,4% durante gli scambi in Asia e i primi scambi a Londra che hanno portato l’oro a 14,46$/oz.

 

"L'oro continua a fregiarsi della sua reputazione come valuta di crisi”, ha affermato la Commerzbank in Germania questa mattina, facendo riferimento all'aumento dei prezzi dell'oro in euro durante la sessione asiatica sopra 1.020€ per oncia – un movimento dell’1,8% rispetto alla fine di venerdì.

 

“La necessità di un bene sicuro sul quale fare riferimento ha portato gli scambi sull’oro al rialzo questa mattina”, ha affermato il gruppo MKS, riferendosi agli scambi di contratti futures sull’oro nel Comex. 

 

Il volume degli scambi sul contratto principale sull’oro nel Gold Exchange di Shanghai è salito in maniera decisa rispetto a venerdì, eguagliando l’incremento di due settimane della scorsa settimana, con il prezzo dell’oro in yuan che è salito dell’1% durante la giornata.  

 

Il prezzo della LBMA è stato di 10$ superiore rispetto al prezzo di chiusura di venerdì, a 1.095.5 per oncia, il livello più alto da lunedì della scorsa settimana.

 

Lo scorso mese l’importazione di oro in Turchia – quarta nazione al mondo per consumi – è stata di sole 1,7 tonnellate, al ribasso di quasi il 75% rispetto ad un anno fa.  

 

L’india – primo paese al mondo per consumi e che aveva in precedenza superato la Cina nei primi 9 mesi del 2015 secondo quanto affermato dalla Thomson Reuters GFMS – ha mostrato il 60% di importazioni in meno in termini di valore, pari a 45 tonnellate secondo il prezzo medio pomeridiano dello scorso mese della LBMA.