Investire in oro: quando e perché
Investire in oro: tre punti di vista
Alessandra Pilloni - BullionVault.it
NON CAPITA SPESSO che la stampa italiana si occupi di investimenti in oro. Alcuni interventi apparsi durante i giorni scorsi mostrano un singolare scetticismo verso gli investimenti in oro, che giunge inaspettato se lo si paragona all'entusiasmo della stampa estera verso lo stesso argomento.
Il primo articolo, tratto dall’Espresso on line, suggerisce che in caso di default nazionale, “l'oro potrebbe risultare un investimento poco sicuro. Oltre al problema di stoccaggio, il default potrebbe accompagnarsi con una deflazione, che porta ad una caduta di tutti i prezzi, compreso quello dell'oro.”
La storia recente sembra però dimostrare il contrario: vediamo il caso del Giappone, l’unica nazione ad aver sperimentato un periodo prolungato di deflazione dopo la fine del sistema aureo. Cominciata circa una decade fa, la deflazione ha coinciso con la politica di “interessi zero” della Banca centrale giapponese. Il grafico indica in che direzione si è mosso il prezzo dell’oro mentre il prezzo degli altri beni, compreso quello degli immobili, cadeva.
Il secondo articolo, sulla prima pagina del Corriere on line, rivisita l’andamento del prezzo dell’oro durante gli anni ’70, e lo scoppio della bolla all’inizio degli anni ’80: “A spingerlo all’insù era stato un insieme di fattori: l’accendersi dell’inflazione, arrivata a due cifre in America e nella maggioranza dei Paesi occidentali, mentre i relativi governi stampavano grandi quantità di moneta per finanziare i loro deficit statali; il caro petrolio [...].Ma con l’inflazione domata negli anni Ottanta e il lungo periodo di pace post Guerra fredda durato fino alla fine degli anni Novanta, le quotazioni dell’oro sono crollate.”
Siamo d’accordo: l’oro non è sempre un buon investimento. Non produce reddito, non muove l’economia, e di certo non serve quando l’economia è in crescita e le opportunità di investimento si moltiplicano. In pochi però vedono un tale scenario all’orizzonte in questo momento: il preoccupante debito statunitense ha portato la politica di Obama ad orientarsi da tutt’altra parte rispetto alla riduzione delle tasse che portò il decennio di impetuoso sviluppo dell’era Reagan.
“Tenuto conto dell’inflazione, oggi l’oro dovrebbe costare 2.266 dollari per oncia” conclude l'articolo. Se per il Corriere questa è una testimonianza del fatto che l’oro non ha saputo svolgere il ruolo di rifugio sicuro, da un altro punto di vista potrebbe voler dire che, visto che persiste l’incertezza internazionale e si infiamma la crisi valutaria che ha spinto il prezzo dell’oro oltre i $1.425 dollari all’oncia, la scalata dell’oro ha ancora molta strada da fare.
Giuseppe Turani, sul suo blog su Repubblica, cita invece l'analisi di JP Morgan, che sembra proporre un'opinione diversa: “L'oro fa storia a se, perché é più un bene singolo, rifugio, che una vera e propria commodity. Ma é certo che chi in questi anni ha investito in oro ha guadagnato molto. Questo é il quadro, che magari non convincerà tutti, però é molto logico, razionale, conseguente a quello che ci ha offerto il 2010.”
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