Oro, il bene rifugio
La crisi in Grecia spinge gli investimenti in oro
LA SITUAZIONE DI INCERTEZZA a livello internazionale causata dal rischio default della Grecia unita alla crescente proccupazione per Portogallo e Spagna, la possibile svalutazione dell’euro e la crisi che ha colpito nei giorni scorsi le principali borse europee spingono sempre più risparmiatori a considerare un investimento verso quello che è considerato il bene rifugio per eccellenza.
Dopo un ventennio di stallo, il prezzo dell’oro è quasi quadruplicato nell’ultimo decennio, passando dai $300 all’oncia del 1999 alla quotazione attuale di $1.166 all’oncia. Per quanto riguarda il prezzo in euro, l’oro ha toccato il suo massimo storico il 28 aprile scorso, arrivando agli €28.689 al KG. Eppure, nonostante rialzi da capogiro, sono in tanti a ritenere che la corsa dell’oro non sia finita.
L’oro è un bene fisico, che non muta, non deteriora né migliora le proprie condizioni o caratteristiche. La quotazione dipende quindi più che dalle caratteristiche del metallo in sè, da quello che gli accade attorno. Così, in questo momomento di grande incertezza internazionale e di crisi monetaria i grandi capitali sembrano spostarsi verso un bene che assicura tenuta di valore a lungo termine. È opportuno tener presente che, per quanto esistano molti risparmiatori che avendo investito in oro 4 o 5 anni fa hanno visto raddoppiare il capitale, la maggior parte di coloro che scelgono di comprare oro adesso è guidata dalla volontà di di salvaguardare i propri risparmi a lungo termine, tendenza che riflette quella che storicamente è la natura dell’investimento in oro.
Del resto, in un panorama dove le opportunità di investimento sembrano incrementare il rischio insieme alla possibilità di guadagno, e dove, vista l’inflazione reale e gli interessi concessi dalle banche, tenere i risparmi fermi significa sostanzialmente perdere potere d’acquisto, non rimangono molte alternative per chi intende gestire i propri risparmi con la massima prudenza.
Pensate a chi vide i propri risparmi compromessi dal fallimento Parmalat, o alle centinaia di risparmiatori in fila fuori dalle filiali della britannica Northern Rock per ritirare i contanti prima che la banca dichiarasse bancarotta. Sono di certo esempi estremi, ma è vero che la maggior parte degli investimenti lasciano i risparmiatori esposti al rischio di fallimento della controparte. Possedere oro elimina questo rischio: in quanto bene materiale, non dipende dalle performance di un’azienda, né dalla sua gestione. In quanto materia prima, il valore dell’investimento dipende soltanto dal variare del prezzo.
Inoltre, a differenza del settore immobiliare, l’oro ha l’estremo vantaggio di essere compravenduto in un mercato internazionale e con una liquidità profonda. Smobilitare un investimento immobiliare non è in genere un’operazione rapida, a meno che non si sia disposti a negoziare il prezzo di vendita. Smobilitare l’oro fisico è invece un’operazione immediata. Se si opera con i giusti strumenti, ovvero all’interno del mercato internazionale nel quale negoziare sul prezzo non è un’opzione, perché esso è fissato, due volte al giorno, dal London Gold Market Fixing, si è in grado di riavere l’intero ammontare del proprio investimento in pochi giorni, dopo aver venduto al prezzo corrente di mercato.
L’oro ha mantenuto il suo potere d’acquisto per secoli. È soprattutto questo fatto che gli investitori europei ma anche americani e britannici considerano, mentre le loro monete traballano e in tanti decidono di trasformare parte del proprio capitale in oro fisico.