I lingotti d’oro più economici del mese; il cambio direzione di Powell insieme alla variante Omicron colpiscono i titoli globali al 5% dal picco.

I lingotti d'oro del mercato all'ingrosso di Londra hanno raggiunto il prezzo più economico del mese giovedì, scendendo sotto i 1770 dollari l’oncia; i mercati azionari globali e i prezzi delle materie prime sono scesi ancora una volta dopo il "cambio di direzione" del presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti Jerome Powell verso una più rapida riduzione del nuovo QE e un più rapido aumento dei tassi di interesse, di fronte alla peggiore inflazione in 3 decenni.

Allo stesso tempo, i prezzi del debito pubblico sono aumentati, abbassando i costi di prestito a lungo termine mentre sempre più paesi impongono restrizioni di viaggio e quarantene, con nuovi casi di Omicron confermati in tutto il mondo. Il Sudafrica ha dichiarato che è diventato la variante dominante di Covid-19 a livello locale con infezioni che raddoppiano in 24 ore.

Dopo aver stabilito un 6° nuovo record consecutivo l'8 novembre, l'indice MSCI World è sceso di 10 delle 17 sessioni successive, perdendo il 5% da quel picco.

Il greggio, nel frattempo, è sceso giovedì vicino ai 65 dollari al barile del benchmark statunitense WTI, il più economico da fine Agosto e quasi 20 dollari sotto il massimo di 7 anni di fine ottobre.

I prezzi dell'argento hanno esteso il calo dei prezzi dei lingotti d'oro per testare il loro livello più economico del dollaro dai minimi di 14 mesi di fine settembre, scendendo durante la notte a 22,20 dollari l’oncia. Il platino, invece, ha provato (senza successo) a recuperare il livello dello scorso fine settimana, scendendo indietro di quasi il 2% in 1 ora giovedì, all’ora di pranzo, a Londra.

"Jay Powell ha effettivamente abbandonato la precedente posizione della Fed", afferma il Financial Times sulla testimonianza di questa settimana al Congresso del presidente della banca centrale statunitense.

"[Ciò] ha inviato un chiaro messaggio ai mercati: combattere l'inflazione ... è ora la massima priorità [il che significa] una più rapida riduzione del massiccio programma di acquisto di obbligazioni della banca centrale [oltre ad] un margine di manovra per aumentare i tassi di interesse più rapidamente del previsto".

Ma le previsioni di inflazione nel mercato obbligazionario sono ora scese al minimo in 8 settimane, prevedendo il 2,44% all'anno da qui al 2031.

I breakeven quinquennali hanno anche visto il loro crollo più ripido da quando il Covid Crash ha colpito i mercati finanziari globali nel marzo 2020, scendendo di quasi 0,5 punti percentuali in 2 settimane.

I prezzi pagati dai produttori statunitensi sono tornati a novembre sull'indice ISM dei costi degli input, ma si sono mantenuti su quello che sarebbe un record decennale se non fosse per la precedente impennata del 2021.

Con il FTSE All Share di Londra che scambia il 2,3% in meno rispetto al mese scorso, il prezzo dell'oro britannico in sterline per oncia oggi ha stabilito nuovi minimi di un mese, scendendo sotto le 1330 sterline.

I prezzi dei lingotti d'oro in euro hanno tenuto vicino ai minimi di 4 settimane sotto €1565, mentre l'indice EuroStoxx 600 ha perso l'1,6% per la giornata, momento più basso da metà ottobre.

"Il caso migliore per l'oro è un'inflazione alta ma in decelerazione", pensano gli analisti del broker canadese T.D. Securities, perché "[può] lasciare la banca centrale statunitense a suo agio nel mantenere l'economia calda più a lungo".

Editing e traduzione a cura di Dougla Da Silva