L'euro fa i conti con la storia
Il problema di Eurolandia è insito nella sua storia
di Adrian Ash - BullionVault.it
IL SALVATAGGIO DELLA GRECIA è già costato tre vite durante i disordini di Atene della scorsa settimana. Altri spargimenti di sangue in Europa sarebbero una terribile ironia per questo progetto ideato nel dopoguerra che è stato capace di mantenere in Europa la pace più lunga mai vista in tutta la storia.
Nessuna moneta unica può cambiare la storia, e la politica monetaria europea del secolo scorso è divisa nettamente in due. La Germania ha subito prima un’iperinflazione, poi la follia più totale, per ritrovarsi alla fine della seconda guerra con una moneta di valore pari alla carta straccia.
Al contrario il resto dell’Europa e specialmente i PIGS al sud (ma anche la Gran Bretagna) hanno avuto un’esperienza esattamente opposta. Prima venne la deflazione, grazie al sistema aureo tra le due guerre. Poi, la vittoria della Seconda Guerra in Europa fu seguita dalla vittoria della moneta debole. Ogni volta la svalutazione riusciva a far sopravvivere le nazioni con debiti pubblici di dimensioni spropositate.
Quindi, mentre i tedeschi ripensano al passato e fanno i conti con un’inflazione catastrofica, poi col regime nazista e vedono finalmente un boom di cinquanta anni costruito grazie a una moneta forte... i greci, gli spagnoli e gli italiani ricordano una folle corsa al denaro contante, risolta semplicemente stampando altri soldi.
L’iperinflazione del 1919-1923 è viva nella memoria collettiva della Germania, e solo ed esclusivamente in quella. Ad ovest del Reno, e al di sotto delle Alpi, il XX secolo ha avuto una storia completamente diversa. Negli anni ’30, il resto dell’Europa è scivolata in una deflazione cronica e nel 1931 la sterlina abbandonò lo standard aureo, l’ancora monetaria mondiale, costringendo tutti a fare la stessa scelta, prima o poi.
"Prima" si rivelò la scelta migliore. L’inflazione funzionò, e così la guerra. Per avere conferma, chiedete a Paul Krugman o a Ben Bernanke.