Oro oggi

Base monetaria e prezzo dell’oro

E se l'oro raggiunge e supera i $2500? Meglio essere preparati...

Di Jeff Clark - Casey Research

NON AMIAMO PARTICOLARMENTE LE PREVISIONI qui al Casey Research, tanto meno se accompagnate a una data specifica. È difficile però ignorare la correlazione tra la base monetaria degli Stati Uniti e il prezzo dell’oro.

Tale correlazione lascia pensare che entro gennaio 2014 il prezzo dell’oro raggiungerà i $2.300.

Vediamo quindi la performance dell’oro, paragonata all’espansione della base monetaria degli Stati Uniti, a partire da gennaio 2008.

 

Come si nota, i trend sono molto simili. La correlazione è infatti di un valore quasi incredibile: +0.94.

Considerato che la Fed ha dichiarato l’allentamento quantitativo ad infinitum, è logico concludere che l’espansione di tale base monetaria continuerà. Se continua a crescere allo stesso passo fino a gennaio 2012, c’è una forte probabilità che a quel punto il prezzo dell’oro raggiungerà i $2.300 all’oncia: una crescita del 30% in 15 mesi.

Entro la fine del 2014, l’oro potrebbe senza difficoltà raggiungere una media di $2.500, ovvero il 41% in più rispetto ai prezzi attuali.

Qualcuno potrebbe dire che non ci sono garanzie che la correlazione prosegua. È vero, così come è vero che non è garantito che la Fed continui a stampare per tutto il 2014.

Si tenga conto però che non è solo la Fed a mettere in atto politiche monetarie di allentamento:

-    Il presidente della BCE Mario Draghi ha dichiarato che comprerà bond governativi europei in quantità illimitata

-    La Banca Centrale del Giappone sta espandendo al momento il proprio programma di acquisto da circa 1.000 a 8.000 miliardi di yen

-    Le Banche Centrali di Cina, Gran Bretagna e Svizzera stanno anche esse gonfiando il proprio bilancio

Le maggiori economie al mondo stanno tutte svalutando la propria moneta. Queste azioni avranno ovviamente delle conseguenze da cui oro e argento trarranno beneficio direttamente.

Ci sarebbero altre conseguenze, alcune buone, alcune meno, quando e se il prezzo toccherà e supererà i $2.000 all’oncia. Gli investitori dovrebbero essere preparati alle seguenti evenienze:

-    Fornitura ridotta. Il prezzo che sale attira più investitori, e comprare oro può diventare man mano più difficile. Eventuali ritardi nella consegna diventeranno sempre più probabili. Coloro che volessero comprare devono essere pronti ad aspettare in fila, figurativamente o per davvero.

-    Premi più alti. Una conseguenza fisiologia della riduzione della fornitura è l’incremento della commissione. I premi non rimarranno sempre ai livelli attuali. All’inizio del 2009 i premi più che raddoppiarono, e i margini per le Eagles d’argento e le Maple Leafs raggiunsero quasi il 100%

-    Incremento di profitti per i produttori. Se il margine sulla produzione è al momento $1.000 all’oncia,  quali saranno i profitti quando i margini raggiungeranno i $1.500 o $2.000? Il prezzo dell’oro aumenta in maniera molto più veloce rispetto ai costi operativi, quindi la situazione non è così improbabile. Immaginate in che modo potrebbe influenzare i dividendi, specialmente quelli legati al prezzo dell’oro e/o ai guadagni.

-    Punto critico e mania. Giungerà un punto nell’incremento dei prezzi quando le masse entreranno nel mercato. L’investitore medio non vorrà rimandare indietro. Succederà quando il prezzo toccherà i $2.000? I $2.500?

Il messaggio che si ricava da queste evenienze è di cominciare o continuare ad accumulare oro. Aspettare ancora potrebbe avere delle conseguenze poco gradite.

Doug Casey è un famoso investitore ed autore il cui libro Crisis Investing è stato il n. 1 della lista dei best seller del New York Times per 29 settimane consecutive, un tempo record.

Il Casey Research pubblica varie newsletter e siti web che hanno in totale una audience di 200 mila lettori a settimana.

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