Oro oggi

Oro: ecco la correzione

Di Ben Traynor – BullionVault

L'ORO È SCESO per la seconda di fila, ed è da maggio che non vedevamo un risultato di questo tipo.

Il Fixing di venerdì pomeriggio è stato di $1737 all’oncia, l’1,7% in meno della chiusura della settimana scorsa.

Il Fixing dell’argento è stato di $32,33, un calo del 4,3% rispetto alla chiusura del venerdì precedente.

Questa settimana è cominciata con Bernanke che ha difeso animatamente la politica di quantitative easing della Federal Reserve. Il governatore della banca centrale americana ha espresso solidarietà nei confronti delle nazioni emergenti, nonostante alcuni dei loro politici abbiano accusato la Fed di esportare inflazione. Bernanke ha comunque restituito al mittente l’accusa, dicendo che l’allentamento monetario nell’Occidente non è la ragione principale dei flussi di capitali all’estero e che alcune economie emergenti dovrebbero lasciare i tassi di cambio più liberi di rispondere flessibilmente. Ha aggiunto che supportare la crescita delle economie avanzate è un bene anche per il resto del mondo. Bernanke evidentemente crede nella politica che sta attuando e non mostra segni di voler cambiare idea.

In Cina, nel frattempo, i dati ufficiali del PIL indicano che l’economia è in rallentamento per il settimo trimestre consecutivo, secondo i dati del trimestre che termina a settembre. Il primo ministro cinese Wen Jiabao ha dichiarato che l’economia mostra segnali di stabilizzazione, ma ha messo in guardia rispetto alle difficoltà del quarto trimestre visto che la lentissima crescita globale pesa sulla domanda di prodotti di esportazione.

In Europa, l’ultimo Summit Europeo è terminato venerdì, con la maggior parte delle questioni ancora irrisolte. Sembrava esserci un accordo per quanto riguarda la creazione di un organismo europeo di supervisione bancaria, ma i piani per la ricapitalizzazione diretta delle banche sembra che si siano scontrati con un muro. Alcune fonti anonime dalla Francia hanno lasciato trapelare che il Meccanismo di Stabilità potrebbe essere in grado di iniettare denaro direttamente alle banche già dal primo trimestre dell’anno prossimo. Fonti tedesche invece hanno smentito, dando l’evenienza come “altamente improbabile”.

Venerdì pomeriggio, il cancelliere Merkel ha dichiarato ai reporter che le ricapitalizzazioni non saranno retroattive. In altre parole, nazioni come la Spagna e l’Irlanda dovranno pagare da sole i debiti esistenti, rinforzando il legame tra le banche e i governi in difficoltà.

Per quanto riguarda la Spagna, fino a questo momento non ci sono segni di un bailout imminente, nonostante le indiscrezioni di metà settimana secondo cui il governo sembrava invece pronto a richiederlo. Se la Spagna chiedesse gli aiuti, la Banca Centrale Europea sarebbe pronta a comprare i bond spagnoli sul mercato, aiutando così ad abbassare i rendimenti.

È possibile che la Spagna stia solo prendendo tempo nella speranza di negoziare termini migliori. I costi di finanziamento della Spagna sono scesi nelle ultime settimane, e qualche giorno fa l’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating di credito della Spagna come “investibile”. Ad ogni modo, l’unica ragione per cui le condizioni della Spagna sono migliorate è che la BCE è pronta ad intervenire. Prima o poi la Spagna dovrà fare la prima mossa e non è improbabile che ciò avvenga proprio durante questo fine settimana.

Laureato in economia a Cambridge, già giornalista per la Fleet Street Letter ed esperto di economia monetaria, Ben Traynor fa parte del team di ricerca di BullionVault.

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