Reazione allo stimolo monetario: l’oro vola
Di Ben Traynor - BullionVault
DURANTE LA SEDUTA di venerdì pomeriggio del mercato di Londra il prezzo dell’oro in euro ha mancato per un soffio il record storico assoluto. Il fixing di venerdì pomeriggio in euro è stato infatti il più alto di sempre a €1373 all’oncia (€ 44.142/kg).
Il fixing di venerdì pomeriggio in dollari è stato invece $1784/oz, il più alto dallo scorso novembre.
Per quanto riguarda l’argento, il fixing di venerdì è stato $34.69, di poco inferiore a quello della settimana precedente.
I recenti rialzi dell’oro sono stati causati da una serie di annunci di politica monetaria da parte delle principali banche centrali. La scorsa settimana, la Federal Reserve ha annunciato un programma di acquisto titoli a tempo indeterminato, mentre una settimana prima la Banca Centrale Europea aveva divulgato il suo piano di comprare debito sovrano, anche questa volta senza limiti prestabiliti.
Mercoledì di questa settimana, la Banca del Giappone, una volta campione di quantitative easing, è apparsa invece abbastanza discreta se paragonata alle colleghe Occidentali, quando ha annunciato l’estensione del proprio programma di acquisto titoli, aumentato da 700 miliardi a 800 miliardi di yen. Il governatore Shirakawa ha smentito che si sia trattata di una risposta diretta alla Fed e alla BCE, nonostante ciò la decisione è stata vista come l’ultimo round nella guerra delle valute, secondo cui le banche centrali stanno deliberatamente indebolendo le proprie valute nella speranza di spingere il mercato del lavoro, le esportazioni e di ridurre il valore reale del debito.
Molti analisti durante la settimana hanno commentato che le misure di stimolo monetario aiuteranno il prezzo dell’oro nel breve e medio periodo.
Alcuni di essi, tra cui Deutsche Bank e Bank od America, hanno previsto che il prezzo dell’oro toccherà i $2000 nei prossimi mesi.
Che abbiano ragione o meno, la situazione che ha favorito il bull market dell’oro negli ultimi dieci anni, ovvero tassi di interesse reali negativi e una crescente liquidità da parte delle banche centrali, sembra destinata a durare ancora per un po’.