Ancora cautela nel mercato dell’oro
Alessandra Pilloni - BullionVault
SETTIMANA DI TRADING bidirezionale per l’oro, che chiude la settimana a $1668,25 all’oncia (prezzo del fixing pomeridiano di venerdì), molto vicino al livello di chiusura della settimana precedente. In termini di Euro, il fixing pomeridiano di venerdì è stato fissato a €1245,70, un rialzo settimanale del l’1,65%.
Questa differenza racconta una delle storie di questa settimana che vi vogliamo raccontare. Il rialzo dell’oro in termini di Euro è dovuto infatti alla debolezza della moneta unica, espressasi sopratutto al finale della settimana, dopo che giovedì la Banca Centrale Europea ha dichiarato di voler mantenere invariati allo 0,75% (il minimo storico assoluto per la moneta unica). Sia chiaro che i mercati non si attendevano nulla di diverso, sono state però le dichiarazioni di Mario Draghi a proiettare incertezza nei mercati. Il governatore della BCE ha dichiarato infatti che benché l’apprezzamento dell’Euro nei mesi recenti sia “un segnale della ripresa della fiducia”, gli ultimi mesi del 2012 hanno mostrato anche un ‘innalzamento del rischio legato al credito’ e ‘debolezza nella domanda di credito’. Il prezzo dell’oro in Euro ha toccato il massimo settimanale a €40.413/kg (€1256 all’oncia) proprio giovedì pomeriggio.
Le indicazioni degli analisti durante tutta la settimana sono rimaste avvolte in uno scudo di forte cautela. In molti concordano che fino a che la soglia dei $1700 verrà superata il mercato dell’oro rimarrà nella situazione di incertezza e trading bidirezionale che ha caratterizzato le ultime settimane.
Nel frattempo sono i mercati azionari, in particolare lo Standard & Poor 500 e il FTSE londinese, a fare la parte del leone. Mentre l’S&P registra il migliore gennaio dal 1997 e il FTSE 100 di Londra dal 1989, si direbbe che gli investitori stiano spostando la liquidità in asset più rischiosi, quali appunto i mercati azionari. Sembra sottolineare questo trend anche il Gold Investor Index di BullionVault, che misura il rapporto tra compratori e venditori netti sulla piattaforma più importante per la compravendita di oro tra privati. Come spiegato qui il GII ha indicato un calo a gennaio, dopo 5 mesi consecutivi di rialzo. Rimane da chiedersi quanto questo atteggiamento di ottimismo sia sostenibile nel tempo.
Questa settimana sono stati diffusi i dati di importazione ed esportazione di oro da Hong Kong che, ricordiamo, è il principale hub di commercio per la Cina. Tali dati sono dunque fondamentali per fare una stima delle quantità di oro che la Cina commercia, visto che non vengono rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito.
I dati, diffusi martedì dal Dipartimento del Censo e delle Statistiche, indicano che a dicembre le importazioni di oro da Hong Kong verso la Cina hanno toccato le 114,4 tonnellate, portando il totale delle importazioni nel 2012 a oltre 834,5 tonnellate. Si tratterebbe del 94% in più rispetto al 2011. D’altro canto le esportazioni di oro fisico dalla Cina hong Kong sono aumentate anche maggiormente: triplicando rispetto al totale di 95,5 tonnellate del 2011, hanno raggiunto nel 2012 le 310,9 tonnellate.
Ricordiamo che questa domenica segna il capodanno lunare, festeggiato in Cina tradizionalmente con acquisti di oro fisico. I dealer hanno notato che, diversamente da quanto accaduto negli anni scorsi, quest’anno non si è notato un picco prima del capodanno, le importazioni sono state invece più regolari e omogenee lungo i mesi precedenti la festività. Rimane da vedere se, e in quale modo, questa scadenza influenzerà la domanda nei mercati dell’oro fisico.
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