I verbali della Fed mandano a picco l’oro
Alessandra Pilloni – BullionVault
SETTIMANA DI PESANTI PERDITE per l’oro, vediamo quali ne sono stati gli avvenimenti più importanti.
Dopo una crollo di oltre il 3% durante la settimana precedente, l’oro inizia il lunedì in ripresa, in particolare durante la sessione asiatica. Il Shanghai Gold Exchange, alla riapertura dopo la settimana di vacanza legata al capodanno lunare, tocca un nuovo record di volumi di scambio, con oltre 22 tonnellate di contratti Au9999 (lingotti di purezza del 99,99%).
Il rimbalzino di lunedì ha però vita breve, e i mercati dei metalli preziosi da martedì rimangono ad aspettare la pubblicazione dei verbali del meeting dell’Open Market Committee della Federal Reserve, l’esecutivo della banca centrale americana. Il prezzo comincia una discesa che lo porta nella mattinata di mercoledì a rompere il livello dei $1600 all’oncia per la prima volta in sei mesi. Non va meglio per il prezzo dell’oro in termini di Euro: nonostante la debolezza della moneta unica il prezzo rompe il livello dei €1200 all’oncia, toccando i €1172 mercoledì in serata. Si tratta del livello più basso degli ultimi 16 mesi.
Il crollo del prezzo, cominciato come dicevamo in previsione della pubblicazione dei documenti della Federal Reserve, è stato causato dal timore che la Fed potrebbe porre termine al programma di quantitative easing prima di quanto preventivato.
Ricordiamo che lo scorso settembre la Fed si è impegnata a comprare titoli basati sui mutui per un valore di $40 miliardi al mese. A dicembre è stato approvato un ulteriore programma di acquisto di Treasuries per un valore mensile di $45 miliardi.
Nei verbali pubblicati mercoledì, che si riferiscono al meeting di fine gennaio, si legge che “molti partecipanti hanno sottolineato che il Committee dovrebbe prepararsi a variare il ritmo di acquisto degli asset, in risposta ai cambiamenti dello scenario economico”.
È chiaro che se come suggeriscono i verbali i programmi di allentamento monetario dovessero venir ridotti, si rischia che “il driver principale, ovvero l’inflazione, non supporterà più il prezzo dell’oro”, come dichiara giovedì Tim Price di UBS, intervistato alla CNBC.
Di giovedì la notizia che il SPDR Gold Trust (GLD), l’ETF sull’oro più importante al mondo, ha ridotto il sottostante di 8,9 tonnellate. In totale, GLD ha ridotto l'oro in custodia di 34 tonnellate nell'ultima settimana, il quantitativo in uscita maggiore degli ultimi 18 mesi.
La settimana termina quindi con forti perdite: il fixing pomeridiano di venerdì è stato fissato a $1576,50, una perdita del 2,22% rispetto allo stesso dato della settimana scorsa. In termini di Euro la perdita è stata meno influente, a causa del crollo dell’Euro nei mercati valutari, che lo ha portato venerdì mattina a $1,3150, il minimo di sei settimane. Il fixing in Euro è stato quindi €1199,13, un calo dello 0,68% rispetto alla settimana precedente.
L’argento ha seguito l’oro in questa caduta libera, toccando il minimo semestrale di $28,56, ovvero il 10% in meno rispetto all’inizio del mese. Il fixing di venerdì, a $28,79 all'oncia, segna una perdita settimanale del 4,61%.
Se i programmi di espansione monetaria verranno effettivamente interrotti sarà interessante vedere fino a che punto reggerà il recente rally dei mercati azionari, in particolare statunitensi. Una bella verifica per capire se lo stesso è basato su una situazione di crescita e ottimismo reale, o dalla generosità delle politiche monetarie.
Con BullionVault puoi comprare oro in euro e scegliere dove custodire il tuo oro tra Zurigo, Londra e New York.