Oro affonda sotto i $1200
Alessandra Pilloni - BullionVault
IL PREZZO DELL'ORO ha toccato i minimi triennali durante la notte di venerdì, a $1184 all’oncia. Siamo al 40% in meno rispetto ai massimi storici toccati nel 2011.
Nel pomeriggio, dopo che il fixing pomeridiano al mercato di Londra è stato fissato per $1203,25, ovvero un calo del 7,6% rispetto alla chiusura del venerdì precedente, e in Euro a €921,88, un calo settimanale del 6,7%, il mercato si è ripreso recuperando fino a toccare i $1221,61.
Una delle ipotesi per spiegare il rimbalzo è la chiusura di posizioni short in conclusione di trimestre; fine giugno segna inoltre anche la chiusura di metà anno.
Cosa succede al mercato dell’oro? È davvero finito il bull market che, almeno in Dollari, durava da più di dieci anni, oppure è una fase fisiologica di ribasso che reagisce al miglioramento dei mercati azionari e dei dati economici? E tale miglioramento riflette un’effettiva crescita economica, o è piuttosto conseguenza del gonfiamento della base monetaria? È davvero arrivato il momento di rallentare il QE da parte della Fed, come Bernanke sembra avere intenzione alla fine del 2013?
Domande sulle quali è bene riflettere, per chi già possiede oro o per chi sta valutando se questo sia il momento giusto per entrare. In ogni caso la scelta non è chiaramente facile.
Per quanto riguarda il mercato dell’oro fisico, questa settimana non si è registrato dall’Asia lo stesso interesse che invece caratterizzò il crollo di aprile e che in quel momento supportò il prezzo. I rumors di una possibile crisi bancaria in Cina, oltre che continui imposizioni di tipo sia burocratico che fiscale per ostacolare le importazioni di oro in India, contribuiscono al sentiment negativo nei confronti del metallo giallo. Ricordiamo che il governo indiano ha agito negli ultimi anni per scoraggiare le importazioni col fine di aggiustare la bilancia commerciale, sul cui piatto le importazioni di oro fisico rappresentano l’elemento di maggior peso.
Il più importante ETF al mondo, il SPDR Gold Trust (GLD) ha raggiunto il livello più basso da febbraio 2009 a 969,5 tonnellate.
Il commento in merito di David Govett, di Marex Spectron: “È un declino molto serio, e indica un generale calo della domanda d’oro come strumento da investimento in questo momento specifico.”
Le aziende minerarie nel frattempo considerano il da farsi: “L’industria non è sostenibile, se il prezzo rimane a questi livelli” ha commentato Nick Holland, il CEO di una delle principali compagnie minerarie, la Gold Fields, anticipando una forte razionalizzazione nell’industria nel caso in cui i prezzi rimarranno a questi livelli.