Oro oggi

Stampare moneta, l'ultimo tabù

di Fausto Panunzi - LaVoce.info

La fine della crisi ancora non si vede...

...e il presidente della Fsa propone di stampare moneta per finanziare politiche fiscali espansive, rompendo un tabù. La sua efficacia non è garantita e i rischi non sono trascurabili. Il solo fatto che se ne discuta è un segnale della gravità della situazione.

UNA CRISI INFINITA

Che cosa si può fare per uscire da questa crisi lunga e dolorosa iniziata nel 2008? Che cosa possono fare i governi per dare una speranza ai giovani che non trovano lavoro? O, nelle parole di Adair Turner, presidente della Financial Services Authority, nel suo recente discorso alla Cass Business School di Londra, come si esce da questo pasticcio? Le proposte di Lord Turner derivano dalla sua analisi sulle cause della crisi, che sono in realtà piuttosto condivise, ormai. Quella che stiamo vivendo è una “balance sheet recession”, cioè una crisi dovuta all’eccesso di indebitamento del settore privato, legata allo scoppio della bolla immobiliare. Il livello eccessivo di indebitamento spinge le famiglie a risparmiare e a non consumare, le imprese a non investire e le banche a ridurre l’offerta di credito. Ovviamente questi fattori si rafforzano reciprocamente, contribuendo a peggiorare la crisi. Inoltre, per salvare le banche, piene di titoli legati ai mutui e quindi con un valore fortemente ridotto, i governi hanno dovuto fare interventi volti a ricapitalizzarle, così accrescendo il debito pubblico e quindi l’onere fiscale che in prospettiva grava sulle famiglie.

Le banche centrali, sia la Fed che la Bce, partendo da una situazione di tassi di interesse molto bassi, hanno reagito con mezzi non convenzionali. Da una parte dell’Atlantico ci sono stati il quantitative easing (Qe), cioè una politica di acquisti di debito pubblico da parte della Fed per ridurre i tassi a lungo termine, e una politica di comunicazione volta a rassicurare gli operatori economici che i tassi resteranno bassi anche nel futuro. Da questa parte dell’Oceano, Mario Draghi ha fatto un’operazione di rifinanziamento delle banche europee (Ltro) in due tranche per quasi mille miliardi di euro per impedire che si chiudesse il rubinetto del credito per famiglie e imprese. Anche la Bank of Japan verrà “indotta” dal nuovo premier, Shinzo Abe, ad adottare una politica monetaria più espansiva.

Ma le prospettive di crescita per il 2013 sono modeste per gli Usa e quasi nulle per l’Eurozona. La ragione, secondo Turner, è che le riduzioni dei tassi di interesse sono destinate a restare inefficaci: non si esce da una crisi di eccesso di debito con altro debito. In altre parole, è la domanda che manca. Non per niente l’effetto più rilevante delle politiche monetarie espansive sembra essere il deprezzamento del tasso di cambio e quindi lo stimolo alle esportazioni. La possibilità di “guerre valutarie”, cioè di una corsa alla svalutazione delle monete, è uno dei temi di cui si dibatte in questi giorni.

IL TABÙ MESSO IN DISCUSSIONE

I libri di testo hanno un rimedio chiaro per le crisi di domanda aggregata: l’intervento dello Stato con misure volte sia ad acquistare di beni e servizi (per esempio, infrastrutture) sia facendo trasferimenti agli individui e alle famiglie in difficoltà. Ma i salvataggi delle banche e gli interventi per gli ammortizzatori sociali hanno appesantito il debito pubblico degli Stati che ora non riescono né a spendere né a ridurre il carico fiscale su famiglie e imprese senza fronteggiare il problema della sostenibilità di tale debito.

Insomma, la politica monetaria da sola non può bastare e quella fiscale sembra essere inibita. Cosa si può fare allora? La risposta di Turner è che in queste condizioni abbiamo l’obbligo di discutere anche di quelli che sono i nostri tabù economici, compresa la possibilità di monetizzare il deficit. In altre parole, Turner propone che i governi usino una politica fiscale espansiva facendo finanziare il risultante deficit dalle banche centrali (il termine tecnico è Overt Monetary Finance o Omf).

Le differenze tra la proposta di Lord Turner e le politiche di Qe e Ltro sono due, come spiega il Financial Times. La prima è che nell’Omf l’espansione della base monetaria sarebbe permanente e non temporanea. La seconda, più cruciale, è il ricorso a una politica fiscale espansiva e quindi a nuovi deficit. Ma se il “lancio della moneta dall’elicottero” è così potente, perché finora non è stato preso in considerazione? Innanzitutto perché un’espansione dell’offerta di moneta rischia di creare inflazione. Non dimentichiamo che l’esperienza degli anni Settanta aveva portato sia i politici che gli economisti a cercare di contenere l’inflazione allora galoppante rafforzando l’autonomia delle banche centrali e affidando loro il chiaro mandato di mantenere la stabilità dei prezzi. In Italia il cosiddetto “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia risale al 1981. (1) La Germania, poi, che ha sperimentato l’iperinflazione negli anni tra le due guerre, sembra avere nel suo Dna una totale avversione verso ogni misura che possa spingere verso l’alto inflazione. Ma, ribatte Lord Turner, una moderata inflazione aiuterebbe ad abbattere i rilevanti debiti pubblici accumulati in questi anni da diversi paesi. D’altra parte, esiste la possibilità che la politica di Omf cambi in modo radicale verso l’alto le aspettative di inflazione. Una volta che il genio è uscito dalla lampada, è difficile rimettercelo. La seconda ragione contro la proposta di Lord Turner è che, indebolendo il legame tra deficit e debito pubblico, l’Omf potrebbe indurre i governi a espandere ulteriormente la spesa pubblica, con il conseguente spreco di risorse che in Italia conosciamo bene.

Gli argomenti a favore del mantenimento del tabù non sono certo deboli e anzi secondo molti economisti sono più forti di quelli opposti. I trattati europei recepiscono in toto il tabù e il recente fiscal compact va nella direzione opposta a quella suggerita da Lord Turner. Lo stesso proponente riconosce che la sua ricetta potrebbe non essere quella giusta in tutti i paesi. Il fatto stesso che oggi si ridiscutano quelle che sembravano lezioni acquisite da molti anni è forse l’indicatore più attendibile della gravità della crisi che stiamo vivendo.

(1) Val forse la pena di ricordare che nel dibattito della fine degli anni Settanta a favore del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia si espresse con vigore un giovane professore di economia che poi gli italiani avrebbero conosciuto come uomo politico, il senatore Mario Monti.

Con BullionVault puoi comprare oro in euro e scegliere dove custodire il tuo oro tra Zurigo, Londra e New York.

 

Online dal 2002, LaVoce.info si propone come voce libera e indipendente che analizza fatti e notizie, con lo scopo di offrire un servizio utile a tutti coloro che accettano di misurarsi, senza pregiudizi, su questioni complesse. Una testata che svolga la funzione di watchdog, che valuti criticamente la politica economica, disinteressandosi dell'uso politico che può essere fatto di ciò che scrive.

Leggi tutti gli articoli di LaVoce.info.

 

Segui BullionVault

Facebook  Twitter

 

Domanda e offerta di oro e argento